La libertà di fare insieme: il collettivo artistico Fondazione Malutta si racconta

di - 10 Ottobre 2023

Fondazione Malutta dal 16 settembre presenta “Fondazione Malutta in spazio”, mostra collettiva presso il project space Spazio Contemporanea di Brescia, accompagnata dal testo critico di Antonio Grulli. Fondazione Malutta è un collettivo di artisti in cui confluiscono culture, generi e sensibilità eterogenee in grado di arricchire la qualità e favorire la ricerca collettiva. Le geografie degli artisti di Fondazione Malutta raggiungono molti Paesi, dall’Albania alla Serbia, dall’Italia alla Croazia, dalla Slovenia alla Lettonia, dalla Francia al Kosovo, per approdare infine a Venezia, una città che, come l’arte, è allergica a ogni confine e che nel movimento, come nel commercio, trova la sua natura più profonda.

Il collettivo ha esposto in diverse istituzioni e gallerie in Italia e all’estero. Tra i progetti più recenti: Pesi Massimi, Spazio Punch, Giudecca, Venezia; VACCANZA The Mountain Tropical Experience, Fondazione Malutta AGAINST Dolomiti Contemporanee, Spazio di Casso al Vajont (Pn); Il Gemello Cattivo, Museo Santa Maria della Scala, Siena; Torre Maluttona- Mercato Babelico, Monitor Gallery, Roma; Brišit de bardò bardò / aiai caramba, Spazio Buonasera, Torino; Maluttaklaus, Straperetana, Pereto; La costruzione di un errore, Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia; Passengers That Come And Go, Tulla Culture Center, Tirana; Collezione Malutta, Monitor Gallery, Roma; Fondazione Malutta Meets the Albanian Pavilio, Albania Pavilion 15. Biennale di Architettura, Venezia; Finding Goran Gogić, Rob Pruitt’s Flea Market, A plus A Gallery, Venezia.

Conosciamo meglio il collettivo all’indomani dell’ultima inaugurazione presso Spazio Contemporanea a Brescia.

Fondazione Malutta nasce ufficialmente sotto status di associazione dieci anni fa. Dal sottobosco di una silenziosa bottega-atelier a Venezia, emerge di tanto in tanto in echeggianti mostre collettive. Qual è l’origine del vostro collettivo che ad oggi conta quaranta artisti?

«La formazione del collettivo è avvenuta nel 2013 all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Venezia in modo alquanto spontaneo. Il metodo di lavoro durante gli anni di studio era quello di condivisione di spazio e di saperi, una continua partecipazione che arricchiva tutte le parti. Rimanendo a stretto contatto e osservando come ognuno sviluppava il proprio linguaggio artistico, si è creato un forte legame. Questo legame ha fatto sì che un piccolo gruppo di persone – con gli anni poi sempre più numeroso – si unisse con la volontà di perpetuare questo metodo anche al di fuori dell’istituzione accademica».

Torre maluttona, Monitor, Roma, 2018. Courtesy Giorgio Benni

Si potrebbe dire che la pittura, essendo un linguaggio prevalente all’interno del vostro collettivo, sia una delle basi comuni che mettono in relazione tante menti differenti. In realtà, così come la geografia d’origine, anche i linguaggi artistici sono variegati e forse la principale caratteristica condivisa è quella dell’ironia. Come rientra questo elemento all’interno del vostro pensare di gruppo?

«Forse ironia non è il termine più adatto per descriverci complessivamente. È sicuramente una caratteristica di alcuni degli artisti, ma siamo oltre quaranta. L’aspetto più in linea con la nostra pratica artistica di gruppo è quello ludico e giocoso che ci permette di lavorare con una leggerezza tale per cui le declinazioni ben più profonde del progetto emergono d’improvviso: fra una nota scherzosa e l’altra si condensano le nostre riflessioni. Viviamo con gioia il processo di creazione della mostra e dell’allestimento in quanto è proprio lì che l’incontro di esperienze differenti genera narrazioni sempre fresche e nuove».

Pesi massimi, Spazio Punch, Venezia, 2020. Courtesy Augusto Maurandi

La vostra pratica collettiva si distingue anche per un’attitudine di non immobilità, contro la permanenza di condizioni interne: fra di voi c’è chi si muove, chi fa grandi giri per poi tornare. Fondazione Malutta rappresenta un porto sicuro nella crescita artistica individuale dei componenti?

«Sì, in qualche modo è un porto sicuro nel senso che diventa l’occasione di acquisire massima libertà rispetto al lavoro che andiamo a realizzare. Quando ci riuniamo nel collettivo gestiamo la direzione artistica del progetto in una crescita continua dettata dal ritrovarsi a seguito distanze geografiche, con un retroterra che muta e le ricerche di ognuno che maturano. Quindi sì, Fondazione Malutta è la libertà di fare quello che vogliamo, insieme».

Vaccanza, the mountain tropical experience, Dolomiti Contemporanee, Casso, 2021. Courtesy Giacomo de Dona

Fondazione in spazio sarà visibile fino all’11 novembre 2023 con gli artisti in mostra:
Beatrice Alici, Thomas Braida, Oscar Contreras Rojas, Anastasiya Parvanova, Francesco Maluta, Cristiano Focacci Menchini, Nicolas Magnant, Paolo Pretolani, Nina Ćeranić, Luisa Badino, Anna Marzuttini, Beatrice Gelmetti, Francesco Zanatta, Sulltane Tusha, Giulia Maria Belli, Mattia Sinigaglia, Andrea Grotto, Marco Gobbi, Enej Gala, Aleksander Velišček, Nezka Zamar, Barbara Prenka, Sebastiano Pallavisini, Bogdan Koshevoy, Daria Dmytrenko, Mattia Varini, Alessandro Bevilacqua, Anna Facchetti, Nicola Facchini.

Fondazione Malutta in spazio, Spazio Contemporanea, Brescia, 2023, installation view

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