Yayoi Kusama, Infinity Mirror Room – Phalli’s Field, 1965. ©Yayoi Kusama, Courtesy: Ota Fine Arts, Victoria Miro
In una della più importanti sedi espositive europee sarà inaugurata la prima grande retrospettiva in Germania sull’artista giapponese. Il Gropius Bau aprirà i suoi spazi per l’attesa esposizione “Yayoi Kusama: Eine Retrospektive“.
Era il 2019 quando abbiamo scritto della Yayoi Kusama mania. Si annunciavano tre esposizioni per il biennio 2020-2021 al Gropius Bau di Berlino, al Museo Ludwig di Colonia e alla Fondazione Beyeler a Basilea.
La mostra a Berlino avrà inizio nel mese di marzo di quest’anno. A causa del corona-virus, la retrospettiva – inizialmente prevista per il 2020 – era stata rimandata. Anche l’esposizione al New York Botanical Garden “Kusama: Cosmic Nature” avrà inizio ad aprile, quest’anno. Era stata annunciata nel 2019 e prevista per il 2020, poi annullata anche questa a causa del virus.
A cura della direttrice del Gropius Bau Stephanie Rosenthal e in stretta collaborazione con lo studio di Yayoi Kusama, “Yayoi Kusama: Eine Retrospektive” è la prima grande retrospettiva sull’artista giapponese realizzata in Germania. A ospitarla sarà uno spazio di circa 3000 m² in cui si racconteranno settant’anni di carriera.
Sono state allestite fedeli ricostruzioni delle sue mostre più importanti, saranno esposti dipinti e sculture. Sarà presentata una nuova Infinity Mirror Room e un’installazione site-specific nell’atrio del Gropius Bau. L’intento è quello di sottolineare l’importanza del lavoro artistico di Kusama in Europa, in particolare nella nazione tedesca.
La retrospettiva berlinese si concentra su otto mostre dal 1952 al 1983, riallestite all’interno del Gropius Bau. Attraverso un viaggio immersivo e temporale, i visitatori entreranno nel mondo di Yayoi Kusama così da poter apprezzare a fondo lo sviluppo della sua ricerca.
“Con la retrospettiva di Yayoi Kusama, siamo lieti di presentare il lavoro di un artista visionario e radicale. (…) Uno degli obiettivi della retrospettiva al Gropius Bau è quello di guardare alla sua personalità artistica e di evidenziare l’importante ruolo che ha svolto all’interno di una rete internazionale di artisti, critici d’arte, curatori e galleristi” — Stephanie Rosenthal, direttrice del Gropius Bau.
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