Autunno d’arte a New York: cinque mostre da non perdere a SoHo

di - 6 Novembre 2025

Continua il nostro itinerario a SoHo, a partire dal risveglio, ancora all’hotel d’arte ModernHaus (di cui abbiamo scritto qui). Nella stanza 907 ci si alza al cospetto di una stampa di Alexander Calder. Ci concentriamo ora su Walker Street, una delle strade che presenta tante gallerie al piano terra.

ModernHaus, Ph. Francesca Magnani

Spoiled by Freud di Sofia Silva, da Andrew Kreps Gallery

Il nostro giro inizia da Kreps con la mostra di un’artista italiana nostra concittadina, la padovana Sofia Silva, nata nel 1990. Di natura autobiografica, Viziata da Freud, la serie di dipinti di Silva riflette il suo legame con la psicoanalisi.

Figlia di due psicoanalisti, l’artista è immersa in questa pratica fin dall’infanzia e l’ha trasformata in una lente interpretativa costante del mondo. Tale prospettiva si traduce in un approccio analitico alla pittura, dove le immagini vengono scomposte e ricomposte. Dettagli figurativi emergono in paesaggi astratti, mentre frammenti e collage, spesso tratti da opere precedenti, punteggiano la superficie dei dipinti.

Queste opere, dominate da spazi negativi, si offrono inizialmente come frammentarie ma, insieme, costruiscono un racconto intimo che attraversa due fasi del suo percorso psicoanalitico. Fino all’8 novembre.

Sofia Silva, Andrew Kreps Gallery, veduta della mostra, Ph. Francesca Magnani

Judy Pfaff, Light Years alla Cristin Tierney Gallery

Da oltre 50 anni, Judy Pfaff ridefinisce i confini tra scultura e installazione, fondendo pittura, assemblaggio e architettura in ambienti immersivi. “Maestra del recupero”, trasforma materiali trovati e industriali – acciaio, resina, neon, plastica, tessuto, vetro, fiori artificiali – in costellazioni di forma e colore. La sua pratica unisce rigore formale e improvvisazione intuitiva, spesso descritta come “pittura nello spazio”. Lirica e caotica, densa ma leggera, la sua opera riflette una costante sperimentazione, con il neon come uno dei suoi mezzi prediletti.

Light Years presenta lavori recenti che esplorano luce e materia e combinano vetro, resina, acciaio, LED e materiali riciclati per creare paesaggi sospesi tra natura e artificio, fragilità e energia. Al centro della mostra, una serie di grandi pannelli in resina e acrilico trasformano il gesto pittorico in strati luminosi di colore, evocando vetrate, pixel e astrazioni vibranti. Judy Pfaff, nata a Londra nel 1946, vive e lavora a Tivoli, New York. La mostra è visitabile fino al 20 dicembre.

Judy Pfaff, Cristin Tierney Gallery, veduta della mostra, Ph. Francesca Magnani

Portrait di Teresa Margolles da James Cohan Gallery

Portrait è un’installazione fotografica che restituisce la presenza di persone appartenenti alla comunità trans+ in Messico e nel Regno Unito. Composta da 735 fotografie, la serie nasce dal gesto di preservare e onorare l’individualità di ogni partecipante. Margolles ha realizzato calchi in gesso dei volti, impronte che catturano ogni dettaglio di trucco, barba e pelle, per poi fotografarli in scala reale, rendendo omaggio a identità spesso minacciate.

Realizzata coi partecipanti del progetto pubblico Mil Veces un Instante (Trafalgar Square, Londra), Portrait adotta una struttura a griglia che richiama l’ordine architettonico, ma ogni volto rompe la ripetizione, creando un ritmo visivo tra anonimato e singolarità. L’opera è dedicata a Karla, cantante e amica dell’artista, assassinata a Ciudad Juárez nel 2015.

Accanto all’installazione principale, una serie di Polaroid documenta lo scambio tra artista e partecipanti: ritratti unici, alterati con interventi manuali, che conservano la presenza e lo spirito di ciascuno.

All’entrata della galleria l’opera 28 Cuerpos (2015–2025) presenta fili utilizzati per ricucire corpi dopo le autopsie, tesi tra due pareti come segni di memoria e lutto. Ogni filo ricorda una vita perduta e invita a riflettere sulla fragilità e la dignità di chi vive ai margini.

La mostra è visitabile alla James Cohan Gallery fino all’1 novembre.

Teresa Margolles, James Cohan Gallery, veduta della mostra, Ph. Francesca Magnani

Dana Cepleanu, Now da Kaufmann Repetto Gallery

La galleria newyorkese Kaufmann Repetto, che è presente anche a Milano, in Porta Tenaglia 7, presenta il lavoro di Diana Cepleanu. Libera dalle restrizioni della formazione accademica nella Romania sovietica degli anni Ottanta, Cepleanu ha dedicato la propria pratica alla vita quotidiana, dipingendo figli, spazi domestici e frammenti di natura. In queste opere, l’ordinario diventa spirituale.

