-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ne hanno scritto, parlato, sussurrato, urlato tutti nel mondo dell’arte. L’hanno chiamata «l’asta del secolo», invocando uno dopo l’altro i capolavori milionari di quel catalogo a prova di museo. Una Montagne Sainte-Victoire a tinte verdi e gialle ad opera di Paul Cézanne, una Maternité dal periodo d’oro di Paul Gauguin, un interno cremoso di Freud. Un Botticelli del tutto simile alla versione custodita agli Uffizi, per rincarare la dose, ma anche Georgia O’Keeffe, Alberto Giacometti, Andrew Wyeth. Alla fine il giorno è arrivato, ed è andato esattamente come previsto. Anzi meglio, in realtà, fino a un totale scintillante di $ 1,5 miliardi. Sono guanti bianchi per la prima tornata di Visionary: The Paul G. Allen Collection, la collezione del co-fondatore di Microsoft passa sotto il martello – quanto mai perentorio – di Christie’s, a New York. Danzano al vento le bandiere del Rockefeller Center, il ritmo è scandito da una pioggia di bid.
Si parte. Sono le Quatre baigneuses di Pablo Picasso a rompere il ghiaccio, svelato subito il trend della vendita, con un’impennata fiammante da $ 600,000-800,000 a $ 3,4 milioni. Un sempreverde Alexander Calder da $ 7,8 milioni, un Edward Steichen che sfiora i $ 12 milioni, la calma del mattino di Paul Signac da $ 39,3 milioni, dritti e diretti fino alla prima delle superstar all’incanto, Les Poseuses, Ensemble di Georges Seurat – che racchiude a sua volta l’assai nota Un dimanche après-midi à l’Île de la Grande Jatte. «Quando apparve all’asta per l’unica volta nel 1970», svela Max Carter, Vice Chairman, 20th and 21st Century Art, Americas, «lo storico dell’arte John Russell suggerì che fosse una delle tre o quattro più belle opere d’arte in vendita dal dopoguerra». Il prezzo finale? $ 149,2 milioni. Vale a dire un nuovo record per il pittore puntinista, 6 minuti di rapidissimi rilanci dopo. Era fermo a $ 35,2 milioni dal lontano 1999.
Proseguiamo. Chiude col botto la Montagne Sainte-Victoire, tocca il cielo stellato di $ 137,8 milioni – e già la raffica di aggiudicazioni a sette zeri sembra non sconvolgere più la sala. Sfilano Birch Forest di Gustav Klimt ($ 104,6 milioni), Maternité II di Paul Gauguin ($ 105,7 milioni), Verger avec cyprès di Vincent Van Gogh ($ 117,2 milioni), poi è il turno dell’attesissimo tondo di Sandro Botticelli, che faceva sperare nel record (qui), e si ferma invece a $ 48,5 milioni. Vola da $ 2 a $ 23,3 milioni anche la donna sognante di Andrew Wyeth, traguardo nuovo di zecca per l’artista americano. Ma è presto offuscato dall’impresa titanica di Lucian Freud, il suo Large Interior ispirato da Watteau chiude la partita a quota $ 86,3 milioni. «Non avevo mai fatto nulla di simile prima», commentava l’artista al termine del suo capolavoro. È record, ancora e ancora.
Ultime battute, scandisce il tempo l’auctioneer Jussi Pylkkänen, fino alla fine. Già a metà del tour de force, intorno all’aggiudicazione della scultura di Alberto Giacometti, Femme de Venise III ($ 25 milioni), anche il record della collezione Macklowe come asta più cara di sempre viene definitivamente scalzato. Per cinque volte, nel corso dell’incanto, viene infranta la soglia dei $ 100 milioni. Scrosciano applausi al termine delle bidding battles più sofferte, da Autumn Leaf II di Georgia O’Keeffe ($ 15,3 milioni) a Tiefes Braun di Wassily Kandinsky ($ 23,3 milioni). That’s a wrap, è tutto venduto, andrà tutto in beneficenza, 61 lotti dopo. Il miliardo è stato (ampiamente) superato.