David Hockney, A Bigger Splash, 1967 Acrylic on canvas 242.5 x 243.9 x 3 cm (96 x 96 x 1.181 Inches) © David Hockney Tate, U.K.
In questi freddi giorni di gennaio, tutti stiamo aspettando la primavera, che esploderà con i suoi colori a Parigi: dal 9 aprile 2025, la monumentale sede della Fondation Louis Vuitton aprirà la più grande mostra dedicata al mitico David Hockney, maestro della pittura contemporanea. Oltre 400 le opere in esposizione, realizzate lungo un arco temporale che va dal 1955 al 2025 e con un focus sulla produzione degli ultimi 25 anni. Proprio quella del nuovo millennio, perché Hockney, nato a Bradford, Inghilterra, nel 1937, non ha mai smesso di sperimentare sulla luce e sulla percezione, catturando paesaggi, ritratti e scene quotidiane con il suo stile vibrante, espresso magnificamente anche attraverso l’uso di strumenti come l’iPad. Progettata in stretta collaborazione con Hockney stesso, curata da Suzanne Pagé con Norman Rosenthal, la retrospettiva offrirà una visione completa e intima della sua carriera, spaziando tra pittura, disegno, arte digitale e installazioni immersive.
David Hockney è stato fin dall’inizio un artista eclettico e sperimentale. Dopo gli studi presso il Royal College of Art di Londra, si trasferì negli anni ’60 in California, immortalando lo stile di vita glamour e le atmosfere di Los Angeles, creando alcune delle sue opere più iconiche, come A Bigger Splash (1967). La mostra alla Fondation Louis Vuitton si aprirà con una selezione di opere emblematiche di quel periodo, da Portrait of My Father (1955) a Portrait of An Artist (Pool with Two Figures) (1972), passando ovviamente per A Bigger Splash, tracciando l’inizio della sua carriera artistica a Bradford, il periodo londinese e la svolta californiana. Negli anni successivi, la sua pratica si è ampliata includendo il disegno, la fotografia, l’arte digitale e persino la scenografia per il teatro d’opera. Nonostante i continui cambiamenti nei media e nei temi, la sua ricerca raffinatissima è sempre rimasta incentrata sulle qualità tanto intime quanto superficiali della percezione.
In mostra anche una serie di riproduzioni di opere risalenti al Quattrocento e fondamentali nella formazione visiva di Hockney. La sua pittura si nutre di riferimenti storico-artistici che spaziano dall’antichità ai giorni nostri, dal primo Rinascimento ai Maestri fiamminghi, fino alle Avanguardie del Novecento. L’esposizione metterà in scena questo dialogo, presentando influenze di artisti come Fra Angelico, Claude Lorrain, Cézanne, Van Gogh e Picasso. Il percorso condurrà anche nello studio di Hockney, trasformato in una sala da ballo per riflettere l’atmosfera vivace della sua casa, dove musicisti e ballerini si esibiscono regolarmente, celebrando la sua profonda passione per la musica e l’arte performativa.
Il nucleo centrale dell’esposizione sarà dedicato agli ultimi 25 anni, un periodo prolifico in cui Hockney ha lavorato sul paesaggio dello Yorkshire e di Londra. Tra le opere spiccano May Blossom on the Roman Road (2009), Bigger Trees near Warter (2007) e una serie di ritratti e nature morte digitali realizzati su iPad, tra cui 220 for 2020, un’esplorazione digitale delle stagioni in Normandia (le vedute della Normania erano state già presentate a Parigi, al Musée de l’Orangerie, nel 2021).
Il percorso espositivo culminerà con due esperienze uniche: una nuova creazione sonora e visiva, frutto della collaborazione con 59 Studio, che occuperà lo spazio monumentale della Galleria 10 della Fondation Louis Vuitton, e una sala intima dedicata alle opere più recenti di David Hockney, come i dipinti inediti ispirati a Edvard Munch e William Blake, After Munch: Less is Known than People Think e After Blake: Less is Known than People Think.
«Questa mostra ha un significato enorme perché è la più grande mostra che abbia mai avuto: 11 sale nella Fondation Louis Vuitton. Saranno inclusi alcuni dei dipinti più recenti su cui sto lavorando ora, e penso che sarà molto bello», ha dichiarato Hockney.
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