Memories and Sediment, Judith Mall & Sylvie Ringer, installation view, courtesy Curva Pura
La mostra “Memories & Sediment” ha permesso di vivere la galleria romana Curva Pura come luogo di scambio, dove la cifra stilistica di Judith Mall e Sylvie Ringer si è incontrata per un viaggio all’interno di un paesaggio di visioni aeree e immersive che, dal mondo naturale, possono farsi metafora di un impulso vitale. In occasione del finissage, che si terrà il 13 febbraio, abbiamo intervistato Nicoletta Provenzano, curatrice della mostra.
Com’è stato per te curare una mostra bipersonale di due artiste internazionali?
«Curva Pura, come spazio indipendente e aperto alla sperimentazione, ha sempre avuto un’attenzione particolare verso l’internazionalità, cercando un confronto diretto e stimolante con la realtà contemporanea europea e non solo. La bipersonale di Judith Mall e Sylvie Ringer ha un valore contrappuntistico intrigante, in cui i due universi si incontrano componendo un equilibrio incredibilmente stringente, intimamente attrattivo. Le due poetiche sono risultate da subito armoniche e perfettamente dialoganti, con salti ritmici che restituivano slancio e vitalità, forze ancestrali e atmosfere elegiache, aprendo lo sguardo a contemplazioni risonanti e incisive».
Quali sono i principali punti di convergenza della ricerca portata avanti dalle due artiste?
«L’immaginario di Judith Mall e Sylvie Ringer si incontra nella materia antica e duttile del disegno, nella morbidezza del carboncino e si unisce in una narrazione memoriale e onirica, in un percorso paesistico ancestrale.
Le loro opere riescono a racchiudere un’atmosfera misterica e al contempo una territorialità percettivo introspettiva, in cui il fruitore si immerge tra le luminosità, le gradazioni cromatiche, i chiaroscuri vibranti, le forme delineate in movimenti lievi.
Il dialogo tra le opere si è originato nell’incontro ritmico liminale tra le due poeticità, arrivando a toccare emersioni inconsce, forze generatrici, realtà simboliche e primordiali in un riconoscimento reciproco che vive di alchimia, ma anche delle nette distinzioni tra le due ricerche: lo scambio dialettico avviene sia su un territorio tonale che su un principio archetipico, composto per entrambe da un fluire lirico, evocativo ed energico, da sedimenti e memorie, come abbiamo tracciato nel titolo, che prendono consistenza fisica nei contrasti netti di luce ed ombre, nelle cromie limpide e nitide».
Le opere delle due artiste dialogano portando avanti tematiche universali. Pensi che potrebbero essere declinate anche negli aspetti più intimistici dell’io?
«C’è un’idea di perpetuo processo trasformativo naturale, una interconnessione soggiacente, un afflato poetico che attraversa i lavori delle due artiste.
Sia Ringer che Mall, nella singolarità e diversità delle loro ricerche, percorrono un viaggio all’interno di un paesaggio immaginifico e mnestico, di visioni aeree e immersive che dal mondo naturale possono farsi metafora di un impulso vitale, possono corrispondere a territorialità del se’ in cui rispecchiarsi e trovare un legame ermetico tra proiettività inconscia e trasporto quasi ieratico nella natura primigenia».
In che modo le tecniche si esprimono nella ricerca delle due artiste?
«La carta, il carboncino, i pastelli sono elementi fragili, ma duttili, intuitivi, a cui le artiste restituiscono una potenza e icasticità vertiginosa: ogni dettaglio è un’attrazione segreta, una memoria antica che riemerge e appare come estetica atmosferica, introiettiva.
Judith Mall ha nella purezza e assolutezza del carboncino il suo più prossimo e imprescindibile linguaggio da cui fa affiorare intense lucentezze e consonanti umbratilità, una incisività espressiva che conduce in sfere coscienziali sospese, in un ignoto esistenziale che risuona e si riflette in una dimensione al di là delle coordinate cronòtopiche.
In Sylvie Ringer l’unione sapiente di pastelli, carboncino, inchiostri e pigmenti compone atmosfere evanescenti, materialità rarefatte, margini limpidi di una natura incontrastata, originaria, simbolica, viva e metamorfica, affascinante ed enigmatica, che permane come fondamento corrispondente tanto al dato di natura quanto ad un universo percettivo cosciente».
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