Gizela Mickiewicz, Gestures from Afar, 2021 Plastica polimorfa, perlite, pigmento, 70x165x62 cm (dettaglio). Courtesy Galeria Stereo, Varsavia. Foto: Mattia Mognetti
Per la prima volta insieme, dialogano fra loro i lavori di Gizela Mickiewicz e Alessandro Teoldi, esposti nelle sale di Renata Fabbri a Milano per la mostra Grappling with gestures, the gaze wanders. I due artisti condividono gli spazi della galleria milanese per una doppia personale curata da Giovanna Manzotti fino al 16 settembre 2023.
Gizela Mickiewicz vive e lavora a Varsavia, la sua pratica artistica comprende scultura, disegno e installazione. La sua ricerca indaga l’orientamento del corpo, come pensieri, relazioni interpersonali; i ricordi si riflettono nei gesti, come vediamo in Gestures from Afar: un lungo braccio in plastica e perlite, innaturalmente contorto, sembra muovere dal basso una presa, sviluppandosi nella sala in un groviglio di sezioni tubolari si alternano a spazi vuoti. Definite come “sculture performative e situazionali”, le ultime opere della Mickiewicz esposte da Renata Fabbri traducono gli stati spirituali dall’artista in oggetti scultorei realizzati con materiali sostanzialmente opposti come il feltro combinato con l’acciaio di Repetition Paths, o con l’alluminio di The Shape of Doubt, entrambe del 2023. «I ricordi», spiega Mickiewicz, «sono di solito percepiti come costanti e permanenti, ma sono invece forme che cambiano dinamicamente, fragili e soggette a errori. Lungi dall’essere una testimonianza letterale del passato, la memoria è piuttosto un processo ricostruttivo pieno di distorsioni e inesattezze». In queste due opere l’artista esplora il ruolo della memoria, come questa possa essere alterata, persa, ritrovata nel tempo.
Di un’altra natura sono i lavori di Alessandro Teoldi: i grandi collage tessili presenti in mostra, Untitled (United, Austrian Airlines, Emirates e American Airlines) e Untitled (Northwest Airlines, Austrian Airlines, Avianca, Emirates e American Airlines), fanno da eco alla scultura di Mickiewicz Gestures from Afar. Teoldi crea queste composizioni tagliando e cucendo insieme frammenti di coperte per aerei in volo – quelli che ha trovato da solo, acquistati online o che sono stati raccolti da amici e conoscenti durante i voli. Questo passaggio è fondamentale per far sì che, insieme ai fili di tessuto, si intreccino anche le storie dei loro temporanei proprietari. Le figure all’interno delle composizioni descrivono situazioni di timidezza o desiderio, immortalate nell’atto di toccarsi o accarezzarsi dolcemente, mostrarsi o nascondersi. La dimensione anonima dei protagonisti nelle opere di Teoldi contribuisce ad instaurare una connessione con chi le guarda, invitandolo a ripercorrere relazioni passate e presenti o immaginari e possibili legami futuri. L’artista vive e lavora a New York dove ha esposto in numerose mostre personali e collettive.
L’intimità, la tensione corporea, lo spazio e la memoria sono i temi principali affrontati dagli artisti in Grappling with gestures, the gaze wanders: seppur diverse nel linguaggio le opere di Mickiewicz e Teoldi conversano tra loro, trasportando lo sguardo del visitatore verso spazi mentali ed emotivi, ripercorrendo schemi e sensazioni che si ripetono nel quotidiano. «Ciò che si innesca è una “disintegrazione dello sguardo”», come scrive la curatrice Giovanna Manzotti, «l’esperienza di un processo ricostruttivo che ha più a che fare con la mente che con l’occhio. Lo sguarda vaga, così come l’occhio e la mente».
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