THE SCHOOL OF NARRATIVE DANCE, Munich, 2023. Public performance. Photo Alessia Maiuri. Courtesy the Artist, Musem VILLA STUCK, Munich and Mazzoleni, London - Torino
Nella nostra quotidianità e nei dibattiti in ogni campo, dal sociale a quello artistico, risuonano costantemente parole come solidarietà, rispetto, inclusione, emancipazione, uguaglianza. Spesso queste parole rimangono prive di riscontro o reale sforzo applicativo, poiché renderle nostre può, talvolta, risultare estremamente complesso e farci vacillare.
Sulle strade di Monaco di Baviera, invece, Marinella Senatore ha fornito una chiave, un lasciapassare, per la comprensione e la concretizzazione di quelle parole, portando quasi ad un superamento delle stesse.
Domenica 23 luglio, parallelamente alla sua mostra personale We rise by lifting others a Villa Stuck e quella al Museum der Moderne di Salisburgo, entrambe sostenute dalla Galleria Mazzoleni, London – Torino, Marinella Senatore ha dato il via ad un’incredibile Parade, organizzata dalla SOND – School of Narrative Dance, da lei fondata nel 2012. Una delle parate più complesse emotivamente per l’artista, che ha coinvolto un numero altissimo di partecipanti, in una città dal peso storico e identitario particolarmente significativo.
Durata quasi 4 ore, la performance è stata caratterizzata da un insieme di energia di vita e compenetrazione d’animo tra i partecipanti ed il pubblico, in un susseguirsi senza pause di danze etniche, canti lirici e melodici, parcours, circensi, esibizioni di ginnastica ritmica, yoga, bande, balli e canti bavaresi.
Un’unione commovente di etnie e minoranze, di gruppi tradizionali, disabili, e persone di tutte le età, con un grande partecipazione di anziani, uniti sulle strade iconiche della città, tra palazzi un tempo centri di potere e controllo del Reich, e oggi riconvertiti in luoghi di cultura. Da una parte si può pensare al tentativo di superamento del peso storico della città, dall’altra alla necessità della coesistenza tramite la solidarietà e l’inclusione.
Con la Parade si assiste a un autoinserimento di storie personali in quelle collettive, e ciò viene reso possibile anche dagli scambi, come l’uso di percussioni africane da parte di donne bavaresi o l’esibizione in balli caraibici da parte di altri gruppi etnici, in un’alternanza di momenti di grande vitalità ad altri di forte commozione.
Il silenzio toccante durante la canzone Todo cambia segue le inaspettate esibizioni di tip tap, i canti lirici che si intervallano dalle finestre dei palazzi, le ballerine in tutù nella fontana davanti al Friedensengel, le giovanissime atlete di danza ritmica. E’ un continuo intercalare di imprevedibili performances per terminare in un ballo collettivo e liberatorio nella Odeonsplatz.
La solidarietà, dunque, si esplica attraverso la restituzione dell’attenzione al singolo, facendolo emergere nella sua identità. E ciò risulta incredibilmente vivido nella parata: tutti hanno un loro ruolo, ma tutti fanno parte anche dell’universalità che li circonda, in uno spazio sicuro ed emancipato.
Quella di Marinella Senatore è una pratica artistica complessa ed articolata, che apre le porte a ciò che spesso non è visibile dall’esterno, una libertà senza eguali fornita dallo spazio dell’arte. La sua umanità e la sua componente energetica sono motore di realizzazione delle Parade, ed ancor prima ciò si concretizza nei workshops, dove i partecipanti possono esprimere realmente il loro essere.
Marinella Senatore parla del suo universo interiore molto profondo, grazie al quale esprime il proprio potenziale in relazione con gli altri, soprattutto attraverso il corpo. Consapevolezza ed intuizione di questo aspetto diventano movente di tutto il percorso creativo delle Parade. Partecipando alla Parade, infatti, si può comprendere la ricerca di Marinella Senatore, risultato della sua formazione, delle sue origini, delle sue passioni, delle sue fascinazioni, della sua universale empatia, con una melanconia latente, ma vigorosa, viscerale. Nell’arte visiva, allo stesso modo, troviamo la concretizzazione formale di quello che avviene nelle parate, in uno spaziare tra collages, luminarie, disegni, video, come visionabili nella mostra a Villa Stuck.
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