Spazio di Tempo. Tra intimità e alienazione, curata da Davide Federici e Antonietta Grandesso
La performance, Spazio di Tempo. Tra intimità e alienazione, allo Spazio Thetis ad Arsenale Novissimo, curata da Davide Federici e Antonietta Grandesso,è risultato della commistione fra il lavoro dell’artista Noam Ben Jacov e quello del ballerino Uri Eugenio.
La grande “fabbrica illuminata” – così definita da Davide Federici – che all’epoca aveva ospitato opere di artisti di caratura internazionale fra cui Jan Fabre, Michelangelo Pistoletto, Beverly Pepper e Pinuccio Sciola, diviene ora lo sfondo della performance.
Antonietta Grandesso ritiene che «ospitare il nuovo contemporaneo in un luogo – definito da Federici come “fra i più belli dedicati all’arte che esistono in città“– possa essere uno stimolo» per un continuo sviluppo della scena artistica contemporanea.
La performance site-specific, progettata dall’artista Noam Ben Jacov, non si traduce solamente nella gestualità del ballerino Uri Eugenio ma anche attraverso delle installazioni artistiche realizzate dallo stesso artista. Queste sono il frutto di un lungo lavoro iniziato a partire da semplici schizzi su carta, materializzato poi in complesse strutture reticolari metalliche di cui Uri si serve nelle performance, rendendole soggetti attivi e partecipativi.
Il lavoro di Noam genera da una profonda attenzione nei confronti di quel viaggio che ciascuno di noi fa con sé stessi durante il percorso di vita, definita da Federici come una «meravigliosa e dolorosa raccolta di attimi, un cammino». Ecco dunque che emerge qui la dimensione del percorso, su cui l’artista si sofferma analizzandone le gestualità e scomponendone ciascun suo attimo costitutivo. Uri Eugenio riesce a veicolare il pensiero di Noam in movimenti, arrivando persino a definirsi come una sorta di «translator« che rende possibile questa trasposizione tra differenti livelli gnoseologici.
Noam Ben Jacov studiò design del Gioiello presso l’Università NSCAD di Nuova Scozia e all’Accademia di Belle arti Gerrit Rietveld di Amsterdam. Sin da subito si avvicinò allo studio del corpo e della psiche umana, facendole diventare il punto cardine della sua produzione artistica.
Fra le sue performance più rilevanti troviamo room, 1986-87, realizzata con il performer Pedro Ramos, mentre fra le sue più recenti installazioni troviamo Lamento, 2022 per la Cello Biennale tenutasi ad Amsterdam nel 2022.
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