Categorie: around

Quattro chiacchiere con Eric Troncy

di - 17 Novembre 2003

In Francia si parla da tempo di Eric Troncy, co-direttore di Consortium a Digione, commissaire dell’attuale Biennale di Lyon e ideatore di tre mostre che hanno stravolto il ruolo del curatore e il modo di concepire le esposizioni: Dramatically Different (Grenoble, 1997), Weather Everything (Leipzig, 1998) e soprattutto Coollustre (Avignon, fino a settembre 2003). Quest’ultima ha avuto una risonanza tale da venir presto contrapposta all’ultima Biennale veneziana, informe e –come vuole la retorica postmoderna– rizomatica, priva di una regia centrale che ne guidasse le scelte critico-espositive.
Il 23 ottobre scorso, nel corso di un incontro con il pubblico al Centre Pompidou, Troncy – autodefinitosi “autore d’esposizione” – è tornato a parlare della sua strategia. Vediamo più da vicino.
Come esistono “film d’autore” così esistono “mostre d’autore”: abbandonati i percorsi cronologici quanto quelli monografici, Troncy tesse l’elogio divertito di mostre in cui tutte le opere sono blu o in cui tutti gli artisti hanno il cognome che comincia per W (Warhol, Wesselmann, Witkin, Wols, Wurm…). Il curatore è innanzitutto colui che afferma la sua identità, che ha il coraggio di dire “io” (durante la conferenza una diapositiva proiettata alle spalle del critico recava la scritta Egoïsme). Come un disc-jockey, Troncy mescola opere, le mette in relazione fuori da ogni logica stabilita per donar loro una “seconda vita”, contro l’imperante logica modernista del white cube, che avvicina la galleria all’ospedale. Il critico francese si definisce un “manipolatore” che “si serve degli stessi principi degli artisti”, con il risultato inatteso di mettere in risalto non tanto l’artista stesso –i suoi propositi, la sua poetica- quanto le singole opere. Queste diventano di conseguenza indissociabili dal contesto, sottomesse al pensiero del curatore che prende corpo e si rende visibile nella conformazione e nella concatenazione degli spazi e da ultimo nella deambulazione dello spettatore.
In altri termini viene valorizzata la morfologia specifica dell’immagine (pittorica o performativa che sia), la sua fotogenìa, un aspetto ricco di storia quanto problematico, che andrebbe meglio indagato. Il dispositivo dell’esposizione si fa letteralmente discorso, esplicitando così un suo proprio aspetto, se il semplice gesto di allestire due opere su un muro è capace da solo di innescare una narrazione.
Due esempi di Troncy fra tutti: l’accostamento dei quadri cronologici di On Kawara e delle sculture di Giacometti, e una sala tappezzata dalla carta da parati disegnata da Warhol con una coppia di turisti scolpiti da Duane Hanson e un cannone di Pino Pascali.
Inaggirabile infine la discendenza con il profetico Harald Szeemann che vede nel critico “colui che rende le cose possibili”, o meglio con lo Szeemann degli anni ’70, visto che Troncy è molto scettico riguardo, ad esempio, alle due penultime biennali. Importante, a nostro avviso, anche la relazione con artisti quali Daniel Buren, la cui riflessione è insieme ripresa e sovvertita. Inutile tuttavia andare alla ricerca delle questioni teoriche (implicite) nel pensiero visivo del curatore. La sfida di Troncy si gioca tutta sul piano visivo, ovvero delle opere e della loro esposizione. Sta a noi chiederci quanto l’esposizione in sé crei a sua volta un’immagine.

forum correlati
I curatori di mostre

riccardo venturi

[exibart]

Articoli recenti

  • Mostre

Milano riscopre Bice Lazzari con una grande mostra a Palazzo Citterio

Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…

6 Dicembre 2025 15:00
  • Progetti e iniziative

Spazi di Transizione a Bari: il waterfront diventa laboratorio urbano

A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…

6 Dicembre 2025 13:30
  • Musica

Il tempo secondo Barenboim: due concerti, un Maestro e l’arte di unire il mondo

Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…

6 Dicembre 2025 12:30
  • Fotografia

Le fotografie di Alessandro Trapezio sovvertono i ruoli dello sguardo

In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…

6 Dicembre 2025 11:30
  • Musei

Riapre la Pinacoteca di Ancona: nuova vita per il museo Francesco Podesti

La Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona riapre al pubblico dopo due anni di chiusura, con un nuovo allestimento delle…

6 Dicembre 2025 10:30
  • Mercato

Cani-robot e opere oversize: dentro le due anomalie di Art Basel Miami Beach

Tra intelligenza artificiale, installazioni monumentali e video immersivi, i settori "Zero 10" e "Meridians" mostrano come la fiera di Miami…

6 Dicembre 2025 10:18