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fino al 25.VII.2010 | Federico Fellini | Bologna, Mambo

di - 8 Aprile 2010
Per godere della mostra che celebra il regista riminese a
50 anni dall’uscita del suo film più celebre, La dolce vita, è necessario tempo, vaghezza e
allo stesso tempo amore per il dettaglio. La mostra curata da Sam Stourdzé
raccoglie, infatti, oltre 200 fotografie, 50 disegni autografi tratti dal Libro
dei sogni
,
centinaia di documenti, resoconti giornalistici, immagini televisive,
locandine, manifesti, diapositive, copertine, documenti e materiali legati al
lavoro del regista.
Una serie di schermi e proiezioni presentano estratti e
montaggi dei suoi lavori, accanto a nastri di prova, scene tagliate e
cinegiornali dell’epoca. Sono i resoconti, gli appunti, le testimonianze dello
stesso regista e dei suoi collaboratori, che costruiscono un percorso multimediale
gustoso e di grande impatto. Non per nulla la mostra ha registrato a Parigi,
dove è stata presentata al Jeu de Paume, oltre 450.000 visitatori.

È un mosaico documentario ricchissimo quello che
ricostruisce la vita, la carriera artistica, le attitudini e le ossessioni di Federico
Fellini
(Rimini,
1920 – Roma, 1993), il suo modo di fare cinema, di dirigere attori e maestranze
sul set. È un percorso espositivo e discorsivo che procede a spirale, in
maniera non cronologica, ma che racconta il regista attraverso i grandi temi
che lo hanno affascinato e influenzato. La cultura popolare – il circo, le
parate, le manifestazioni religiose – con i suoi protagonisti, quell’umanità di
volti che affollava i suoi casting, catalogati in un grande faldone verde
secondo tipologie del tipo “Uomini esotici”, “Donne sofisticate e funebri” ecc.
In quelle occasioni, racconta il regista, “arrivavano tutti i pazzi di Roma
e con loro la polizia
”.
Poi la rappresentazione critica del nascente sistema
massmediatico, attraverso la parodia, la manipolazione sarcastica dei nuovi
linguaggi delle comunicazioni di massa: il foto-racconto, la pubblicità, il
videoclip. E ancora, le donne e l’immaginario sessuale degli uomini di allora
e dei ragazzi “affamati di sesso” ma “bloccati e impediti da preti, chiesa, famiglia e
un’educazione fallimentare
”. Da Giulietta Masina ad Anita Ekberg, ad Anouk Aimée, ai personaggi
femminili come la “Tabaccaia” – una “grande quantità di donna” -, le prostitute, la “Volpina”,
la Sarghina e tutte le altre.

È attraverso il rimando continuo fra testo e contesto,
produzione artica e critica che emerge con vigore la figura di un artista
radicato nella cultura del suo tempo, profondamente innovatore, “lontano
dalle critiche di conservatorismo o anti-realismo
”, come sottolinea Vittorio
Boarini, direttore della Fondazione Fellini.
Infine, l’artista Fellini e il suo lavoro sul set e quello
in sala di doppiaggio. Una intera sezione dedicata alle Magie del fuori sinc, curata da Tatti Sanguinetti e
Roberto Chiesi, ricostruisce attraverso un archivio sonoro di grande interesse
il rapporto che Fellini aveva con la voce, il doppiaggio, i suoni e le musiche,
mai in presa diretta ma fase ulteriore di riscrittura del film (dopo la ripresa
e il montaggio).
Ciò che emerge è un lavoro creativo complesso
e stratificato, interamente diretto dal grande regista.

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elena
nicolini

mostra
visitata il 24 marzo 2010


dal 24 marzo al 25 luglio 2010
Fellini.
Dall’Italia alla luna
a cura di Sam Stourzé
MAMBo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Minzoni, 14 (zona piazza dei Martiri) – 40121 Bologna
Orario: da martedì a domenica ore 10-18; giovedì ore 10-22
Ingresso: intero € 6; ridotto € 4
Catalogo Edizioni Cineteca di Bologna
Info: tel. +39 0516496611; fax +39 0516496600; info@mambo-bologna.org; www.mambo-bologna.org

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