Afrodite, © Luigi Spina
Chi si immerge nell’estate della Capitale, non può mancare una visita a Palazzo Altemps, una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano che, oltre a essersi aperto al contemporaneo con il progetto di Elisabetta Benassi, da luglio ospita cinque sculture di epoca romana risalenti al I e II secolo d.C., restaurate da BNL Gruppo BNP Paribas e lasciate in comodato d’uso al museo.
Pugile (I sec. d. C.), Lucilla (II sec. d. C.), Meleagro (fine I-inizio II sec. d. C.), Il busto di Afrodite pudìca (I sec. d. C.) e Il torso di Discoforo (fine I secolo a. C.- inizio I secolo d. C.) fanno parte di una collezione d’arte di circa 5mila opere che BNL ha costruito nei decenni. La collezione, come hanno spiegato dall’istituto bancario, «nasce all’inizio degli anni ’30 per arrivare fino ai giorni nostri, e comprende – oltre alle opere di scultura antica – capolavori assoluti dell’arte moderna, come l’importante sezione di pittura dal XV al XIX secolo, oltre a notevoli esempi di arte applicata e di orientalia. Inoltre, l’attenzione per le tendenze dell’arte contemporanea, costante nel tempo, è alla base della formazione di un consistente nucleo di pittura e scultura del ‘900 italiano che prosegue con opere dalla seconda metà del secolo agli inizi degli anni Duemila, fino alle recenti acquisizioni, soprattutto, nel campo della fotografia d’arte».
Il comodato relativo alle sculture d’epoca romana, nasce da una collaborazione tra BNL e il Museo Nazionale Romano, che ha compreso anche gli interventi conservativi e di restauro delle opere, accompagnati da indagini petrografiche per l’identificazione dei materiali costitutivi, il tutto curato dal museo stesso: «Ci è sembrato del tutto naturale accogliere questa proposta di comodato, poiché le cinque opere si inseriscono con coerenza nella prestigiosa collezione di scultura antica del Museo di Palazzo Altemps», che conserva, come si legge nel sito dell’istituzione, «celebri raccolte di scultura antica appartenute all’aristocrazia romana del Cinquecento e Seicento che attestano la storia del collezionismo antiquario in quei secoli», ha raccontato alla stampa Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano.
Nell’ottica di ampliare la lettura delle cinque sculture è stata, inoltre, coinvolta la fotografia contemporanea: «BNL ha commissionato a Luigi Spina il progetto L’imperfezione della Bellezza che esplora, con i suoi scatti di artista, la bellezza antica, ricreata attraverso l’arte fotografica, rendendola contemporanea. Con i suoi ritratti in bianco e nero, infatti, Luigi Spina dà una lettura diversa della scultura antica, non solo quale mirabile prodotto del talento umano, ma soprattutto arte capace di trasmettere il senso dello stratificarsi del tempo. Le superfici del marmo raccontano le storie di coloro che hanno custodito e preservato queste opere, facendole giungere fino a noi in nome della cultura e della bellezza universale che sono, oggi come ieri, patrimonio di tutti».
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