Ci sono cinquant’anni di carriera nella grande antologica che Reggio Emilia dedica a Arnaldo Pomodoro (Morciano di Romagna, 1926). Articolata in due differenti sedi espositive –Palazzo Magnani nel centro cittadino e Palazzo dei Principi nella vicina Correggio–, la mostra propone più di quaranta sculture e novanta opere grafiche (calcografie in rilievo) in un percorso espositivo che include anche le strade della città emiliana. Punto di partenza è il 1960, anno in cui lo scultore diede vita insieme a Novelli, Dorazio e Perilli al gruppo “Continuità”. Si tralasciano, quindi, solo gli inizi con il fratello Giò (Orciano di Pesaro, 1930) nell’oreficeria, attività che gli permise tuttavia di partecipare – in veste di decoratore – alla Triennale di Milano del 1954 su invito di Lucio Fontana e successivamente alla Biennale di Venezia del ‘56. Quest’anno segna anche l’esordio nella scultura e la conseguente separazione artistica dei due fratelli. Arnaldo, infatti, anche se nel 1957 aveva firmato il manifesto nucleare “Contro lo stile” assieme a Enrico Baj, Piero Manzoni, Mario Colucci, il fratello Giò, Arman, Yves Klein e molti altri, iniziò a lavorare individualmente sul rilievo, approdando a un’idea della forma come materia indistinta che fatica a emergere e a dichiarare un’identità precisa. Ma è comunque dal 1960 che lo scultore sentì, forte, l’esigenza di dare una svolta al proprio iter creativo abbandonando l’ambito dell’informale materico per
Reggio Emilia così presenta un percorso nitido e ordinato, capace di raccontare una carriera dedicata alla ricerca di matrici sempre differenti ma comunque riconducibili a un unico grande disegno. Il cammino che unisce “La colonna del viaggiatore” del 1960 all’opera del 2003 “Soglia: a Eduardo Chillida” sembra non conoscere zone d’ombra o bruschi ripensamenti in un continuum artistico evidenziato anche dalle opere esposte lungo Corso Garibaldi che si sposano alla perfezione con le architetture storiche della città in una sorprendente funzionalità estetica.
nicola bassano
mostra visitata il 24 giugno 2006
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