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Dal 25 al 27 gennaio 2013 | SetUp. Fiera dell’Arte Indipendente | Bologna, Autostazione, Piazza XX Settembre 6

di - 25 Gennaio 2013
A Bologna gli spiriti ribelli che scommettono in controtendenza, rispondono ai nomi di: Simona Gavioli, Marco Aion Mangani e Alice Zannoni (ideatori e direzione organizzativa), Antonio Arévalo, Martina Cavallarin, Valerio Dehò, Viviana Siviero ed Eugenio Viola (comitato scientifico); insieme hanno messo in piedi SetUp, sfruttando gli spazi dell’Autostazione di Bologna, con uno stile che ricorda più la Factory che il supermarket (come sottolineato anche a Exibart nell’intervista pubblicata  il 21 gennaio 2013).

E l’opening ha confermato il clima di scanzonata confusione, proposte così e così, aria molto low budget e parecchio entusiasmo, con la festa che è andata avanti fino a tardi.

Per questa prima edizione si è operata una selezione di 25 gallerie che hanno presentato ognuna un artista e un curatore under 35 con cui non avevano mai collaborato: per la rietina 5 Arte Contemporanea, l’artista Claudia Campus e la curatrice Ilde Cavaterra, Art issima di Abano Terme, Emanuele Convento e Rosa Ponti, Art Espressione di Milano Alexandros Yiorkadjis con la curatela di Matteo Pacini, per la galleria di Belgrado Beo_Project l’artista Dusica DraZic e Marta Ferretti, Bi-Box Art Space di Biella con il poeta sonoro Opiemme e la curatela di Marta Gabriele, la napoletana Dino Morra Arte Contemporanea con Francesco Bertelé e Chiara Pirozzi, la galleria Fabbri C.A. di Milano con il poverista Gianni Moretti e la curatrice Manuela Pacella, la Federico Rui Arte Contemporanea di Napoli con il pittore Giovanni Gasparro e Silvia Bottani, Francesca Sensi Arte a Colori di Colle Val D’Elsa con il fotografo Emiliano Zucchini e la curatrice Carmelita Brunetti, la ternana Galleria Canovaccio Arte Contemporanea con Cristiano Carotti e la curatrice indipendente Joulie Kogler, L’Affiche di Milano con lo studio auroraMeccanica e la curatela di Mathia Pagani, la torinese Nopx propone il fotografo urbano Valerio Manghi e il duo curatoriale Antonio La Grotta/Chiara Vittone, la bolognese galleria Oltre Dimore l’iraniano classe ’80 Maziar Mokhtari e il curatore Keyvan Tahmasebian, la Paola Cardano Arte Contemporanea di Roma, Ciro Alessandro Zanella ed Elisabetta Scagliano, la PrintAboutMe di Torino con Giorgio Rubbio e Stefano Riba, la galleria alessandrina Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea con Oriella Montin e Sabrina Raffaghello, la Selective Art di Parigi, la Antonio Nardone Galerie di Bruxelles e lo Studio LB di Brescia, Lo Spazio Ferramenta di Torino con la Gerosolimitana Yael Plat e la curatela di Susanna Sara Mandice, la Sponge Arte Contemporanea di Pergola con Diego Cinquegrana e Federica Mariani, la unTubo Project di Siena con l’artista Gec e la curatrice Gaia Pasi, la torinese VAN DER Gallery con il forlivese Cristiano Tassinari e Roberta Pagani, la VV8 Arte Contemporanea di Reggio Emilia con Simone Bubbico e Fabio Cafagna, la Yoruba Diffusione Arte Contemporanea di Ferrara con l’artista Alice Andreoli e la curatrice Maria Letizia Paiato.

E se non bastasse, l’iniziativa prova anche a cambiare il degradato quartiere della stazione, allestendo un Ricreatorio e per un calendario di performance.

Paola Pluchino

Dal 25 al 27 gennaio 2013

SetUp. Fiera dell’Arte Indipendente

Autostazione: Piazza XX Settembre 6 – (40121) Bologna


Orario: 18-01

Info: (Roberta Filippi) 329 9492881, info@setupcontemporaryart.com, www.setupcontemporaryart.com

Professionista multidisciplinare vive a Bologna dove si interessa di progetti d’eccellenza in ambito culturale, collezionismo, editing, curatela dell’arte contemporanea, crowdfounding, giornalismo e design ltd. Laureata in Scienze della Comunicazione e in Storia dell’Arte Contemporanea ha perfezionato i suoi studi a Venezia con un Master in Art Management in collaborazione con La Biennale. Ha lavorato al riordino del fondo Stefano Tumidei presso la Fondazione Federico Zeri di Bologna e come ufficio stampa per il Festival di Storia dell’Arte Artelibro - Bologna per cui ha curato l’editing del catalogo dei collezionisti antiquari A.L.A.I. A Treviso è stata professoressa in Citizen Journalism. Conclusa l’esperienza durata due anni come direttore editoriale della rivista di ricerca The Artship | Bulletin of Visual Culture specializzata su future e talenti emergenti – con il patrocinio dell’Università degli Studi di Bologna - ha iniziato la sua collaborazione con T.E.C.A periodico del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università degli Studi di Bologna. Ha curato il profilo di ricerca e sviluppo nell’ambito lusso per Archivio delle Opere del Maestro Roberto Paolini e per i tirocini attivati con l’Accademia delle Belle Arti di Bologna. È corrispondente per il periodico d’arte contemporanea Exibart. Gli articoli di Paola su Exibart.com

