Giacomo Balla, Vortice di Giardino, 1926-1930, olio e tempera su cartone telato, 130 x 130 cm
Il 2021 per Roma è lâanno di Giacomo Balla. In occasione del 150esimo anniversario della nascita dellâartista, che culmina con la mostra âCasa Balla. Dalla casa allâuniverso e ritornoâ, curata da Bartolomeo Pietromarchi e Domitilla Dardi, che aprirĂ il 17 giugno al Maxxi in concomitanza con lâapertura con visite guidate allâabitazione di Balla in via Oslavia a partire dal 26 maggio, la cittĂ eterna ha giĂ cominciato a celebrare il maestro del futurismo, che si trasferisce nel 1895 a Roma da Torino, dove era nato nel 1871. Il 15 aprile si è inaugurata alla galleria Russo la mostra âGiacomo Balla. Dal primo autoritratto alle ultime roseâ, curata da Fabio Benzi, che ripercorre lâintera carriera dellâartista attraverso 80 opere, tra le quali un nutrito gruppo di studio e bozzetti, tra i quali alcuni ineditiâ. Sulle pareti della galleria è dispiegato un romanzo per immagini che spiega nello spazio di poche sale un percorso di cinquantâanniâ scrive Benzi nel bel catalogo pubblicato da Manfredi. La fase figurativa divisionista è rappresentata dallâinquietante Autoritratto (1894), seguito dal delicato pastello La signora Crisafi al balcone (1902) e da alcuni disegni a matita, che precedono il gruppo di sei bozzetti preparatori per La pazza (1905) conservato alla Galleria Nazionale.
Si passa poi al periodo futurista, con una accurata selezione di bozzetti come VelocitĂ astratta (1913) insieme a Canto patriottico in piazza di Siena (1915) proveniente dalla collezione della fondazione Roma. Molto interessante ed accurata la selezione delle opere dei decenni successivi, impreziosita dalla presenza di opere di indubbia qualitĂ come Linee forza di mare (1919), Sâè rotto lâincanto (1920-21), Luce nello specchio (1925), Color luce: dissonanze e armonie (1933) fino alle Ultime rose (1952), il dipinto che chiude il percorso espositivo. âTutta lâopera di Balla fu in definitiva il frutto di un costante impegno per lâavanguardia: dal divisionismo al futurismo, fino ad una realtĂ improntata ai mezzi di comunicazione di massaâ conclude Benzi, che propone unâinteressante lettura per le opere dellâultimo periodo di Balla, contraddistinte, secondo il curatore, da un interesse per la fotografia come interprete oggettiva di un gusto âmodernoâ, caratterizzato da un universo visivo legato alla moda e al cinema, secondo unâestetica promossa da fotografi come Ghitta Carrel, Arturo Ghergo o Elio Luxardo. Ideale pendant della mostra da Russo è il caso di ricordare la qualitĂ di unâaltra sofisticata esposizione, che si è tenuta per la sola giornata del Natale di Roma, il 21 aprile 2021, allâinterno della boutique Bulgari in via Condotti 10. Lâoccasione viene dal 1895, quando lâartista arriva a Roma: nello stesso anno Sotirio Bulgari apre la sua prima boutique in via Condotti 28.
Una coincidenza che ha convinto la maison a rivolgersi alla galleria Futurism & co per creare un itinerario espositivo che riunisce 9 opere selezionate da Elena Gigli, che prende avvio dal Dittico di Villa Borghese: i tronchi, viale dei Sarcofagi (1905), composto da due pastelli ispirati dal Parco dei Daini, a pochi passi dallo studio dellâartista in via Paisiello. Nella Promenade, il corridoio coperto dalla volta a botte realizzata in vetrocemento da Florestano Di Fausto nel 1934 sono esposti Paesaggio piĂš velo di vedova (1916), Insidie di guerra (1915) e Espansione di Primavera (1918), mentre Colpo di fucile domenicale (1918) è unâopera legata alla drammatica scomparsa dello zio Marco, cacciatore del re, ucciso durante una battuta di caccia a Castelporziano dallâesplosione del fucile di Re Umberto. Infine, nel Salottino Taylor, la sala della boutique dove lâattrice Elisabeth Taylor si rifugiava durante le riprese del film Cleopatra, si potevano ammirare alcune opere futuriste, tra le quali spicca VelocitĂ astratta n.2 (1914). Una mostra preziosa che costituisce una lodevole maniera di omaggiare un grande maestro dellâarte italiana, purtroppo per una sola giornata.
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