15 febbraio 2025

Sailing to Byzantium: Alekos Fassianos in mostra in uno storico hammam di Istanbul

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Lo storico Hammam Zeyrek Çinili di Istanbul si apre all'arte contemporanea con la mostra di Alekos Fassianos, tra mitologia, iconografia e memoria: ne parliamo con la curatrice, Anlam de Coster

© Katoufas Brothers, Courtesy Alekos Fassianos Estate

Questo autunno, lo Zeyrek Çinili Hamam, un complesso storico con oltre 500 anni di storia, nel cuore di Istanbul, ospita la sua prima mostra nella Cisterna Bizantina, recentemente scoperta. Alekos Fassianos: Sailing to Byzantium, curata da Anlam de Coster in collaborazione con l’Alekos Fassianos Museum and Estate, mette in dialogo le opere dell’artista greco con il ricco patrimonio storico e culturale dell’hammam.

Il percorso espositivo offre uno sguardo inedito sull’opera di Alekos Fassianos (25 ottobre 1935 – 16 gennaio 2022), artista noto per il suo stile distintivo, che fonde mitologia greca, iconografia bizantina e modernismo. La mostra include cinque opere mai esposte prima al mondo, tra cui un dipinto dedicato a Istanbul, e molte altre opere presentate per la prima volta al di fuori della Grecia.

Attraverso le sue figure senza tempo, i suoi colori vibranti e le sue linee fluide, Fassianos evoca un universo sospeso tra passato e presente, dialogando con le suggestioni della cisterna bizantina. Questa mostra non solo segna il primo riconoscimento istituzionale di Fassianos in Turchia, ma anche l’inizio di un nuovo percorso per la Cisterna Bizantina, che continuerà a ospitare mostre d’arte contemporanea, consolidando il ruolo del Zeyrek Çinili Hamam come crocevia tra memoria storica e ricerca artistica.

Abbiamo chiesto alla curatrice Anlam de Coster di raccontarci qualcosa di più su questo progetto, visibile fino al 22 febbraio 2025.

Byzantine Cistern, Zeyrek Çinili Hamam
Byzantine Cistern, Zeyrek Çinili Hamam

La Cisterna Bizantina è un luogo di grande fascino e suggestione. Cosa ha guidato la scelta di questo spazio per la mostra? In che modo dialoga con il lavoro di Fassianos?

«Lo Zeyrek Çinili Hamam ha riaperto le sue porte nel 2023, dopo un restauro durato 13 anni, con la mostra Healing Ruins, che ho curato su invito di Koza Güreli Yazgan, Direttrice Fondatrice di questo complesso. In questa occasione, la Cisterna Bizantina è stata presentata al pubblico per la prima volta, diventando parte integrante della mostra inaugurale dopo essere rimasta dimenticata per secoli. Dopo l’entusiasta accoglienza ricevuta, abbiamo deciso di destinare la cisterna ad interventi di arte contemporanea anche dopo la ripresa della funzione originaria dell’hammam come bagno, mantenendo così la sua vocazione sociale attraverso un programma dedicato all’arte e al design.
Il nostro obiettivo è riattivare i molteplici strati di storia e simbolismo di questo luogo unico attraverso un dialogo con gli artisti.

In concomitanza con questa decisione, ho ricevuto una telefonata da Viktoria Fassianou, figlia di Alekos Fassianos. In realtà, ero da tempo un’ammiratricedel lavoro di Fassianos e, grazie a un’amica comune, Katerina Papanikolopoulos, nel 2021 ho finalmente avuto l’opportunità di visitare la loro casa ad Atene e conoscere la sua famiglia, quando l’artista era ancora in vita. Da allora, io e Viktoria siamo rimaste in contatto e, dopo l’apertura del Museo Fassianos, di cui è direttrice, è rimasta colpita dall’entusiasmo con cui il pubblico turco ha accolto l’opera di suo padre. Così, quando mi ha proposto di collaborare per una mostra a Istanbul, entrambe abbiamo immediatamente riconosciuto nella Cisterna Bizantina il luogo più significativo per un progetto di questo tipo. Dopotutto, non tutti sanno che il nonno di Fassianos era un sacerdote e che, da bambino, trascorreva il tempo in chiesa aiutandolo a lavorare sui manoscritti. Più tardi, come studente d’arte, approfondì anche lo studio dell’iconografia bizantina. Per me, questa scelta ha anche un forte valore simbolico: è un’occasione per ricordare ai miei compatrioti come ogni civiltà che ha attraversato Istanbul sia profondamente intrecciata e costruita sulle fondamenta di quella precedente – un aspetto che è emerso in modo straordinario anche durante gli scavi dell’hammam.

