Vincent van Gogh, Campo di grano con cipressi (1889). Foto © Metropolitan Museum of Art, New York
Esiste qualcosa di più affascinante, complesso, armonico, degli alberi? Vivono per un tempo non classificabile in termini umani, si esprimono in un silenzio solenne eppure sono animati da migliaia di piccoli rumori, ne basta uno a caratterizzare intere porzioni di spazio senza mai risultare fuori posto, interagendo in maniera sempre diversa con tutte le gradazioni di luce e di ombra creano riflessi e tonalità che hanno ispirato scrittori e artisti. Insomma, con la loro presenza agiscono nel mezzo, in un territorio di confine tra noi e qualcosa di superiore o inferiore, cioè una dimensione opposta, inafferrabile. A rimanere colpito da questo mistero, fu lo spirito sensibile di Vincent Van Gogh e, per celebrare i 170 anni della sua nascita, avvenuta il 30 marzo 1853, il Metropolitan Museum di New York presenta la prima mostra interamente dedicata ai suoi cipressi.
In apertura il 22 maggio e visitabile fino al 27 agosto 2023, “Van Gogh’s Cypresses” riunirà 40 opere tra le più significative del grande artista olandese, oltre a disegni, fotografie, lettere e documenti d’epoca. Tra gli highlights sicuramente “Notte Stellata”, conservata al MoMA di New York. “De sterrennacht” fu realizzato nel 1889 e oggi è considerato uno dei dipinti più iconici della storia dell’arte occidentale (c’è anche uno speciale set Lego per chi non si accontenta di un semplice poster).
In quell’anno, dopo aver trascorso un periodo turbolento – durante il quale litigò in maniera accesa anche con l’amico Gauguin e avvenne il famigerato episodio della mutilazione dell’orecchio – Vincent decise di ricoverarsi nell’ospedale psichiatrico della Maison de Santé di Saint-Paul-de-Mausole, a Saint-Rémy-de-Provence, poco distante da Arles. Fin dalle prime osservazioni della regione, Van Gogh riconobbe l’importanza che gli alberi avrebbero assunto nella sua opera. In una lettera al fratello Theo, datata 9 aprile 1888, scrisse: «Ho anche bisogno di una notte stellata con cipressi o, forse sopra un campo di grano maturo», osservando in seguito di essere «Stupito che nessuno li abbia ancora fatti come li vedo io». Nel suo capolavoro, Van Gogh ritrasse un paesaggio notturno di Saint-Rémy-de-Provence, poco prima del sorgere del sole. Sulla sinistra, in una posizione preminente, si vede appunto un cipresso, che si staglia sui vortici del cielo come una fiamma animata da forze silenziose e profonde.
Nella mostra al Met non può ovviamente mancare il “Campo di grano con cipressi”, dipinto en plein air nello stesso periodo. L’opera è tra le più celebrate della collezione del museo newyorchese e non può lasciare la sua sede, per una esplicita richiesta del donatore. In occasione dell’esposizione, dunque, le due opere saranno riunite per la prima volta dal 1901. La mostra presenterà anche un’altra versione del Campo, una copia realizzata in studio e in prestito dalla National Gallery di Londra, mentre una terza versione, più piccola e in collezione privata, non sarà inclusa. Intorno alla versione del Met, però, ci sono ancora alcuni nodi irrisolti. Secondo alcuni studiosi, infatti, non ci sarebbero prove concrete per dimostrare che Van Gogh realizzò effettivamente l’opera all’aria aperta. Inoltre, a donare l’opera al museo, nel 1993 fu Walter Annenberg, che acquisì l’opera per 57 milioni di dollari e, secondo il giornalista James Ottar Grundvig, dalla collezione appartenente a Emil Bührle, industriale tedesco che fece fortuna vendendo armi ai nazisti.
Altra curiosità di mercato. Nel 2022, nell’importante asta di Christie’s dedicata alla collezione di Paul Allen, il dipinto “Frutteto con alberi di pesco in fiore e cipressi”, realizzato nel 1888 da van Gogh, fu battuto alla cifra record di 117,2 milioni di dollari.
A Pavia, una grande mostra ai Musei Civici del Castello Visconteo ripercorre la battaglia del 1525, attraverso arti rinascimentali e…
Sono stati annunciati gli artisti che parteciperanno alla terza edizione dell’ambiziosa Diriyah Contemporary Art Biennale, in apertura a gennaio: da…
La tragedia della guerra e la tenacia della liberazione sono le due anime di una mostra documentaria curata dall’Archivio Storico…
Dalla logistica alla conservazione, dalla valorizzazione alla gestione del rischio. Non formule preconfezionate, ma soluzioni sempre su misura. Ne parliamo…
La Fondazione Marta Czok di Venezia ospita un progetto espositivo in collaborazione con la School of the Art Institute of…
Per Maya Kokocinski Molero, la pittura è un varco verso l’invisibile: ne parliamo con la stessa artista di origini cilene,…