Categorie: Beni culturali

Il dipinto ritrovato di Jacopo del Sellaio, dal saccheggio nazista a Rivoli

di - 10 Agosto 2020

La notizia è di poco tempo fa ed è la positiva risoluzione di uno dei tanti “gialli” che riguardano le opere d’arte requisite, saccheggiate dai nazisti. Al riguardo, la lista delle opere d’arte most wanted da oggi conta un capolavoro in meno. Un dipinto ritenuto perduto di Jacopo del Sellaio, saccheggiato dalla collezione di una famiglia ebraica viennese agli inizi della seconda guerra mondiale, è stato scoperto dal Museo Castello di Rivoli ed è ora in mostra nella Collezione Cerruti.

La dichiarazione di Grete Unger Heinz

«A quasi 93 anni, avevo perso la speranza che questo amato dipinto rinascimentale italiano appartenente ai miei genitori sarebbe mai riemerso. Sono lieta non solo che la Fondazione Cerruti abbia raggiunto un equo accordo con gli eredi della famiglia Unger, incluso un resoconto completo della travagliata storia del dipinto, ma anche che io possa ancora vedere l’opera stessa al Museo del Castello di Rivoli nel corso della mia vita», con queste parole colme di gioia di Grete Unger Heinz si conclude la vicenda particolarmente travagliata di un pregevole dipinto del Rinascimento italiano, e non solo. Ma procediamo con ordine.

Il dipinto ritrovato di Jacopo del Sellaio

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte, insieme all’Holocaust Claims Processing Office (HCPO) dello Stato di New York, hanno diramato la notizia della risoluzione della vicenda legata alla proprietà del dipinto intitolato Madonna col Bambino, san Giovannino e due angeli (1480-1485) di Jacopo del Sellaio.

JACOPO DI ARCANGELO, detto DEL SELLAIO Madonna col Bambino, san Giovannino e due angeli, 1480-1485 tempera su tavola, 89 x 59,8 cm Collezione Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte Deposito a lungo termine Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino Foto © Alessandro Fiamingo Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino

Questo dipinto, considerato una pregevole opera di ambito devozionale realizzata da Jacopo di Arcangelo detto del Sellaio (Firenze, 1443–1493), da oggi è un’icona dei tragici eventi che hanno scosso l’Europa nel corso del XX secolo.

L’imprenditore e collezionista Francesco Federico Cerruti (Genova, 1922-Torino, 2015) acquisì l’opera nel 1987, ignaro del suo passato, da un antiquario italiano che l’aveva a sua volta acquisita a un’asta di Christie’s a Londra, nel 1985. Di quest’opera, esposta a partire dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso nella camera della torre di Villa Cerruti, che fa ormai parte del polo museale Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea-Collezione Cerruti, siamo oggi in grado di ripercorrerne compiutamente le vicissitudini, insieme a quelle della famiglia Arens e Unger.

Dal collezionista Gustav Arens a Francesco Federico Cerruti

La nostra storia comincia con l’acquisto del dipinto da parte dell’uomo d’affari e collezionista Gustav Arens presso la Galerie Sanct Lucas di Vienna, all’inizio del 1936. Inviata quindi all’Akademie der bildenden Künste per il restauro, l’opera trova – grazie allo storico dell’arte Emmerich Schaffran – la sua attuale attribuzione a Jacopo del Sellaio, rettificandone la precedente attribuzione a Raffaellino del Garbo.

Alla morte di Gustav Arens, avvenuta nel marzo 1936, il dipinto viene ereditato dalla figlia maggiore Ann Arens, sposata con Friedrich Unger. Non molto dopo, presumibilmente dopo il marzo 1938, l’opera viene sequestrata dalle autorità naziste insieme all’intera collezione della famiglia Unger, per essere poi restituita a fronte del pagamento di un cospicuo riscatto.

Fila dietro da sinistra: Frieda, moglie di Gustav Arens, Friedrich (Fritz) Unger, Gustav Arens, Grete Arens Glasner; fila in basso da sinistra: Lise Arens; la bambina Gitta Unger (figlia di Ann e Friedrich Unger), Ernst Glasner, 1923 circa © Grete Heinz, Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino

Con l’acuirsi della persecuzione ebraica, nel giugno del 1938 Ann e Friedrich Unger e le figlie Grete e Gitte fuggono dapprima in Francia e, nel maggio del 1939, negli Stati Uniti. A nulla valgono i loro sforzi per sdoganare e spedire negli Stati Uniti le opere d’arte e gli altri beni rimasti in deposito a Parigi. Le operazioni vengono ostacolate dalla burocrazia e, nel febbraio del 1942, le autorità tedesche requisiscono definitivamente ogni proprietà della famiglia Unger, ivi compresa la collezione d’arte.

Le ricerche condotte dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e dall’HCPO

Dopo la Seconda guerra mondiale, gli Unger possono recuperare parte del loro patrimonio artistico, ma non il quadro di Jacopo del Sellaio, di cui si sono perse le tracce. La famiglia non si dà per vinta, e si mette ostinatamente sulle sue tracce per decenni, per rientrare in possesso del dipinto amato particolarmente sin dall’infanzia dalla figlia minore Grete (Vienna, 1928). Nel 1974 l’opera riappare sul mercato antiquario, presso la Galerie Fischer di Lucerna e, nel 1985, a Londra viene battuta a un’asta di Christie’s. Due anni dopo, ignaro degli eventi drammatici che avevano contrassegnato il dipinto, Francesco Federico Cerruti lo acquista da un mercante italiano che lo aveva acquisito all’asta di Christie’s.

Francesco Federico Cerruti, 4 ottobre 1957 © Fondazione Cerruti Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino

Nel 2016, dopo la morte di Cerruti (luglio 2015), si avviano gli accordi per l’affidamento della Collezione Cerruti al Castello di Rivoli, poi formalizzato nel 2018. Le ricerche condotte dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea permettono di riconoscere nella tavola il quadro sottratto alla famiglia Unger e, nel 2018 la Fondazione Cerruti, anche a nome del Castello di Rivoli, contatta l’HCPO – Holocaust Claims Processing Office dello Stato di New York. Grazie al’HCPO sono individuati gli attuali eredi nella famiglia di Grete Unger Heinz, figlia minore di Ann e Friedrich Unger, e nei figli di sua sorella Gitta Unger Meier: Karen Reeds, Andrea Meier e Alan Meier.

La Fondazione Cerruti rifonde lo Jacopo del Sellaio razziato

Nel 2018 viene, quindi, avviata una trattativa tra le parti, conclusasi felicemente nel 2020 con le finalità di mantenere integra la Collezione Cerruti, preservare il ricordo dei tragici eventi che hanno scosso l’Europa nel corso del XX secolo e permettere al pubblico di vedere il dipinto di Jacopo del Sellaio nella nuova casa museo, Villa Cerruti, gestita dal Castello di Rivoli. Oltre a un compenso finanziario il cui importo non è stato reso pubblico (in base alla valutazione di Christie’s sarà corrisposto in tre tranche grazie al fondo finanziario lasciato alla Fondazione da Cerruti), è stato anche concordato di narrare le vicissitudini del dipinto e della famiglia Arens e Unger ai visitatori. Insomma, un dipinto per la memoria.

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