Categorie: BiennaleARK

Il Padiglione belga | 7a Mostra Internazionale di Architettura | Venezia: Giardini di Castello

di - 10 Luglio 2000

All’interno di normalissime e quasi desuete teche di metallo, chiusi da una lastra di vetro, vengono mostrati al pubblico gli sviluppi dell’architettura contemporanea belga degli ultimi dieci anni. Il risultato è affascinante: non si deve fare altro che guardare le fotografie, i disegni, i plastici che illustrano una serie di nove interessanti progetti architettonici, tra cui uno solo di progettazione a scala urbana. Non serve affaticarsi per cercare di comprendere e interpretare la nuova rappresentazione computerizzata che rende difficilmente leggibili i caratteri del progetto, che spesso confuta i concetti rassicuranti di volume, superficie, confine, recinto, negandoli tutti in un colpo solo in nome di un’architettura che non è nemmeno zoomorfica ma liquida, impalpabile, inanimata e senza forma. Senza essere falsamente nostalgici, e con la consapevolezza che presto o tardi anche la rappresentazione computerizzata arriverà a codificarsi e a codificare l’architettura, è comunque consolante vedere opere fatte di muri, di vetro e acciaio, di tetti con le tegole, magari anche rossi. Il linguaggio degli architetti belgi presentato in quest’occasione sembra ripartire dalla lezione del moderno, affascinata dalla semplicità e dalla purezza derivante dall’accostamento di materiali diversi e dall’impostazione fortemente geometrica dello spazio. In questo si può notare una differenza, ad esempio, con le opere di Pierre Hebbelinck che erano state presentate nello stesso padiglione nella scorsa edizione della Biennale. In particolare la Maison Delauze dell’architetto belga erano un omaggio più alla pittura astratta della prima metà del secolo che non all’architettura dello stesso periodo: superfici bucate da aperture asimmetriche ne animavano la composizione. Nelle opere presentate quest’anno è più facile percepire la serietà, il rigore, la compostezza di edifici che si inseriscono nei diversi contesti, dalla città, alla periferia, allo spazio verde, con estremo rispetto e con grande modestia, pur senza rinunciare all’idea di architettura come altro dalla natura. Non si tratta certo di un passo indietro o di un’arretratezza di questi progettisti rispetto a coloro che già si sono tuffati nella virtualità architettonica: è solo un’altra modalità di pensiero etico riguardo all’architettura.

Francesca Pagnoncelli

[exibart]

Articoli recenti

  • Mostre

L’infinito volgere del tempo: il racconto di Carlo Zoli e Greta Zuccali

Nello spin-off di HUB/ART a Milano, ha inaugurato lo scorso 9 maggio e proseguirà fino al prossimo 15 giugno "L'infinito…

15 Maggio 2024 0:02
  • Attualità

A Parigi gli artisti difendono il Palais de Tokyo, accusato di fare propaganda woke

Più di 2mila artisti, curatrici e lavoratori della cultura hanno firmato una lettera per difendere il Palais de Tokyo dalle…

14 Maggio 2024 17:12
  • Personaggi

Come portare l’arte nella letteratura: intervista a Melania Mazzucco

Il Salone del Libro di Torino, sotto la nuova direzione di Annalena Benini, si è animato di incontri, dibattiti, presentazioni…

14 Maggio 2024 15:38
  • Progetti e iniziative

Buongiorno Ceramica, la festa diffusa delle città della ceramica

Mostre, laboratori, visite guidate, talk, per un programma di 500 appuntamenti diffusi tra 57 città, in tutta Italia: al via…

14 Maggio 2024 13:54
  • Bandi e concorsi

Premio di Pittura Giuseppe Casciaro 2024: online il nuovo bando

C’è tempo fino al 30 giugno 2024 per candidarsi alla settima edizione del Premio di Pittura Giuseppe Casciaro: le opere…

14 Maggio 2024 12:17
  • Arte contemporanea

Fuori Posto: alla Fondazione Imago Mundi di Treviso, una mostra sulla condizione dell’esilio

Una prospettiva esistenziale indaga la pluralità culturale, religiosa ed etnica di 11 campi per rifugiati sparsi su tutto il globo,…

14 Maggio 2024 11:11