Posso ipotizzare come il committente dell’hammam Barbarossa e il suo architetto, Mimar Sinan (e persino i marinai che potrebbero essere stati galeotti impiegati nella costruzione, lasciando segni sulle pareti della cisterna nel desiderio nostalgico della loro casa e del mare), abbiano molto in comune con Fassianos, soprattutto come geni in esilio. Tuttavia, è stato naturale ricontestualizzare le sue opere accanto agli enigmatici graffiti scoperti nella cisterna. La dimensione onirica delle sue raffigurazioni di eroi quotidiani, modellata dalla mitologia greca e dall’iconografia bizantina, si allinea perfettamente con la storia di questo luogo, evocando la presenza di marinai e pirati che, forse, un tempo attraversarono queste camere sotterranee.

La cisterna è stata scoperta solo di recente e questa mostra rappresenta la prima di una serie di installazioni site-specific e interventi di arte contemporanea che verranno realizzati in questo spazio».

C’è stata una sfida particolare nell’integrare l’arte contemporanea in un contesto storico così unico?

«Assolutamente. La Cisterna è un sito di patrimonio culturale soggetto a rigide norme di tutela, che per la maggior parte impediscono di appendere qualsiasi cosa alle pareti o al soffitto. Inoltre, i tunnel sono piuttosto stretti, quindi abbiamo dovuto considerare sia l’esperienza dei visitatori che la sicurezza delle opere d’arte. Era fondamentale creare un sistema espositivo che permettesse di integrare le opere nello spazio senza entrare in conflitto con esso.
Abbiamo collaborato con PATTU, un team di progettazione espositiva con sede a Istanbul, esperto nella gestione di opere delicate e con una profonda passione per l’archeologia e la storia. In passato, hanno curato l’allestimento di importanti mostre museali, tra cui From Istanbul to Byzantium: Paths to Rediscovery, 1800-1955 al Pera Museum. Per questa mostra, hanno realizzato strutture autoportanti su misura, permettendo alle opere di immergersi nel contesto storico e di creare nuove connessioni tematiche tra il lavoro di Fassianos e l’architettura unica della cisterna. Si sono occupati anche dell’illuminazione e del design grafico, elementi essenziali per definire l’interazione con uno spazio così particolare».

Exhibition view, Alekos Fassianos, Sailing to Byzantium', Zeyrek Çinili Hamam © Hadiye Cangökçe
Exhibition view, Alekos Fassianos, Sailing to Byzantium, Zeyrek Çinili Hamam © Hadiye Cangökçe
Exhibition view, Alekos Fassianos, Sailing to Byzantium', Zeyrek Çinili Hamam © Hadiye Cangökçe
Exhibition view, Alekos Fassianos, Sailing to Byzantium, Zeyrek Çinili Hamam © Hadiye Cangökçe
Exhibition view, Alekos Fassianos, Sailing to Byzantium, Zeyrek Çinili Hamam © Hadiye Cangökçe

Il titolo della mostra è ispirato alla poesia Sailing to Byzantium di William Butler Yeats. In questi versi, l’intelletto del poeta è limitato dalla sua condizione umana. Yeats immagina quindi di liberarsi dal mondo mortale per raggiungere una condizione intellettuale eterna attraverso un’opera d’arte: “Una volta uscito dalla natura, mai più assumerò / forma corporea da alcuna cosa naturale, / ma una forma simile a quelle che creano gli orafi greci, / d’oro battuto e smalto dorato, / per tenere desto un imperatore assonnato”. Le opere di Fassianos sembrano condividere una profonda fascinazione per il concetto di tempo, in cui passato, presente e futuro si intrecciano. Come viene esplorato questo tema nella mostra?

