Berlino, 2025, ph. Francesca Magnani
C’è grande fermento a Berlino per l’imminente Gallery Weekend. Una delle mostre più attese è quella di Olafur Eliasson da neugerriemschneider. Nello spazio di Christinenstraße 18, nella grande corte interna della ex-brewery che ospita anche lo studio di Eliasson, l’artista islandese-danese espone una mostra dal lungo titolo: L’attrattiva di guardare attraverso una finestra polarizzata di opportunità , o di vedere una sorpresa prima che si riduca, si divida e poi si riduca ulteriormente.
Questo lavoro segna 30 anni di collaborazione con la galleria e si basa sulla continua esplorazione della relatività della percezione da parte di Eliasson, presentando un nuovo corpus di opere che si confronta con le proprietà fisiche della luce. Le opere esposte infatti condividono un insieme comune di materiali e principi: tutte esplorano la polarizzazione – filtri ottici che permettono alle onde luminose di un orientamento specifico, o polarità , di passare attraverso di loro, bloccando tutte le altre onde.
I filtri di polarizzazione si trovano comunemente in fotografia, dove vengono utilizzati per ridurre i bagliori dell’obiettivo. Eliasson reimmagina questa funzione convenzionale utilizzando questi filtri per creare effetti ottici inaspettati.
L’installazione assomiglia a un allestimento sperimentale costruito con materiali semplici: faretti, fogli di plastica e filtri polarizzatori. Due faretti illuminano le sale della galleria attraverso una finestra polarizzata. La luce cade su due forme scultoree rotanti e ugualmente polarizzate, producendo colori che si dissolvono e riemergono. Questo fenomeno deriva da una qualità del materiale nota come birifrangenza, per cui la superficie trasparente divide le onde luminose in raggi che si muovono ad angoli e velocità leggermente diversi. La combinazione del materiale birifrangente e dei due filtri polarizzatori crea molteplici colori attraverso un processo in cui la luce bianca viene ridotta, divisa e poi ulteriormente ridotta.
Come in gran parte della pratica dell’artista, l’atto della visione assume una dimensione dinamica e incarnata. Sebbene alcuni elementi dell’opera siano in movimento, sono soprattutto i movimenti degli spettatori e le angolazioni mutevoli dei loro corpi ad attivare l’opera: muovendosi e assumendo un diverso angolo di visuale modificano ciò che vedono. Le opere prendono vita grazie al loro coinvolgimento. Il concetto di polarizzazione di Eliasson suggerisce un passaggio da opposizioni rigide a una prospettiva più fluida e inclusiva. Rivelando i meccanismi interni della percezione, la mostra sfida e riorganizza le nozioni preconcette, trasformando questi meccanismi in modi per riconsiderare il nostro ambiente.
Questo spazio espositivo è il terzo aperto dai galleristi di neugerriemschneider. Inaugurò infatti nel 2022 con una mostra dell’artista Thomas Bayrle.
Ed è proprio a questo artista che viene dedicato l’altro spazio, quello di Linienstrasse. Qui, in bewegung im stillstand, Bayrle presenta un nuovo gruppo di dipinti insieme a collage e film degli anni Ottanta e Novanta. Guidate dal titolo della presentazione – movimento inattivo – tutte le opere esposte sono incentrate sulle interfacce tra la vita moderna accelerata, i sistemi in movimento e la natura che persiste. Le scale mobili serpeggianti, le metropoli uniformi e i pedoni in movimento diventano piante in vaso, motivi floreali o abbondanti raccolti grazie all’approccio compositivo caratteristico di Bayrle, la Superforma, sviluppata come tecnica pre-digitale e qui ampliata.
Nel corso della mostra, l’artista mette in dialogo le due fascinazioni che pervadono la sua pratica: i modi di trasporto e il consumo dei prodotti di massa di una società industrializzata. La mobilità , e le reti che la rendono possibile, sono da tempo presenti nel suo corpus di opere come autostrade schematiche, binari ferroviari o nastri trasportatori, in riflessioni sulla promessa di un movimento infinito.
L’artista evoca persone e merci in movimento, la parte resa anonima dall’insieme, che contribuiscono all’intricata macchina del XX e XXI secolo. L’impegno di Bayrle nei confronti della produzione di grandi numeri e di un’economia che la alimenta e la richiede deriva dalla sua testimonianza diretta del boom economico tedesco dopo la Seconda guerra mondiale, dal tempo trascorso a manovrare un telaio industriale Jacquard negli anni Cinquanta e dal suo lavoro in un’agenzia pubblicitaria nella Francoforte degli anni Sessanta. A partire da queste esperienze, Bayrle ha creato un’opera che mette in evidenza l’abbraccio della ripetizione rituale insita nei modelli economici su larga scala, utilizzandola per confondere e sondare l’individuo, la collettività e le loro sfumature.
Nello stesso spazio di Linienstrasse ci sarĂ anche una collettiva, da titolo movimento advettivo, correnti nebulose, con opere di Ai Weiwei, Thomas Bayrle, Andreas Eriksson, Mario GarcĂa Torres, Isa Genzken, Shilpa Gupta, Louise Lawler, Sharon Lockhart, Tobias Rehberger, Tomás Saraceno, Simon Starling, Pae White.
La mostra si concentra sull’offuscamento, con narrazioni dissolte dietro la nebbia, distorte, striate, increspate e pixelate in azioni trasformative, o ammorbidite in sfocature. Qui, in sculture, fotografie, stampe e tessuti, la rigidità di un’immagine articolata si dissolve e la realtà diventa malleabile, indefinibile e fugace. Mentre le composizioni si fondono su se stesse, la percezione si riconfigura in scene oniriche e surreali tra riverberi e fluidità ambientale che riflettono le ambiguità dell’esistenza moderna.
Il rapporto tra questi galleristi e artisti è di lunga data. Tim Neuger e Burkhard Riemschneider hanno inaugurato la loro galleria in Goethestraße 69 a Berlino-Charlottenburg nel maggio 1994. Negli anni successivi, neugerriemschneider ha esposto le prime mostre personali degli artisti allora ancora sconosciuti che poi sono diventati parte integrante del programma della galleria e sono oggi tra gli artisti più influenti della loro generazione. Nel settembre 1998, la galleria si è trasferita nella nuova sede di Linienstraße 155 a Berlino-Mitte, inaugurata con una mostra di Olafur Eliasson.
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