Riapre come forte punto di partenza per una nuova era dell’arte contemporanea a Seattle il rinnovatissimo Seattle Art Museum (SAM). In concomitanza con questo evento, il SAM ha ricevuto “regali” senza precedenti, che corrispondono alla donazione di circa 1000 opere d’arte da più di 40 diverse collezioni. Donazioni che impreziosiscono ancora di più la prestigiosa reputazione che aveva sempre caratterizzato la struttura e la sua politica di promozione artistica. Delle mille nuove opere, 225 erano in mostra nel fine settimana di apertura, che ha visto il museo aperto gratuitamente per 35 ore di fila, con concerti ad ogni ora del giorno e della notte.
Il nuovo layout della struttura è frutto del progetto di Brad Cloepfil, capo dell’Allied Works Architecture. La nuova struttura raddoppia lo spazio espositivo esistente in precedenza, ma il tutto è ancora un work in progress, aperto ad una futura crescita. L’elegante facciata in acciaio ben si integra con l’architettura urbana del downtown Seattle e della particolare luce del nord ovest americano. Seattle è famosa per la pioggia, ma poco conosciuta per l’esplosione di colori durante i momenti di sole; il nuovo design del museo è stato ideato considerando il fattore luce e come questo possa contribuire a cambiare il senso della struttura stessa del museo. Esistono infatti dei pannelli che possono essere spostati a seconda del
Il rinnovato museo, per il quale sono stati investiti 86 milioni di dollari, è composto da diverse sezioni che coinvolgono differenti culture, facendo ammontare a 24.000 opere d’arte il numero complessivo dell’attuale collezione permanente. Per la sezione dell’arte moderna e contemporanea i curatori si sono concentrati su correnti artistiche come la Pop Art, il Minimalismo e l’Espressionismo Astratto. I donatori hanno contribuito ad arricchire questa sezione con molte opere di vari artisti, tra cui George Baselitz, Anselm Kiefer, Gerhard Richter, Edward Hopper, Georgia O’ Keeffe, Yves Klein, Jasper Johns, Alexander Calder, Kenneth Noland, Maurizio Cattelan e Donald Judd.
Fa parte del percorso espositivo una sezione dedicata all’Arte Europea che include, nella sezione decorativa, anche un’intera stanza quattrocentesca di legno intagliato proveniente da Chiavenna nel nord d’Italia. Un’altra sezione è dedicata all’Arte dei Nativi del Nord America, dove l’estetica delle opere in mostra si uniscono alla loro funzione cerimoniale. Un settore del museo espone arte proveniente dall’Australia e dall’Oceania: è interessante come l’astrattismo delle opere in mostra corrisponda in realtà, secondo la loro cultura, ad un realismo narrativo in cui chi ha più esperienza, intermini di esperienza di vita, dipinge meglio. Ed infine la parte destinata all’Arte Asiatica, in cui poesia, scrittura e pittura si trovano amalgamate da une leggera serenità.
Appendice di questo nuovo centro d’arte è l’Olympic Sculpture Park, inaugurato lo scorso gennaio, che ha cambiato il volto di un precedente sito industriale sulla riva del mare in un parco di sculture all’aperto, le cui opere, lavori di Richard Serra, Alexander Calder, Elsworth Kelly e Anthony Caro si integrano perfettamente con il paesaggio e il panorama circostante.
Anche in questo caso, architetti e soprattutto benefattori hanno dato la spinta essenziale, in collaborazione con l’istituzione museale, per rendere possibile questo progetto. Mary e John Shirley hanno infatti donato 30 milioni di dollari per trasformare il loro sogno, un parco arricchito e ornato di sculture, in realtà.
daniele di lodovico
museo visitato il 5 maggio 2007
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