In occasione del primo giorno della manifestazione “Gallerie di Primavera” – lo scorso 6 maggio 2021 -, la galleria d’arte Riccardo Costantini Contemporary ha presentato il sesto numero del libro seriale Ghost Book, fondato dall’artista Giorgio Racca, dal titolo La Bellezza cambia il mondo?, a cura dello stesso gallerista. Inizialmente concepito unicamente come progetto editoriale, a causa delle sospensione delle operazioni di stampa conseguente la pandemia, Ghost Book 6 dapprima venne presentato online, approdando sui social e con un’esposizione virtuale sul sito ufficiale. Dopo un periodo di gestazione, la mostra online si è riappropriata degli spazi in presenza ed il libro ne è diventato il catalogo espositivo. Ghost Book 6 indaga sulle interazioni che la natura ha con l’uomo, ponendo l’attenzione sulla percezione della bellezza.
Nonostante la pandemia, il tema del progetto non solo è immutato, ma si è arricchito di riflessioni sulla soggettività e sul valore della bellezza, che diventa sinonimo del delicato rapporto tra l’uomo e la natura. La mostra è una raccolta di testimonianze eterogenee che va dagli scatti marini di Ilaria Abbiento, che percorre itinerari cartografici immaginare per un’indagine poetica del suo “oceano interiore”, alle immagini evocative e performative di Maura Banfo che, con le sue conchiglie, rappresentano l’unicità dell’essere all’interno di un ecosistema, fino alle foto di Patrizia Mussa di territori ad oggi lacerati dai conflitti – Afghanistan, Etiopia, Yemen – che l’artista ha fotografato ancora quando erano ancora riserve di cultura e di risorse, dove l’armonia tra natura ed architettura restituiva paesaggi sereni ed incantevoli.
Attraverso l’uso delle Polaroid, Gianpiero Fanuli descrive le estati sulle spiagge italiane ed il senso di leggerezza e spensieratezza che ne deriva, mentre Giorgio Racca sceglie una rappresentazione più intima della realtà , raccontando lo scorrere della vita nel susseguirsi di azioni che determinano la quotidianità , indagando sull’esistenziale. Bellezza semplice ed assoluta nei fiori scattati da Edoardo Romagnoli, ottenuti attraverso lunga esposizione, sovrapposizioni e movimenti progressivi della camera, una denuncia alla l’incapacità di rappresentare la natura se non con processi zelanti. Claudio Orlandi tenta di preservare i ghiacciai cristallizzandoli con la tecnica della copertura, nel vano tentativo di arrestare l’azione nefasta antropica. Infine, nelle immagini di Pierluigi Fresia, la realtà viene totalmente decontestualizzata ed irrisa mediante testi e segni grafici, portando il visitatore ad ovviare a tale senso di squilibrio cercando possibili legami tra gli elementi mediante il proprio bagaglio esperienziale e conoscitivo, rendendolo un osservatore attivo
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