A Torino, Opera Viva resiste in Barriera e presenta il primo manifesto 2020

di - 13 Marzo 2020

Sono strane le città così vuote e silenziose, come se fosse estate e, invece, siamo ancora a marzo, un mese, una stagione che ricorderemo. Perché questa sensazione di isolamento, non per forza catastrofica ma sicuramente suggestiva, ce la portiamo anche fuori, nelle strade che sembrano essere diventate una sorta di estensione del nostro spazio privato. E così, in questo contesto in cui l’incontro è più che mai inatteso, facciamo in modo che non sia sgradito. Per esempio, a Torino, nella rotatoria di piazza Bottesini, qualche camminatore solitario  potrà vedere i Manifesti di Opera Viva Barriera di Milano, il progetto ideato da Alessandro Bulgini e Christian Caliandro, che ogni anno invita gli artisti a confrontarsi su un tema specifico, da esprimere nella forma di un manifesto pubblicitario 6×3 metri e la cui edizione 2020 inizia in un momento particolarmente delicato per la comunità globale. «Questa volta non ci incontreremo sotto il manifesto, questa volta sarà un viaggio privato in un luogo pubblico», ha detto Bulgini.

L’avvicinamento a Flashback

Dal 12 marzo fino alla fine dell’anno, giorno dopo giorno, artisti di tutto il mondo si alterneranno nello spazio per le affissioni nella rotatoria di piazza Bottesini, lungo il percorso che collega le case popolari di Barriera di Milano e il vicino mercato di piazza Foroni, accompagnando le persone nella loro vita di tutti i giorni, nei loro percorsi obbligati, donando a tutti, senza discriminazioni.

«La vita di ciascuno di noi è costretta entro specifiche regole necessarie per la tutela di tutti. I percorsi nello spazio pubblico si fanno rarefatti, scanditi solo dalle prime necessità, la salute, il lavoro, il cibo; in questo contesto si pone per una frazione di secondo, per un fortuito incontro, l’opera d’arte. A essa viene delegata la speranza, la possibilità e il compito di rilasciare spunti dai quali poter attingere per proseguire nel proprio percorso esistenziale», spiegano gli organizzatori di Opera Viva Barriera di Milano, progetto che scandisce le tappe di avvicinamento alla fiera di arte antica e moderna Flashback.

Il manifesto di Maïmouna Guerresi per Opera Viva 2020

Il primo manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, che rimarrà affisso fino al 12 aprile 2020, è stato realizzato dall’artista italo-senegalese Maïmouna Guerresi. Rubber Tire, First Lesson è il titolo dell’immagine 6×3, parte della serie M-eating, iniziata dall’autrice nel 2012, che presenta uomini, donne e bambini africani fotografati prima singolarmente e poi riuniti in una situazione conviviale. Ma sul tavolo, al posto del cibo, un oggetto che richiama la guerra, il conflitto. In questo caso, lo pneumatico verniciato di bianco è uno scarto – un concetto ricorrente in Opera Viva Barriera di Milano anche nell’edizione 2020 – che diviene uno strano oggetto di studio per la lezione in corso. Sullo sfondo si legge Bi-smi ‘llāh (“Nel nome di Dio”), parte iniziale dell’invocazione con la quale si inizia ogni attività quotidiana.

Maimouna Guerresi, © Antoine Tempé

«Una lezione quanto mai utile in questo momento storico, una lezione in grado di suggerirci la necessità di utilizzare quanto abbiamo già a disposizione, anche gli scarti, per ricreare il nostro presente perché il fondamento della cultura, grazie alla quale alimentiamo la nostra umanità è la libertà dello spirito e i Ludens – che è il titolo dell’edizione 2020 di Flashback – siamo tutti noi individui pienamente liberi e coscienti di poter agire sul mondo ricreandolo, giorno dopo giorno, in qualsiasi condizione, attraverso la creatività».

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