Marianna Simnett, Leda Was a Swan (video still), 2024. Courtesy the Artist and Société, Berlin
Il corpo esiste come entità definita solo nel momento in cui occupa uno spazio e un tempo precisi. Una definizione apparentemente semplice ma che si rivela sfuggente e ambigua: cosa accade, infatti, quando il corpo entra in metamorfosi? Può ancora essere identificato come un’unità coerente? Leda è un cigno o il cigno è Leda? Questo intreccio tra mito e trasformazione prende forma nell’arte contemporanea grazie a Leda Was a Swan, l’ultima opera di Marianna Simnett, presentata nell’ambito di Pompeii Commitment. Materie archeologiche, il primo programma d’arte contemporanea a lungo termine del Parco Archeologico di Pompei.
Avviato nel 2020 Pompeii Commitment mira a creare una collezione d’arte contemporanea per il Parco Archeologico di Pompei, promuovendo ricerche artistiche e curatoriali che dialogano con la storia e le simbologie del sito. Il programma annuncia periodicamente le nuove commissioni e le fellowship, continuando a esplorare l’intersezione tra arte contemporanea e materia archeologica. Tra gli artisti coinvolti finora, Anri Sala, Formafantasma, Ed Atkins, Sophia Al-Maria, Liliane Lijn e Allison Katz, mentre tra gli ultimi progetti presentati, gli sticker digitali di Allora & Calzadilla.
Artista multidisciplinare britannica nata nel 1986, Marianna Simnett è riconosciuta per le sue opere che esplorano il corpo umano come luogo di trasformazione. I suoi lavori, che spaziano tra film, installazioni, performance e sculture, fondono realtà e fantasia, creando esperienze inquietanti e stimolanti per lo spettatore. Le sue opere sono state esposte in mostre personali presso sedi quali Hamburger Bahnhof di Berlino (2024), Institute of Modern Art di Brisbane (2019), Kunsthalle Zürich (2019), MMK Museum für Moderne Kunst di Francoforte (2018), The New Museum di New York (2018), oltre che in mostre collettive al Centre d’Art Contemporain Genève (2023) e al Castello di Rivoli di Torino (2022). Ha esposto anche alla mostra internazionale curata da Cecilia Alemani alla 59ma Biennale d’Arte di Venezia, The Milk of Dreams.
L’opera presentata da Simnett per Pompeii Commitment trae ispirazione dall’affresco di Leda e il Cigno, rinvenuto nel 2018 nella Casa di Leda a Pompei. Combinando scenografia, design di costumi, performance, video, suono e intelligenza artificiale, Simnett ha reinterpretato il mito classico, già riletto nella storia dell’arte da maestri come Leonardo e Michelangelo, attraverso la lente della storia di genere. Nell’opera, l’artista impersona sia Leda che il cigno, utilizzando un modello personalizzato di IA per generare sequenze animate accompagnate da una colonna sonora eseguita al flauto da Simnett stessa. Questa reinterpretazione sovverte la narrazione tradizionale, trasformando un atto di violenza in una rappresentazione di autodeterminazione.
Pensieri repressi, innati ed ereditati, trovano così espressione consapevole, oltrepassando aspettative di genere e ansie sociali connesse a secoli di patriarcato che hanno storicamente plasmato anche le rappresentazioni e narrazioni degli antichi miti. A metà del video, la testa del cigno (o la mano di Leda) è mostrata intimamente vicina alla regione pubica della ragazza, teatralizzata attraverso un parrucchino. L’allusione alla masturbazione trasforma una penetrazione non consensuale in piacere, impiegando un’irriverenza che deride la dimensione sensuale, persino seducente, che per lungo tempo ha investito il mito di Leda e il cigno.
In occasione della Digital Fellowship dell’artista, l’opera è presentata online insieme a una ampia raccolta di fotografie e immagini di backstage che svelano le diverse fasi di produzione.
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