Una residenza artistica in Puglia per curare le ferite del paesaggio

di - 20 Giugno 2025

In un paesaggio ferito, segnato dalla devastazione della Xylella, il Campo dei Giganti, a Nardò, in Puglia, continua la sua opera di rigenerazione radicale, estetica e comunitaria. Dopo l’intensa esperienza della residenza internazionale Radicate, il progetto evolve con una nuova tappa del percorso, Ombra, una residenza d’artista che interroga, attraverso linguaggi visivi e installativi, le tracce lasciate dalla desertificazione, accogliendole come stimolo alla rigenerazione.

Due i progetti selezionati tramite una open call pubblica, che hanno saputo cogliere, con sguardo sensibile e consapevole, la complessità simbolica ed ecologica dell’ombra: quello della fotografa Giulia Barone (Roma, 1994) e quello del duo artistico Graziana Di Santo (Andria, 1993) – Fabrizio Bellomo (Bari, 1982). La restituzione pubblica si svolgerà domenica, 22 giugno, alle ore 19, presso il Campo dei Giganti, con un evento aperto alla cittadinanza.

Giulia Barone, Campo dei Giganti

L’ombra, in questo contesto, non è negazione della luce ma spazio generativo, luogo di riflessione e cura, risposta poetica e politica alla crisi ambientale. È ombra “necessaria”, che protegge e invita alla sosta, alla contemplazione, alla rinascita.

Giulia Barone, con il suo lavoro di cianotipia, cattura i contrasti luminosi del paesaggio naturale del Campo dei Giganti. Il suo intervento si sviluppa come un’installazione immersiva, fatta di ombre e ritratti, immagini che raccolgono l’identità del luogo e della sua comunità. Uno spazio delicato e intimo che si offre come luogo di raccoglimento, di ascolto silenzioso, di memoria condivisa. Un’opera che diventa corpo collettivo, nella quale l’autorialità si fa tramite, voce plurale, gesto di restituzione.

Fabrizio Bellomo, Graziana di Santo, Campo dei Giganti

La proposta di Fabrizio Bellomo e Graziana Di Santo assume invece un registro quasi scultoreo. Attraverso l’uso di materiali di risulta, i due artisti innescano un dialogo diretto con il paesaggio post-Xylella, evidenziando l’assenza concreta di ombra e trasformando la mancanza in occasione di pensiero critico. Al centro, un tronco di ulivo, icona spezzata e sopravvissuta, su cui si stratificano elementi plastici, frammenti del nostro tempo antropico. Ne nasce un oggetto che è al contempo simbolo di una perdita profonda e tentativo di ricostruzione simbolica. Non una riparazione ma un atto di consapevolezza, un gesto che espone il trauma e lo attraversa consapevolmente.

La residenza Ombra, a cura di Carmelo Cipriani, si è configurata come un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, dove il fare artistico si è intrecciato con il paesaggio e il dialogo con la comunità è divenuto parte essenziale del processo creativo.

Il Campo si conferma territorio poetico e politico, spazio di sperimentazione che unisce arte contemporanea, ecologia e partecipazione. Dal 2020 questo uliveto monumentale – 1,5 ettari con 150 alberi colpiti dalla Xylella – è al centro di un progetto di rigenerazione artistica ideato da Ulderico Tramacere, che ha dato vita a un ecosistema collaborativo di artisti, ricercatori e abitanti del territorio. Elemento fondante di questa pratica rigenerativa è l’intervento pittorico con la calce, portato avanti nei Laboratori Permanenti di Cura del Bianco. La calce, materiale antico e sostenibile, diventa medium estetico ed etico: il bianco esalta la plasticità dei tronchi e, al contempo, richiama a un rito di purificazione e cura collettiva.

Promossa all’interno del progetto Erasmus+ Arte di comunità per ripartire dalla Xylella, con la partecipazione di Residui Teatro (Spagna) come partner europeo, la residenza d’artista Ombra è un’iniziativa che nasce anche grazie al sostegno del Polo Bibliomuseale di Lecce e al patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Nardò.

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