Categorie: Attualità

Copyright e diritto d’autore: i nuovi interrogativi sulle opere generate dall’Intelligenza Artificiale

di - 20 Marzo 2023

L’Intelligenza artificiale può avere la proprietà intellettuale? Secondo l’USCO – United States Copyright Office, sì, no, più o meno. Secondo una dichiarazione rilasciata pochi giorni fa dall’ente governativo degli Stati Uniti che si occupa della materia del diritto d’autore e della proprietà intellettuale, potrà essere considerata come ammissibile alla registrazione dei diritti d’autore anche un’opera generata dall’Intelligenza Artificiale. A patto però che l’autore, inteso come essere umano dietro alla macchina, possa dimostrare di aver dedicato una quantità significativa di lavoro creativo per l’elaborazione del prodotto finale.

Sono ormai diffusissimi i software di IA Intelligenza Artificiale in grado di generare automaticamente immagini o testo da un prompt di comandi o da un’istruzione, un processo che ha reso più facile non solo sfornare contenuti ma anche intentare cause (come quella epica che sta vedendo affrontarsi Getty Images e Stable Diffusion). Di conseguenza, l’USCO ha ricevuto un numero crescente di domande per registrare il copyright di vari materiali, in particolare opere d’arte, realizzati utilizzando tali strumenti.

La legge degli Stati Uniti afferma che la proprietà intellettuale può essere protetta da copyright solo se è il prodotto della creatività umana, dunque l’USCO riconosce solo il lavoro creato da esseri umani. Ed è una definizione tutt’altro che pacifica.

Un caso assimilabile, per certi versi, risale a qualche anno fa, in tempi non sospetti per l’IA, e coinvolgeva il fotografo David Slater, la Wikimedia Foundation e la PETA, organizzazione no-profit a sostegno dei diritti animali. E il macaco cinopiteco Naruto. Che nel 2011 diventò il personaggio più virale dell’internet, con gli autoscatti ottenuti manipolando la macchina fotografica lasciata incustodita da Slater, legittimo proprietario dell’oggetto. Ebbene, la PETA presentò una ingiunzione per chiedere l’assegnazione del copyright alla scimmia, ovvero per far riconoscere a Naruto la proprietà artistica e intellettuale dello scatto. Il tribunale diede ragione a Slater che rivendicava la sua scelta volontaria di lasciare la macchina incustodita.

In maniera non troppo dissimile, le macchine e gli algoritmi di intelligenza artificiale generativa non possono essere considerati come autori e i loro risultati non sono protetti da copyright. L’arte digitale, le poesie e i libri generati utilizzando strumenti come DALL-E, Stable Diffusion, Midjourney, ChatGPT o anche il nuovo GPT-4 non saranno protetti da copyright se sono stati creati da esseri umani utilizzando solo una descrizione testuale o un prompt, ha spiegato il direttore dell’USCO, Shira Perlmutter. «Se gli elementi tradizionali di paternità di un’opera sono stati prodotti da una macchina, l’opera manca di paternità umana e l’Ufficio non la registrerà», si legge in un documento che descrive le linee guida sul copyright.

Nel 2018, spiegano, l’Ufficio ricevette una domanda per un’opera visiva che il richiedente descriveva come «Creata autonomamente da un algoritmo informatico in esecuzione su una macchina». In quel caso, la domanda venne respinta perché, sulla base della documentazione portata, si ritenne che l’opera non contenesse paternità umana. Nel febbraio 2023, l’Ufficio ha concluso che una graphic novel composta da testo scritto da persone e immagini generate da Midjourney costituiva un’opera protetta da copyright, specificando che le singole immagini non potevano essere protette da copyright. Dunque, l’USCO ha riconosciuto l’opera nella sua interezza come frutto della creatività umana ma non le parti generate dalla macchina.

La risposta dipenderà dunque dalle circostanze, caso per caso, tenendo in considerazione, in particolare, il funzionamento dell’IA e il suo utilizzo per creare il lavoro finale. E dalle nostre parti? Per il momento, in Italia, adeguandosi alle ultime disposizioni europee, si è escluso che la macchina, quindi l’IA generativa, possa essere identificata come autrice dell’opera. Un’opera può essere tutelabile solo se è nuova, frutto dell’ingegno e dotata di carattere creativo ma, anche in questo caso, le circostanze sono da valutare per ogni situazione e non è detto che un’opera elaborata da un algoritmo sia necessariamente pertinente al pubblico dominio: anche in questo caso, la quantità e la qualità del contributo creativo umano rappresenteranno la discriminante.

Articoli recenti

  • Mostre

Un volo nell’astrazione: da Kandinsky a tutta l’Italia del primo Novecento

Al MA*GA di Gallarate, fino al 12 aprile 2026, il racconto di come si irradia in Italia l’astratto a partire…

27 Dicembre 2025 16:20
  • Arte contemporanea

Il MACRO di Roma riapre le porte con una intera programmazione dedicata alla città

Dopo una lunga attesa, parte ufficialmente la direzione di Cristiana Perrella: oltre alla grande mostra UNAROMA, dedicata allo scambio intergenerazionale…

27 Dicembre 2025 15:00
  • Arte contemporanea

La mostra di John Armleder a Ginevra è come un mercatino delle feste

John Armleder gioca con l'eterna ambiguità tra opera e merce, per proporre una concezione allargata dell’arte. E la mostra al…

27 Dicembre 2025 13:30
  • Fotografia

L’ultimo regalo di Martin Parr è stato il colore delle cose di tutti

In un’epoca che sottrae presenza alle cose, il grande fotografo Martin Parr ha lasciato un’eredità che appartiene a tutti: la…

27 Dicembre 2025 12:30
  • Mercato

Mercato dell’arte 2025: storia e cronistoria dell’anno che sta per finire

Fiere, aste, collezionisti, maxi aggiudicazioni. Un racconto per frame, per picchi, per schianti, più o meno approfonditi e intrecciati tra loro,…

27 Dicembre 2025 12:22
  • Mostre

L’eternità in mostra alle Scuderie del Quirinale, con i tesori dei Faraoni

La nuova mostra nel museo capitolino propone un'esplorazione unica nell'antica cultura egizia: preziosissimi reperti dai Musei del Cairo e di…

27 Dicembre 2025 11:34