Non ci sono figure umane se non
come statue, a Parigi e sull’Isola di Pasqua; sono profili, creazioni destinate
da sempre all’immobilità eterna. Restano, rara presenza di vita, alcuni
uccelli, neri, contati nel titolo, coreografici, oppure macchia bianca dalle
ali sfumate nel volo.
Parmiggiani motiva il titolo della
mostra, Immagini del settimo giorno, quello del riposo, lo Shabbat, evidenziando nell’opera
di Michael Kenna (Widnes, Lancashire, 1953; vive a
Seattle) “una sorta di respiro lento e profondo del mondo, un dilatarsi
dello scorrere del tempo”. Cogliendo però insieme una particolare tensione d’ombre, una
drammaticità che a fatica cerca equilibrio, un bisogno d’ordine, di ritmo nelle
forme frutto di scelte, attese, selezioni. Lavoro, fatica. Neppure facile
escludere sorrisi e pianti, l’umanità tutta: scegliendo per questo i confini
tra il giorno e la notte. Deserta anche New York.
Candida neve e cielo nebbioso,
profili grigi di alberi che sono sfondo su una linea mossa, scura la rete con
il palo che la sostiene: la scansione visiva è nel mutare dei chiarori, perfetta
sempre la stampa curata dallo stesso autore. Il silenzio è intenso: pare non
debba sentirsi neppure lo scatto della macchina fotografica, che potrebbe
produrre un sobbalzo.
Ma in chi? E il tempo pare
rifiutarsi di scorrere: la memoria viene trattenuta per sempre: così quelle
fontane congelate (Frozen Fountain, 1994) immobili come il vento tra gli alberi (Windy
Trees, 1984) e le
onde sospese (Wave,
1981). Frequente la ricerca della simmetria, di piante e siepi. Un sentimento
minaccioso a volte nelle nubi, e sofferenza potrebbe evocare il tronco piegato,
solo nel freddo.
Rami come disegni giapponesi,
fughe di linee per staccionate o muretti o chiari pali infissi nel terreno
scuro. Affascinanti alcuni skyline, i riflessi nell’acqua, ma anche quei cilindri
giganti della centrale elettrica di Ratcliffe.
Si riconosce una precisa poetica,
una sorta d’incanto, di splendore che traduce in bellezza natura e palazzi.
Annullate la Storia e le storie. E forse per questo producono una sorta di
disagio le immagini che Kenna dedica ai campi di concentramento nazisti, dove
pare che il valore estetico quasi annulli il senso della sofferenza reale, quei
resti di cose accatastate appartenuti a creature umane, vero il dolore.
articoli correlati
Fotografia
Europea 2010
valeria ottolenghi
mostra visitata l’8 maggio 2010
dall’otto maggio al 25 luglio
2010
Michael Kenna
– Immagini del settimo giorno
a cura di Sandro Parmiggiani
Palazzo Magnani
Corso Garibaldi, 29 – 42100 Reggio Emilia
Orario: da martedì a domenica ore 10-13 e 15.30-19
Ingresso: intero € 7; ridotto € 4
Catalogo Skira
Info: tel. +39 0522454437; fax +39 0522444436; info@palazzomagnani.it; www.palazzomagnani.it
[exibart]
Alice Neel. I am The Century, è la prima retrospettiva in Italia dedicata alla pittrice statunitense, a cura di Sarah…
L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi più interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra…
Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…
A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…
Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…
In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…