Manca ancora un po’ di tempo ma pare proprio che in questi giorni la 59ma Biennale d’Arte di Venezia, che si terrà nel 2021, sia un argomento caldo. Dopo i recenti annunci di Francia e Svizzera, questa volta è la Finlandia ad annunciare l’artista del suo Padiglione: si tratta di Pilvi Takala. Il progetto espositivo, curato da Christina Li – che ha curato anche il Padiglione di Hong Kong alla 58ma Biennale d’Arte di Venezia – è stato commissionato da Frame Contemporary Art Finland, ente che si occupa di sostenere l’arte contemporanea finlandese all’estero.
«Sono entusiasta di pensare a un nuovo lavoro per il Padiglione della Finlandia a Venezia. La mia pratica è lenta e richiede un lungo processo di ricerca, quindi sono particolarmente grata a Frame per aver avanzato la proposta con largo anticipo. Il fatto di iniziare le ricerche in anticipo significa che non devo scendere a compromessi a causa della mancanza di tempo e che posso portare avanti un progetto più ambizioso», ha commentato Takala. Infatti, mentre nelle scorse edizioni Frame aveva aperto una call per selezionare il progetto vincitore, in questo caso si è trattato di un invito.
«Siamo molto lieti di lavorare con Pilvi Takala. È un’artista con una pratica molto speciale. Questa mostra le darà l’opportunità di sviluppare ulteriormente la sua visione unica sul mondo. Siamo felici anche di avere con noi la curatrice Christina Li. La sua prospettiva e il suo precedente lavoro con Pilvi la rendono particolarmente adatta per questa occasione», ha affermato Raija Koli, direttrice di Frame e commissario del Padiglione della Finlandia.
Pilvi Takala, nata a Helsinki nel 1981, lavora tra Berlino e la Finlandia ma in passato ha vissuto anche in Scozia, Paesi Bassi e Turchia. Le sue opere, principalmente video, si basano su interventi performativi in cui vengono approfondite le dinamiche relazionali e culturali delle comunità in determinati contesti urbani, per mettere in discussione le norme comportamentali e le regole sociali. Nei suoi lavori, il corpo è sempre al centro del discorso, soprattutto in quanto portatore di significati.
In molti casi, le sue opere si basano sul meccanismo della candid camera, come in Bag Lady, progetto del 2006, per il quale ha vagato per una settimana in un centro commerciale di Berlino, tenendo in mano un sacchetto di plastica trasparente zeppo soldi, per osservare le reazioni delle persone, dal sospetto dalle guardie di sicurezza al disdegno dei negozianti. In The Trainee, invece, Takala si è filmata segretamente durante un tirocinio presso il dipartimento marketing della società di contabilità Deloitte, da lei svolto rimanendo immobile alla sua scrivania oppure andando su e giù nell’ascensore per tutta la giornata.
Nel 2011 Pilvi Takala ha vinto il Dutch Prix de Rome, mentre nel 2013 si è aggiudicata l’Embash Award di Frieze Foundation e lo State Prize for Visual Arts della Finlandia. Le sue opere sono state esposte al MoMA PS1, al Palais de Tokyo, alla Kunsthalle di Basilea, e in manifestazione come la IX Biennale di Istanbul, Manifesta 11 e l’International Film Festival di Rotterdam.
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