Fondazione CRT porta nella provincia di Cuneo l’infanzia, con una scultura pubblica

di - 19 Ottobre 2025

È partita la seconda edizione di Radis, il progetto di arte pubblica di Fondazione per l’arte CRT realizzato in collaborazione con Fondazione CRC. L’anno scorso la protagonista era stata l’artista Giulia Cenci, con un’opera per la cittadina di Rittana, in provincia di Cuneo. Quest’anno l’artista scelto è invece Petrit Halilaj, kosovaro classe 1986, già vincitore qualche anno fa del Premio Merz e ora riconosciuto a livello internazionale. Halilaj ha realizzato per il progetto Radis l’opera Abetare (Un giorno a scuola). Si tratta di un’ampia struttura in metallo, situata in borgata Valdibà, a Dogliani, proprio dove fino a poco tempo fa sorgeva un’antica scuola elementare.

Petrit Halilaj, Abetare (un giorno a scuola), 2025, Credits Giuliano Berti. Proprietà della Fondazione Arte CRT in comodato al Comune di Dogliani (CN)

L’opera di Halilaj fa parte di un ciclo di lavori che portano tutti il titolo Abetare (termine che nella sua lingua madre ha a che fare con qualcosa come il nostro sussidiario di un tempo, il libro che i bambini a scuola usano per imparare l’abc. In questi lavori l’artista si confronta con il mondo dell’infanzia e il suo linguaggio fatto di tratti incerti, fantasie semplici, un modo ingenuo e puro di tradurre il mondo in disegni e scarabocchi. La serie nacque una decina di anni fa, a partire dagli studi sui disegni infantili dei bambini di un piccolo villaggio del Kosovo, lo stesso da cui Halilaj proviene. Nel corso degli anni, l’artista ha costruito via via una sorta di archivio di disegni e scarabocchi infantili, ai quali si rifà per dare vita alle sue sculture, che interagiscono di volta in volta con l’ambiente in cui vengono collocate. Nel 2024 una scultura della serie Abetare è stata collocata al MET di New York.

Petrit Halilaj, Abetare (un giorno a scuola), 2025, Credits Giuliano Berti. Proprietà della Fondazione Arte CRT in comodato al Comune di Dogliani (CN)

L’opera realizzata per Radis nasce invece in un luogo che ha una storia particolare. Fino a poco tempo fa, su quel brandello di terra, come si è detto, c’era una vecchia scuola elementare, che fu frequentata da molti abitanti di Dogliani. Si tratta di un luogo quindi denso di storia e di memoria personale, significativo per molte persone che ne conservano ricordi di famiglia. L’opera di Halilaj è realizzata proprio a partire da disegni dei bambini di Dogliani, ma non solo. Sono anche disegni e scarabocchi dei bambini delle scuole elementari dei Balcani, proprio quelle zone tra il Kosovo e la Serbia che furono protagoniste di drammatici scenari di guerra negli anni Novanta. Lo stesso Halilaj era bambino a quel tempo e conserva memorie vive e personali di quel tragico periodo storico. Questo aspetto dona, perciò, all’opera uno spessore emotivo e poetico molto particolare, soprattutto in tempi come i nostri, in cui il tema della guerra è così tristemente attuale.

Petrit Halilaj, Abetare (un giorno a scuola), 2025, Credits Giuliano Berti. Proprietà della Fondazione Arte CRT in comodato al Comune di Dogliani (CN)

L’opera è realizzata in un materiale metallico/bronzeo. È una struttura lineare, che evoca alla perfezione i tratti incerti delle matite dei bambini. In essa sono rappresentati i soggetti tipici che popolano i disegni infantili di tutti i luoghi e di tutte le culture del mondo. Una casetta, il sole, una piccola papera… sono soggetti semplici, posti l’uno accanto all’altro ritmicamente, a costruire un paesaggio o una visione unitaria, ma anche in modo tale da poter essere oggetto di gioco. L’opera è, infatti, strutturata in modo da poter essere scalata, come se fosse un gioco, appunto, per fanciulli. L’immagine dominante è quella della casa, su cui spunta un piccolo sole sorridente.

Attraverso la casa, o meglio le linee che ne delineano la forma, si vede il paesaggio delle Langhe, denso di storia recente e passata e di attività agricole, con le sue lingue di terra che si estendono fino all’orizzonte, oppure dove lo sguardo si arresta di fronte a un banco spesso di nebbia che ne rende i contorni ancora più definiti, ma sempre con effetti poetici.

Tutto ciò che tocchi cambia. Tutto ciò che cambi, ti cambia, a cura di Marta Papini. Veduta della mostra durante l’inaugurazione. Credits: Giuliano Berti

Proprio la semplicità delle linee che compongono l’opera, nelle quali ciascuno può forse riconoscere un disegno fatto da bambina o da bambino, oppure uno scarabocchio dei propri figli, la rendono insieme semplice nella struttura, ma profonda e intensa per il suo significato, perché va a toccare un punto comune, qualcosa che rende simili le persone tra loro, oltre le nazionalità, i conflitti, ma persino le identità culturali e le vicende specifiche di ciascun popolo.

All’opera di Halilaj si affianca poi una piccola mostra con alcune opere della Fondazione CRT per l’arte. La mostra è stata realizzata nel centro di Dogliani, nella sede della Chiesa della Sacra Famiglia. Qui, tra storici affreschi domenicani che appaiono incorniciati come quadri e altre tracce di memoria storica, si affacciano opere di Marina Abramovic, Chiara Camoni, Sol Calero, Bracha L. Ettinger, Dorothy Iannone e Nolan Oswald Dennis.

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