Tell Me the Story, Daniela Novello e Patrizia Novello. Martina's Gallery. Foto, Cosimo Filippini 2019
Da Martina’s Gallery, a Giussano, sarà visitabile fino al 30 novembre “Tell me the Story”, una doppia personale di Patrizia Novello e Daniela Novello. Le due sorelle, la prima pittrice e la seconda scultrice, hanno proposto un inedito progetto composto da 19 opere suddivise in tele e sculture. Peculiarità del loro lavoro, è la perfetta convivenza di colori delicati e densità del materiale, dimostrando affinità progettuale senza però violare lo status di indipendenza delle due diverse ricerche.
L’intera esposizione, curata da MARTINA, gioca sul binomio presenza-assenza. L’essere umano, al centro delle loro ricerche, non è mai rappresentato figurativamente ma è percepito attraverso una tacita presenza che si manifesta osservando le opere.
Il titolo, che letteralmente significa Raccontami una storia, è un chiaro indizio di quel che ci aspetta una volta varcata la soglia della galleria. L’intera mostra è un unico grande racconto che accompagna lo spettatore nella scoperta di grandi storie d’amore, di mancanze, di vicinanza e distanza.
La forte presenza silenziosa prima citata, ci accoglie all’entrata con le prime composizioni scultoree di Daniela. Una poltrona e un cuscino di piombo – Somma dei piccoli spazi #7 e Somma dei piccoli spazi #5 –, dei tappeti di varie dimensioni – Somma dei piccoli spazi #1, Somma dei piccoli spazi #2 – ricordano un ambiente domestico, al visitatore sembrerà di irrompere sulla soglia di casa di qualcuno, che anche se a noi sconosciuto, ci darà la possibilità di sostare nei suoi spazi privati, custoditi dalla sua esistenza intangibile eppure molto concreta.
Proseguendo con il racconto, la presenza silenziosa, comincerà a celarsi dietro delle scritte. La parola infatti è sempre ricorrente nelle tele di Patrizia, usata sia come protagonista che come parte di una composizione più ampia.
Nella sala espositiva di MARTINA, troviamo tre grandi tele, che con colori sempre più esplosivi, accompagnano lo spettatore. Le scritte inserite nei dipinti – That day we met, Mi manchi, Tomorrow – sono chiamate a relazionarsi con forme vaporose di colore, queste ultime infatti estendono il significato della parola, che non ha più una sola dimensione verbale. L’intenzione di Patrizia è infatti quella di risvegliare in noi spettatori sensazioni, attimi ed esperienza di vita, attraverso il sorprendente uso dei colori, fa scattare un’innata attrazione verso i suoi dipinti che spingono il fruitore ad interpretare l’opera secondo un’esperienza personale.
“Tell me the story” diventa una sfida e la prova da superare consiste nel soffermarsi ad ascoltare la propria storia perché l’intimità di ogni opera si rivela solo alla luce del nostro vissuto. Dunque, preparatevi ad ascoltare.
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