
Chiara Ventura, Quello che provo (a dirti), 30 x 20 cm, 2023, vacuum-sealed digitally processed image printed on coated paper, courtesy Attiva Cultural Projects
Un’esposizione che si muove al confine tra il detto e ciò che resta sottaciuto, per riflettere sulle afasie nella comunicazione, scavando nei silenzi, nei fraintendimenti e nella tensione tra il desiderio di connessione e la paura di essere realmente compresi. Chiara Ventura arriva a THEPÒSITO Art Space con una nuova personale, Even When I’m Not Here, parte del programma dell’evento RIGENERARSI del Comune di Narni. Con questa mostra, Ventura dà vita a un percorso denso, che indaga l’ambiguità del linguaggio e dell’espressione emotiva, offrendoci una visione personale e al contempo generazionale.
La ricerca dell’artista verte sull’esplorazione delle relazioni come spazi incerti, dove il linguaggio si intreccia e si sfilaccia, trasformandosi spesso in maschera. Nei suoi lavori emerge il tentativo di superare le barriere della comunicazione autentica, che risulta inevitabilmente condizionata da silenzi, malintesi e distanze emotive. Nata a Verona nel 1997, Ventura indaga e denuncia gli aspetti più subdoli delle forme di violenza presenti nella contemporaneità ed è interessata agli aspetti politici del comportamento umano. Nel 2020 ha co-fondato plurale, un progetto collettivo in cui l’artista individuale si fonde in una prospettiva comune, una pratica zen di decentramento dell’ego.
Chiara Ventura ha realizzato performance ed esposto presso musei, fondazioni, gallerie, spazi indipendenti tra cui Mart – Galleria Civica di Trento (Trento), Tenuta Dello Scompiglio (Lucca), Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), Viafarini (Milano), Villa Rondinelli (Fiesole), Galleria ME Vannucci (Pistoia), TAI – Tuscan Art Industry (Prato), GATE26A (Modena), Spazio In Situ (Roma), Spazio Cordis (Verona).
La mostra da THEPÒSITO Art Space si apre con l’opera Quello che provo a dirti (2023): un’immagine digitale stampata su carta patinata è custodita in una busta sottovuoto, stabilendo una distanza fisica e simbolica con chi guarda. La busta sottovuoto diviene metafora della separazione tra il sé desiderato e il sé percepito, il linguaggio incapsulato in un medium che ne limita la portata espressiva.
Accanto all’opera bidimensionale, Ventura propone la performance A mare (2023), in cui il mare e il corpo umano si fondono in un dialogo profondo. Il mare, con il suo movimento continuo, diventa metafora della relazione, un flusso di intimità in cui i corpi si uniscono e si allontanano, oscillando tra l’abbraccio e la distanza. L’opera non si esaurisce nella performance: i vestiti indossati, impregnati di gesti e ricordi, restano come oggetti carichi di memoria, nell’installazione A mare te. Qui, i tessuti diventano reliquie della fisicità condivisa, simboli tangibili dell’incontro tra corpi e delle impronte che ogni legame lascia dietro di sé.
Il culmine della mostra è rappresentato da Even When I’m Not Here (2024), l’opera eponima, una fotografia del compagno dell’artista disteso sul letto alla fine di un rapporto, racchiusa in una sacca blu idrica. La superficie della coperta, che sembra formare un’onda, richiama l’immagine del mare, una metafora che attraversa tutta la mostra. Inserita in una sacca normalmente destinata a contenere liquidi, ora svuotata, l’immagine diventa simbolo di un mare interiore, un flusso emotivo sospeso, in assenza di un movimento vitale reale. Le parole “EVEN WHEN I’M NOT HERE” sono scritte sulla superficie della sacca, evocando una presenza che, pur invisibile, non smette di lasciare il proprio segno.
Con Even When I’m Not Here, Chiara Ventura invita lo spettatore a confrontarsi con i silenzi e le assenze che riempiono ogni relazione, a riflettere sulla presenza nascosta nel non detto. Tra parole mai pronunciate e gesti non conclusi, l’artista apre uno spazio per l’introspezione e per il dialogo sottile tra il sé e l’altro, anche quando il linguaggio sembra venir meno.
La mostra di Chiara Ventura da THEPÒSITO Art Space sarà visitabile fino al 12 gennaio 2025.
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