«Grazie per questa domanda, hai effettivamente riassunto tutto alla perfezione! A mio avviso, sia Yeats che Fassianos attingono profondamente al simbolismo, al mito e a una visione idealizzata dell’antichità e della trascendenza. Entrambi utilizzano l’arte—la pittura per Fassianos e la poesia per Yeats—per esplorare la tensione tra la natura effimera dell’esistenza umana e il desiderio di trascendenza, eternità e immortalità attraverso la creazione artistica. (Si potrebbe persino sostenere che lo stesso valesse per Barbarossa e per Mimar Sinan.) Per entrambi, Bisanzio diventa il simbolo di questo regno artistico eterno.

Fassianos, attraverso l’integrazione dell’iconografia bizantina e l’immutabilità delle sue figure ispirate all’antichità, crea un mondo in cui l’arte sfida il tempo, offrendo una forma di immortalità. Tuttavia, a volte introduce con ironia un oggetto o un edificio contemporaneo, spingendoci a mettere in discussione la temporalità delle sue opere.

Le sue figure spesso appaiono in uno stato onirico, sospese nel tempo, come nei suoi ritratti di figure dormienti e angeli. Queste immagini possono essere interpretate come rappresentazioni visive di momenti che trascendono il mondo fisico, proprio come il protagonista della poesia di Yeats, che cerca di sfuggire al decadimento del corpo per raggiungere una dimensione superiore dell’esistenza.

Un altro elemento fondamentale che unisce Fassianos e Yeats all’(in)famous ammiraglio della marina ottomana Barbarossa, committente dello Zeyrek Çinili Hamam, è il mare. In entrambe le opere, sia nella poesia di Yeats che nell’arte di Fassianos, il mare simboleggia un passaggio tra mondi. Per Yeats, il mare è una metafora del viaggio dalla dimensione terrena e decadente verso il regno eterno e spirituale di Bisanzio.
Fassianos, con i suoi motivi ricorrenti di marinai e pescatori, evoca il mare come simbolo del viaggio della vita e del legame tra il mondo fisico e quello metafisico. Le sue figure marittime, cariche di qualità mitiche, sembrano fluttuare tra queste dimensioni, proprio come il protagonista della poesia di Yeats, che attraversa il mare per raggiungere Bisanzio».

© Katoufas Brothers, Courtesy Alekos Fassianos Estate

La mostra include anche opere inedite di Fassianos. Potresti raccontarci qualcosa in più su queste opere selezionate?

«Siamo profondamente grati e onorati che l’Alekos Fassianos Estate & Museum abbia riposto in noi la fiducia necessaria per condividere un corpus così ampio di opere. Persino i nostri visitatori greci sono rimasti sorpresi nel vedere una selezione così estesa dei suoi capolavori prestata dall’estate per una mostra fuori dalla Grecia!

Questa è infatti la prima mostra museale internazionale realizzata dopo la scomparsa dell’artista e presenta cinque opere inedite di Fassianos. Ho avuto la straordinaria opportunità di selezionare le opere direttamente nella casa dell’artista, insieme a sua figlia Viktoria Fassianou, che guida l’Alekos Fassianos Estate & Museum, e alla Direttrice del Fassianos Museum, Ioanna Piperigos. Entrambe possiedono una conoscenza profonda della sua opera, e grazie a loro abbiamo potuto scoprire lavori che non avevano mai lasciato la loro casa.

Tra queste cinque opere mai viste prima, ci sono due lavori dedicati ai marinai e una scoperta davvero eccezionale fatta durante una visita alla sua casa in Grecia. La sua famiglia mi ha raccontato quanto Fassianos amasse Istanbul, al punto da tracciare parallelismi tra Atene e Costantinopoli, dal loro fascino caotico ai piccoli riti quotidiani.

Con grande entusiasmo, abbiamo trovato tra i rotoli di tele negli archivi della casa il dipinto Συζήτηση στο Βόσπορο (Conversation sur le Bosphore), realizzato nel 2012. Questo ritrovamento è stato particolarmente significativo, poiché racchiude il legame speciale dell’artista con la città e il mare che la attraversa, in perfetta sintonia con il contesto della mostra».

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