Carlo Zoli alla XIV Florence Biennale 2023

di - 29 Agosto 2023

Dopo l’esposizione al World Art Dubai 2023 dello scorso marzo (ne avevamo parlato qui), Carlo Zoli, artista faentino e maestro dell’arte ceramica, presenterà dieci opere inedite, realizzate negli ultimi anni, in occasione della XIV Florence Biennale diretta da Jacopo Celona.

Zoli sta realizzando pezzi unici in terracotta policroma, ispirati al mito e alla leggenda – temi da sempre a lui cari e cifra inconfondibile della sua creatività – senza alcun riferimento preciso piuttosto evocando l’immaginario collettivo attraverso rappresentazioni simboliche che raccontano l’essenza dell’essere umano. Si tratta di visioni del passato che irrompono nella contemporaneità, dimostrandosi più che mai attuali e perfettamente in linea con il tema di Florence Biennale 2023, I am you, incentrato sui concetti di identità individuali e collettive, nelle molteplici interpretazioni filosofiche, psicologiche, sociologiche e culturali.

A Firenze saranno esposti guerrieri, regine, divinità dell’Olimpo e personaggi venuti da un mondo fantastico, che portano con sé sentimenti, emozioni, valori, ideali, in cui ritrovarsi e riconoscersi. Le vicende eroiche prendono forma plastica con il caratteristico stile di Zoli, figurativo ma essenziale, fatto di sintesi volumetrica dei corpi, di modulazioni cromatiche e particolari preziosi, nati dalla sapiente manipolazione della materia, a sua volta generatrice di rimandi, sensazioni, significati ancestrali, con un effetto d’insieme carico di espressività.

Carlo Zoli, La Dea e i suoi re (particolare)

Oltre alla consueta lavorazione dell’argilla, poi fissata con la cottura nella ceramica, quindi patinata e spesso arricchita di smalti, foglie d’oro e rifiniture in oro al terzo fuoco, Zoli ha iniziato a sperimentare l’impiego delle resine e del gesso. Il solfato di calcio viene distribuito sulla superficie per creare uno sfondo oppure colato in una forma scatolare per la realizzazione di una base, entrambi non accessori ma parte integrante e sostanziale dell’opera, su cui viene dipinto a fresco il colore (tinte universali per idropittura), diluito al momento e assorbito dalla superficie, proprio come nell’antica tecnica dell’affresco. Così procedendo si ottiene un sorprendente effetto acquarellato con venature e sfumature cangianti fermate da una prima stesura di resina su cui, una volta indurita, ne vengono applicate una seconda e una terza, eventualmente con l’aggiunta di altri strati di colorante, fino all’effetto desiderato: volutamente pittorico e rivelatore della passione nascosta di Carlo Zoli per l’arte del dipingere, complementare al gesto plastico nel generare la sensazione concreta degli elementi della natura e i loro mutamenti.

La ricerca di Zoli non si ferma mai e Florence Biennale sarà un’occasione per apprezzare da vicino gli ingredienti delle sue libere creazioni, le scelte tecniche e le configurazioni spaziali sempre diverse attraverso esempi inediti delle serie Tempesta e Quiete, le lotte e i momenti sereni dell’esistenza, e quelli dell’ultima serie intitolata Il Teatro di Carlo: vere e proprie messe in scena del teatro della vita; un’assoluta novità che sarà presentata per la prima volta al pubblico alla Fortezza da Basso.

Carlo Zoli, 2000. Ph. Camilla Valli

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