© Katoufas Brothers, Courtesy Alekos Fassianos Estate
«Lo Zeyrek Çinili Hamam ha riaperto le sue porte nel 2023, dopo un restauro durato 13 anni, con la mostra Healing Ruins, che ho curato su invito di Koza Güreli Yazgan, Direttrice Fondatrice di questo complesso. In questa occasione, la Cisterna Bizantina è stata presentata al pubblico per la prima volta, diventando parte integrante della mostra inaugurale dopo essere rimasta dimenticata per secoli. Dopo l’entusiasta accoglienza ricevuta, abbiamo deciso di destinare la cisterna ad interventi di arte contemporanea anche dopo la ripresa della funzione originaria dell’hammam come bagno, mantenendo così la sua vocazione sociale attraverso un programma dedicato all’arte e al design.
Il nostro obiettivo è riattivare i molteplici strati di storia e simbolismo di questo luogo unico attraverso un dialogo con gli artisti.
In concomitanza con questa decisione, ho ricevuto una telefonata da Viktoria Fassianou, figlia di Alekos Fassianos. In realtà, ero da tempo un’ammiratricedel lavoro di Fassianos e, grazie a un’amica comune, Katerina Papanikolopoulos, nel 2021 ho finalmente avuto l’opportunità di visitare la loro casa ad Atene e conoscere la sua famiglia, quando l’artista era ancora in vita. Da allora, io e Viktoria siamo rimaste in contatto e, dopo l’apertura del Museo Fassianos, di cui è direttrice, è rimasta colpita dall’entusiasmo con cui il pubblico turco ha accolto l’opera di suo padre. Così, quando mi ha proposto di collaborare per una mostra a Istanbul, entrambe abbiamo immediatamente riconosciuto nella Cisterna Bizantina il luogo più significativo per un progetto di questo tipo. Dopotutto, non tutti sanno che il nonno di Fassianos era un sacerdote e che, da bambino, trascorreva il tempo in chiesa aiutandolo a lavorare sui manoscritti. Più tardi, come studente d’arte, approfondì anche lo studio dell’iconografia bizantina. Per me, questa scelta ha anche un forte valore simbolico: è un’occasione per ricordare ai miei compatrioti come ogni civiltà che ha attraversato Istanbul sia profondamente intrecciata e costruita sulle fondamenta di quella precedente – un aspetto che è emerso in modo straordinario anche durante gli scavi dell’hammam.
Posso ipotizzare come il committente dell’hammam Barbarossa e il suo architetto, Mimar Sinan (e persino i marinai che potrebbero essere stati galeotti impiegati nella costruzione, lasciando segni sulle pareti della cisterna nel desiderio nostalgico della loro casa e del mare), abbiano molto in comune con Fassianos, soprattutto come geni in esilio. Tuttavia, è stato naturale ricontestualizzare le sue opere accanto agli enigmatici graffiti scoperti nella cisterna. La dimensione onirica delle sue raffigurazioni di eroi quotidiani, modellata dalla mitologia greca e dall’iconografia bizantina, si allinea perfettamente con la storia di questo luogo, evocando la presenza di marinai e pirati che, forse, un tempo attraversarono queste camere sotterranee.
La cisterna è stata scoperta solo di recente e questa mostra rappresenta la prima di una serie di installazioni site-specific e interventi di arte contemporanea che verranno realizzati in questo spazio».
Il titolo della mostra è ispirato alla poesia Sailing to Byzantium di William Butler Yeats. In questi versi, l’intelletto del poeta è limitato dalla sua condizione umana. Yeats immagina quindi di liberarsi dal mondo mortale per raggiungere una condizione intellettuale eterna attraverso un’opera d’arte: “Una volta uscito dalla natura, mai più assumerò / forma corporea da alcuna cosa naturale, / ma una forma simile a quelle che creano gli orafi greci, / d’oro battuto e smalto dorato, / per tenere desto un imperatore assonnato”. Le opere di Fassianos sembrano condividere una profonda fascinazione per il concetto di tempo, in cui passato, presente e futuro si intrecciano. Come viene esplorato questo tema nella mostra?
«Grazie per questa domanda, hai effettivamente riassunto tutto alla perfezione! A mio avviso, sia Yeats che Fassianos attingono profondamente al simbolismo, al mito e a una visione idealizzata dell’antichità e della trascendenza. Entrambi utilizzano l’arte—la pittura per Fassianos e la poesia per Yeats—per esplorare la tensione tra la natura effimera dell’esistenza umana e il desiderio di trascendenza, eternità e immortalità attraverso la creazione artistica. (Si potrebbe persino sostenere che lo stesso valesse per Barbarossa e per Mimar Sinan.) Per entrambi, Bisanzio diventa il simbolo di questo regno artistico eterno.
Fassianos, attraverso l’integrazione dell’iconografia bizantina e l’immutabilità delle sue figure ispirate all’antichità, crea un mondo in cui l’arte sfida il tempo, offrendo una forma di immortalità. Tuttavia, a volte introduce con ironia un oggetto o un edificio contemporaneo, spingendoci a mettere in discussione la temporalità delle sue opere.
Le sue figure spesso appaiono in uno stato onirico, sospese nel tempo, come nei suoi ritratti di figure dormienti e angeli. Queste immagini possono essere interpretate come rappresentazioni visive di momenti che trascendono il mondo fisico, proprio come il protagonista della poesia di Yeats, che cerca di sfuggire al decadimento del corpo per raggiungere una dimensione superiore dell’esistenza.
Un altro elemento fondamentale che unisce Fassianos e Yeats all’(in)famous ammiraglio della marina ottomana Barbarossa, committente dello Zeyrek Çinili Hamam, è il mare. In entrambe le opere, sia nella poesia di Yeats che nell’arte di Fassianos, il mare simboleggia un passaggio tra mondi. Per Yeats, il mare è una metafora del viaggio dalla dimensione terrena e decadente verso il regno eterno e spirituale di Bisanzio.
Fassianos, con i suoi motivi ricorrenti di marinai e pescatori, evoca il mare come simbolo del viaggio della vita e del legame tra il mondo fisico e quello metafisico. Le sue figure marittime, cariche di qualità mitiche, sembrano fluttuare tra queste dimensioni, proprio come il protagonista della poesia di Yeats, che attraversa il mare per raggiungere Bisanzio».
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