Emiliano Maggi, Hypermaremma, Antica Città di Cosa, Ansedonia 2019
Un’incursione mirata su luoghi d’eccezione dello scenario maremmano attraverso mostre, installazioni, interventi sonori e performances che hanno come scopo quello di attivare e fecondare il territorio mediante una reale “iperattività”. Parliamo di HYPERMAREMMA, progetto organizzato da Giorgio Galotti e Carlo Pratis, che da Aprile 2019, con una serie di eventi, ha innescato un inedito dialogo tra il territorio e i nuovi linguaggi espressivi della contemporaneità. Dal 22 giugno al 7 settembre, il secondo capitolo del progetto, dal titolo “La Città Sommersa”, ha preso vita all’interno dell’eccezionale cornice dell’Antica Città di Cosa, sito archeologico situato sul promontorio di Ansedonia, che conserva le rovine di un antico insediamento romano. Qui, tra le spoglie di quelle che furono un tempo le antiche mura della città, il foro, la basilica e il capitolium, sono state disseminate le opere di 14 giovani artisti di nazionalità e culture differenti, invitati a dialogare con il luogo: Renata De Bonis, Michela De Mattei, Emiliano Maggi, Daniele Milvio, Rachel Monosov, Matteo Nasini, Pietro Pasolini, Alessandro Piangiamore, Benedetto Pietromarchi, Gianni Politi, Namsal Siedlecki, Piotr Skiba e Giovanni Vetere.
Una serie di interventi scultorei e installativi di grande impatto, a stretto confronto con la storia e l’ambiente circostanti, ridisegnano con linguaggi diversi il parco archeologico, tracciando un percorso che coinvolge il visitatore portandolo a ripensare il luogo attraverso nuove visioni. Il fine è quello di far riemergere la Città tramite una rilettura onirica dei suoi spazi, delle sua storia e del suo paesaggio e poterla così immaginare vivere una seconda vita, ma è anche un omaggio ad un grande artista del passato, sopratutto rispetto alle avanguardie sperimentali degli anni 60-70, la cui ricerca scultorea, legata sopratutto al dialogo col territorio, lo ha portato ad essere uno degli scultori più riconosciuti della seconda metà del ‘900: Mauro Staccioli.
Il cortocircuito fra presente e passato, innescato dagli artisti, ha generato quindi le forme di un’inaspettata Città, con nuove presenze, suoni e elementi in grado di ripopolare quello che nell’antichità è stato il crocevia principale della bassa Maremma.
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