Come gli artisti del Rinascimento che attribuivano ai semplici oggetti un significato metafisico, Cepleanu trasforma la vita intima di Bucarest in un racconto silenzioso e universale. Riflettendo sul titolo della mostra, l’artista descrive il «Luogo cui anche la distanza non è più estranea»: una condizione di appartenenza che unisce ciò che è vicino e lontano. Nei ritratti e nelle nature morte, questo sguardo meditativo si manifesta nella semplicità del gesto, nella luce trattenuta e nella precisione della pennellata.

Dalle opere giovanili, eseguite senza correzioni né stratificazioni, fino ai recenti Autoritratto e Giardino con margherite (2023), in cui l’artista scava e rimuove il colore, emerge una tensione tra cancellazione e rinascita. L’atto pittorico diventa un processo di scavo e riflessione sulla materia, sulla memoria e sul tempo.

Diana Cepleanu, Kaufmann Repetto Gallery, veduta della mostra, Ph. Francesca Magnani

Marie Watt, Tredici lune da Marc Straus

Marie Watt ha origini europee e native americane, fa parte del Turtle Clan della Nazione Seneca, con ascendenze tedesche e scozzesi. L’artista esplora la propria eredità Haudenosaunee (un’alleanza di sei nazioni indigene del Nord America, che hanno la loro terra d’origine nello stato di New York, negli Stati Uniti e in alcune parti del Canada), rendendo omaggio al loro sistema tradizionale di misurazione del tempo.

L’opera centrale della mostra, visitabile fino al 20 dicembre da Marc Straus, è un grande neon che riporta in cerchi concentrici i nomi delle tredici lune Haudenosaunee, ognuna legata a un momento essenziale dell’anno, come la “Luna dell’Acero Zuccherino” di marzo. Coperto parzialmente di bianco, il neon riflette la luce sul muro, richiamando il modo in cui la luna è illuminata dal sole.

La mostra include anche 13 ricami e tredici acquerelli. Nella visione euroamericana il numero 13 è considerato sfortunato ma per gli Haudenosaunee è sacro: rappresenta i mesi dell’anno e le placche del carapace della tartaruga, simbolo della creazione del continente.

Due grandi opere tessili riflettono la luce e le forme mutevoli della luna, mentre sculture realizzate con sonagli di latta evocano la danza curativa Jingle Dance, nata nella comunità Ojibwe durante la pandemia del 1918 e ancora praticata oggi ai pow wow intertribali.

Marie Watt, Marc Straus, veduta della mostra, Ph. Francesca Magnani

Condividi
Tag: Andrew Kreps Cristin Tierney Gallery Dana Cepleanu gallerie d'arte James Cohan Judy Pfaff kaufmann repetto Marc Straus Marie Watt new york Sofia Silva teresa margolles

Articoli recenti

  • Beni culturali

Milano riscopre il Tesoro di Sant’Ambrogio con un nuovo percorso museale

A Milano, dal 5 dicembre 2025, apre Ambrosius, il nuovo percorso museale della Basilica, che intreccia patrimonio storico, ricerca scientifica…

5 Dicembre 2025 11:30
  • Mercato

L’inverno caldo della Miami Art Week 2025: cosa non perdere

Dicembre a Miami significa Art Week e Art Week significa tempo di fiera: tra Art Basel Miami Beach, UNTITLED Art,…

5 Dicembre 2025 10:21
  • Arte contemporanea

Hauser & Wirth arriva a Palermo: la nuova sede nello storico Palazzo De Seta

La super galleria internazionale Hauser & Wirth apre la sua prima sede italiana sul fronte mare di Palermo: concordato l’acquisto…

5 Dicembre 2025 10:21
  • Attualità

Città d’arte sotto pressione, se ne parla alla fiera Più libri più liberi

Alla Nuvola di Roma, in occasione della fiera Più libri più liberi, l’Associazione per l’Economia della Cultura apre un confronto…

5 Dicembre 2025 9:29
  • Libri ed editoria

Più libri più liberi 2025: la necessità del libro nel dibattito culturale contemporaneo

Fino all'8 dicembre Roma Convention Center – La Nuvola ospita l'edizione 2025 di "Più libri più liberi", la fiera nazionale…

5 Dicembre 2025 0:02
  • Mostre

Otto mostre site specific per il 2026 – 2027 di Pirelli HangarBicocca: i protagonisti

Da Benni Bosetto a Rirkrit Tiravanija, passando per un omaggio a Luciano Fabro: annunciate le mostre che animeranno gli spazi…

4 Dicembre 2025 18:43