In queste giornate in cui sembra di essere in una puntata venuta male di un telefilm di Netflix, è già molto complesso pensare a cosa mangiare domani a pranzo. Figuriamoci organizzare un festival. Eppure le kermesse culturali in Italia sono più di mille e tutte sono alle prese con la fragilità di questo momento storico (qui potete dare un’occhiata all’elenco delle manifestazioni sospese o procrastinate). Tra queste, Santarcangelo Festival che spegne 50 candeline, aspettando un Futuro Fantastico.
Futuro Fantastico è il tema che Motus, la compagnia fondata nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò e chiamata alla direzione artistica per l’edizione 2020 del Santarcangelo Festival, aveva scelto prima del Covid. «Avevamo deciso da tempo che FUTURO FANTASTICO (il titolo di un breve racconto che Isaac Asimov scrisse nel 1990 prefigurando – ottimisticamente – i giorni nostri) sarebbe stato il claim di questa “far-out” edizione, che guarda ai cinquant’anni trascorsi per immaginare il 2050. Poi è arrivata la pandemia a rendere ancora più infetti i pallidi tentativi di prefigurare futuri migliori. Dopo il debito smarrimento e infiniti ripensamenti sui colori, le striature, le derive semantiche in cui immergere questa fatidica edizione 2020 – che inevitabilmente, date le incertezze attuali, avrà una nuova veste d’emergenza – abbiamo deciso che sì, avremmo continuato a usare FUTURO FANTASTICO per nominarla», spiegano Casagrande e Nicolò.
E in attesa di sapere qualcosa di più sulle sorti di uno dei festival di teatro e arti performative più importanti nel panorama culturale italiano, Santarcangelo presenta il progetto Dream Suq, dove raccogliere idee per rilanciare un futuro condiviso: «Un labirinto informale in cui condividere, scambiare, suggerire, mettere in campo saperi e pratiche: un mercato senza moneta, o meglio la cui unica moneta è la solidarietà nella solidarietà di questo momento».
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