Thomas Devaux, Cet obscur objet du désir - vue de l'exposition, Galerie La Patinoire Royale Bach (c) Thomas Devaux
In occasione di Art Brussels, la città belga si anima con la vivacità e il sincronismo di numerosi opening, regalando piacevoli sorprese sulla scia dei festeggiamenti per il quarantesimo compleanno della sua amata fiera d’arte contemporanea.
Lo spazio che più colpisce è quello della mega-galleria La Patinoire Royale Bach, fondata da Valérie Bach nel quartiere di Saint-Gille. Mille metri quadrati che permettono di proporre mostre monografiche approfondite in tre diversi ambienti: una navata principale dal soffitto alto ricoperto da scure capriate lignee, il Glass Roof e la Project Room.
La personale Cet obscur objet du désir (il titolo è preso da Luis Buñuel) di Thomas Devaux si muove tra religioso e profano, utilizzando specchi dicroici che catturano la luce e restituiscono bagliori bluastri e aranciati. Le forme delle opere dalle cornici in foglia d’oro su alluminio ricordano l’estetica Art Deco. L’opera Totem fa tornare alla mente l’opera di Dan Flavin e il suo interesse per l’aspetto luminoso.
Le superfici riflettenti di Devaux includono – richiamando le superfici dei dagherrotipi – fotografie di prodotti alimentari e di acquirenti con le buste del supermercato, muovendo una critica all’ossessione per le merci usa e getta, al consumismo e al Black Friday. Si può parlare di magnetismo se si considerano i due poli del consumatore e dell’oggetto? Si parla quindi di desiderio, di manipolazione e trucchi psicologici che ci inducono alla spesa.
Impressionanti le sculture luminose di Casper Brindle che nella mostra California Light ci proietta davanti alle onde del mare tra tavole da surf e macchine di lusso. L’artista di origini canadesi, come componente della seconda generazione del movimento Finish/Fetish, presenta le serie Aura (tra pittura e scultura), Strata, le Vacuum Formed Light Glyphs e una scultura. Per le Strata, Brindle usa la vernice nelle industrie automobilistiche sovrapponendo più strati di sottili grazie all’aerografo, poi rifinisce il tutto con una resina molto lucente. I Glifi sono realizzati con una particolare tecnica che rende le superfici dei volumi, ottenuti dalla stratificazione dell’acrilico, trasparenti e luminose.
Al piano rialzato si trovano i dipinti e le ceramiche dalle geometrie chimeriche realizzate a quattro mani dal duo artistico Hell’O.
Da segnalare assolutamente l’inaugurazione da Almine Rech della mostra Torn Clean di Chloe Wise, quarta personale dell’artista in galleria, i suoi dipinti restituiscono atmosfere morbose, sorrisi forzati e grotteschi, nudità femminili dalla forza travolgente e un’ossessione per gel e cerotti. È il mondo patinato e cornucopico della carne che nasconde però un lato pungente e disturbante.
Nelle sedi dell’importante galleria Xavier Hufkens sono da non perdere da una parte le 17 figurine in ceramica smaltata, ispirate allo stile vittoriano, che compongono The Devil — A Life la “narrazione su mensola”, immaginata e realizzata dal celebre cantante australiano Nick Cave, dall’altra i dipinti di grande formato della pittrice americana, nata nel 1932, Joan Semmel. An Other View indaga il corpo attraverso una serie di otto intensi autoritratti di una donna che, con caparbietà e un pizzico di irriverenza, si rivela sulla tela nell’arco temporale d cinque decadi, registrando l’invecchiamento del corpo come puro dato di realtà.
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