Numero Cromatico, compongono Take me into your dreams, among your darkest thoughts, credits Etro
52 metri di lunghezza e oltre 120mila tessere: sono i numeri che compongono Take me into your dreams, among your darkest thoughts, questo il titolo della lunga tenda che ha dominato l’identità visiva di Etro durante l’ultima sfilata della Fashion Week Milano Moda Donna. Un codice crittografato, un sogno, un graffito fluttuante al passaggio di modelle e modelli: l’opera è frutto di Numero Cromatico, collettivo con base a Roma fondato nel 2011 da Dionigi Mattia Gagliardi. Centro di ricerca ed editore, il gruppo si compone oggi di 20 collaboratori, ricercatori afferenti alle più disparate discipline artistiche e scientifiche.
E mentre, durante gli eventi legati a moda e glamour, assistiamo a collezioni e palazzi storici adattarsi a “location” e farsi “contorno” dei brand, rimanendo spesso sullo sfondo, Etro porta l’arte contemporanea fisicamente al centro della propria passerella, implementando la narrazione di un fashion show che ha scelto come tema il Magma. Una dimensione arcaica che si auto rappresenta attraverso gli abiti fatti di lane spazzolate, maglie ricamate, paillettes iscritte all’interno di geometrici; e poi frange selvagge, lunghezze asimmetriche, copricapi in pelo di altezze smisurate, gonne in maglie larghe e metalliche.
È il brodo denso e primordiale da cui il direttore creativo Marco De Vincenzo ha tratto il linguaggio della sua collezione autunno-inverno 2025/2026. Materiali e tagli che evocano terre promesse e incontaminate, paesaggi lontani e dislocati, linguaggi da decifrare come i simboli composti dalle tesserine di Numero Cromatico: figure antropomorfe, creature mitologiche, ricordi sfuocati, alieni?
Il collettivo artistico, che da anni indirizza le matrici della sua ricerca nella neuroestetica, nelle applicazioni dell’intelligenza artificiale, nelle questioni dell’autorialità, nelle dinamiche del subconscio e del sogno, aveva già presentato un simile sipario l’estate 2024 nell’ambito della mostra personale intitolata Nelle regole della bellezza, tenutasi al Centro di arti visive Pescheria di Pesaro, in occasione di Pesaro Capitale della Cultura. Anche in questo caso, una giungla zoomorfa si estendeva per buona parte della lunghezza dello spazio. Un’opera che, nella sede della sfilata di Etro, si estende ancora di più e si tinge dei colori primari blu, rosso e giallo e poi nero e verde, esercitando il potere dell’indeterminatezza per creare nel pubblico un senso di spaesamento. Per interrogare lo spettatore su ciò che la simbologia arcaica evoca nella memoria e, più a fondo ancora, tra gli spettri dell’inconscio.
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