Se l’ecosistema di Venezia è per antonomasia uno dei più fragili del pianeta, sottoposto a ingenti pressioni antropiche, si può ripartire proprio dalla sua manifestazione più conosciuta – e frequentata – al mondo. La Biennale ha infatti ricevuto la certificazione di Neutralità carbonica, ai sensi dello standard internazionale PAS2060, assegnata dall’agenzia italiana RINA per tutte le sue manifestazioni svolte nel 2022: 59ma Esposizione Internazionale d’Arte, 50mo Festival Internazionale del Teatro, 16mo Festival Internazionale di Danza Contemporanea, 79ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, 66mo Festival Internazionale di Musica Contemporanea.
Perseguendo l’obiettivo di azzerare l’impatto carbonico, la Biennale ha lavorato in due direzioni, come spiegano dall’istituzione: «La riduzione delle emissioni sotto il proprio controllo e la compensazione delle emissioni residue, attraverso l’acquisto di crediti di carbonio certificati, generati da progetti di energia rinnovabile in India e Colombia». In riferimento alla riduzione delle emissioni, la Biennale ha integrato principi di sostenibilità ambientale in tutte le fasi del ciclo di vita dell’evento, portando avanti in parallelo un’attività di sensibilizzazione e coinvolgimento dei fornitori dei beni e servizi necessari allo svolgimento delle manifestazioni.
Secondo quanto specificato, le principali azioni messe in campo sono state: utilizzo di energia proveniente da fonte rinnovabile; Riduzione dei materiali utilizzati, e promozione del riciclo per il loro fine vita; Riutilizzo di allestimenti e attrezzature; Incremento dell’offerta di opzioni vegetariane nell’ambito del servizio di ristorazione, e privilegio di prodotti a kilometro zero; Riduzione dell’impatto della logistica attraverso l’ottimizzazione delle percorrenze. Queste scelte saranno rafforzate per consolidarne i benefici nel lungo termine: «Continueremo a diffondere informazioni sui cambiamenti che la Biennale sta apportando e sulle buone pratiche che i visitatori possono realizzare direttamente», ha affermato Roberto Cicutto, Presidente della Biennale.
Altre importanti fiere e mostre d’arte hanno cercato di ridurre la propria impronta di carbonio, come Frieze e Art Basel, che fanno parte della GCC – Gallery Climate Coalition, consorzio internazionale che riunisce istituzioni culturali pubbliche e private per ridurre l’impatto ambientale del settore. Le tante manifestazioni d’arte, come biennali e fiere, che si organizzano in tutto il mondo, con la loro vasta impronta di carbonio dovuta sia all’allestimento che alla movimentazione di persone e cose, hanno certamente la loro parte di responsabilità – seppur marginale, rispetto ad altre attività – nell’emergenza climatica. Dopo le tante manifestazioni di protesta dei gruppi ambientalisti proprio nei musei, però, sembra essere venuta l’ora di scendere in campo per invertire la rotta, per dare, almeno, il buon esempio.
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