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  • Bologna, arte fiera ed eventi limitrofi. Quest'anno anche la fiera delle gallerie giovani, Set up. Set up allestita in un'ex-autostazione: spazi orribili, angusti, con quel sapore di ufficio pubblico italiano che non può che rimanere anche se apriamo le finestre e intonachiamo i muri. Anche perchè sparse per gli stand troviamo, di tanto in tanto, delle macchie gialle su moquette grigia. Sarà piscio?

    Ma quello che sorprende è il grande vuoto di questa fiera, che è anche il grande vuoto percepito vistando la vecchia signora, Arte Fiera. Un ammasso indistinto di opere, che fanno capolino attraverso una processione infinita di pubblico, che non si sofferma mai su quelli che sembrano essere semplici esercizi di cattivo gusto. Ogni tanto spunta un nome sconosciuto, e un prezzo: 7500 euro. Perchè mi chiedo? Capisco si trattasse di un multiplo di Rotella o un piccolo lavoro di Francys Alys, ma chi sono Brigenti o Mazzoncelli? Perchè valgono tanto da meritare quel prezzo? Cosa mi portano nella mia vita? Sono un nome che rappresenta un investimento sicuro?

    Alla fine, paradossalemnte, la grande quantità di opere si traduce in un vuoto; esci e non hai visto niente, se non una grande confusione, spazi orribili, pubblico bovino e giovani galleristi con quell'aria da megatruffa alla Totò.

    zero project
    Galleria Zero, Milano
    2009

    Questa bassa qualità avviene per due motivi: in italia non esiste un pubblico alfabetizzato e interessato al contemporaneo. I più attenti sono gli addetti ai lavori, come se al cinema ci andassero solo registi, attori, scenografi e i loro amici. Poi troviamo i curiosi che si aggirano bovini, affannati con quello sguardo vuoto che ha chi si deve fidare per non sentirsi in una grande presa per il culo collettiva. Se il pubblico è analfabeta, non si può alfabetizzare e interessare con i soli compiti in classe (proporre le opere), servono altre opportunità per coinvolgere il pubblico e fornire quei parametri di giudizio che esistono in tutti i settori e le discipline umane. Mentre nell'arte c'è la presunzione che "tutto può andare bene" e che tutto debba essere (non si sa bene perchè..) diretto e immediato. Quindi è chiaro che se gli artisti e gli addetti ai lavori pretendono di coinvolgere con le opere, come farebbe un insegnante che deve insegnare con i soli compiti in classe, le opere, come i compiti in classe, sono destinate ad essere a prova di deficente, delle grandissime porcherie (ed ecco spiegate le opere di Set up).
    Il secondo problema è dato dalla totale assenza di critica d'arte militante in italia. Da quattro anni denuncio un problema la cui soluzione non è più rimandabile vista la crisi generalizzata del linguaggio artistico internazionale. Se non esistono critici, che decidono di non fare i curatori o i selezionatori di Premi, e che iniziano ad argomentare le luci e le ombre di un'opera, quali riferimenti potranno avere il pubblico e il collezionista oltre alla dittatura dell'investimento sicuro e del curriculum vitae? Lo stesso mercato soffre paradossalmente della dittatura del mercato e dell'investimento; questo perchè muore tutto il mercato di secondo e terzo livello e viene meno quell'indotto del sistema che è anche fucina per stimolare e produrre qualità per il primo livello.

    Per queste ragioni il problema della crisi non è economico, ma sta nell'assenza di opportunità per il pubblico nell'avvicinarsi al contemporaneo (che non sia l'opportunità della classica mostra che come un compito in classe dato ad un alunno analfabeta, pretende di interessare il pubblico e il collezionista); e il secondo problema sta nell'assenza di critici d'arte e di un sistema che possa retribuire e stimolare il loro lavoro. Pubblico e critica possono salvare il mercato.

    Questo blog è impegnato nel proporre un workshop pratico in Italia per formare operatori che possano creare opportunità per il pubblico nella propria città (informazioni: praticorso@gmail.com). Questo blog, da quattro anni, è impegnato nello stimolare un confronto critico e una progettualità alternativa.

    Tra critica e pubblico, soprattutto per il collezionismo, si pone il progetto Gli Intoccabili (all'interno di Kremlino) pensato per motivare e stimolare la vendita come momento che possa anche essere progettuale.

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