Casa Balla, Roma
Casa Balla entra ufficialmente a far parte del patrimonio dello Stato italiano: il 14 ottobre, il Ministero della Cultura ha sottoscritto l’atto ufficiale di acquisto dell’abitazione-studio dell’artista Giacomo Balla a Roma, nel quartiere Prati, dove il maestro futurista visse e lavorò dal 1929 all’anno della sua morte, il 1958.
L’atto è stato firmato dal Direttore generale Musei, Massimo Osanna, alla presenza del notaio Clarissa Fonda e del Capo del Dipartimento per la Tutela del Patrimonio culturale, Luigi La Rocca. L’acquisizione, condotta dal Ministero della Cultura attraverso la Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, renderà la casa «un nuovo museo nazionale, una casa-museo dedicata a questo grande esponente del Futurismo, una corrente pittorica alla quale, insieme a tutta l’arte del Novecento, il Ministero sta riservando una grande attenzione», come ha affermato La Rocca.
L’operazione è stata condotta con il supporto della Soprintendenza Speciale di Roma, nell’ambito del Piano triennale d’investimenti 2022-2024 e 2023-2025. «È un giorno importante», ha dichiarato Massimo Osanna, continuando: «Casa Balla diventa museo nazionale. Una dimora unica, in cui ogni oggetto e ogni colore racconta l’energia creativa di Giacomo Balla, entra a far parte del patrimonio dello Stato. Il compito che ci attende è renderla pienamente accessibile, accompagnando tutti i pubblici alla scoperta di un capitolo fondamentale dell’arte del Novecento: il Futurismo e la sua eredità».
Nel 1915, Giacomo Balla e Fortunato Depero scrivevano nel manifesto Ricostruzione futurista dell’universo: «Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente». Questa dichiarazione di intenti vede una sua piena e tangibile realizzazione proprio in Casa Balla, dove il concetto di “opera totale” non rimase teorico, concretizzandosi invece in ogni angolo della dimora: un luogo di metamorfosi, in cui l’arte investe tutto. Un laboratorio di sperimentazione creato da Balla con le sue figlie, Luce ed Elica, in cui convivono dunque funzionalità ed estetica.
L’appartamento, definito «Impiegatizio» dalla stessa Elica nelle sue memorie, conserva una straordinarietà dovuta proprio al fatto che ogni oggetto, ogni colore, ogni decorazione riflette una visione coerente e consapevole. Non si tratta di una semplice collezione di opere d’arte, ma di un ambiente in cui la dimensione domestica diventa essa stessa espressione artistica.
Il valore complessivo dell’acquisizione è pari a 6,9 milioni di euro: 6 milioni destinati alle opere d’arte e agli arredi originali, e 900 mila euro per l’immobile in sé.
L’impegno finanziario dello Stato riflette sicuramente la consapevolezza circa l’importanza storica e artistica del bene e un’attenzione manifestata già a partire dal 2004, quando Casa Balla era stata dichiarata di interesse culturale dal Ministero della Cultura. A seguito di ciò, Casa Balla aveva visto un primo intervento di restauro condotto dall’Istituto Centrale per il Restauro e, più recentemente, ulteriori lavori di restauro dell’appartamento e delle opere messi in atto dalla Soprintendenza Speciale di Roma e dagli eredi, in collaborazione con la Banca d’Italia.
L’allestimento, che ha visto un lungo e attento lavoro di ricognizione, studio e messa in sicurezza dei beni curato dal MAXXI e dalla Soprintendenza Speciale di Roma, aveva permesso di restituire alla casa la sua anima originale: la velocità, il dinamismo spaziale, le forze della natura, i giochi di parole, l’Art Déco, aprendo alle visite in alcuni periodi dell’anno. Ora, con l’acquisizione ufficiale, il progetto di un’apertura più continuativa può finalmente realizzarsi.
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benissimo
grazie di tutto