Jean-Luc Godard, Le Studio d’Orphée. Photo: Agostino Osio - Alto Piano
Giorni a dir poco ricchi di attività alla Fondazione Prada di Milano. Mentre venerdì sera il pubblico è stato travolto dalla presenza scenica dei danzatori della Scuola Paolo Grassi, coreografati dal giovane belga Elie Tass, in Entrata di Emergenza – andato in scena sullo stage del Deposito, spazio da un po’ di tempo usato per le sfilate del brand e disegnato dallo Studio OMA –, in attesa di “Prospettiva Baldessari”, il prossimo 6 dicembre negli spazi del cinema, con uno speech di Thomas Demand, ecco che oggi si è aperto ufficialmente al pubblico “Le studio d’Orphée”. Di che si tratta? Il concetto potrebbe essere riassumibile spiegando che, attraversando gli spazi di Fondazione Prada, si permette l’ingresso nella “visione” di Jean-Luc Godard. Il regista, sceneggiatore, montatore e critico cinematografico francese, anima della Nouvelle Vague e vincitore del Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia nel 1984, con il film Prénom Carmen è, infatti, presente in sala.
No, non lo incontrerete: è presente nel senso che da oggi potrete vedere (ingresso su prenotazione) lo studio svizzero del Maestro riportato interamente in una sala della Fondazione, con tanto di schermi per il montaggio, materiali tecnici, libri e quadri. E c’è anche la statuetta veneziana del Leone. Con una chicca per cinefili e appassionati non indifferente: la possibilità di assistere alla proiezione di Le Livre d’Image, 2018, nello stesso luogo in cui è stato concepito. D’accordo, non siamo in Svizzera, bensì nella periferia sud di Milano ma l’incanto potrebbe essere lo stesso. Uno spazio che si vuole «in dialettica tra vita e immaginazione, dove esistenza e creazione artistica concentrano forza poetica e metamorfica, citando il mito di Orfeo ed Euridice con il quale si crea un parallelo tra il regista e il poeta greco».
Nell’ascensore della Torre, invece, una nuova opera concepita per lo spazio: Accent-sœur. Si tratta, in questo caso, di un montaggio di spezzoni sonori di film, telegiornali, letture di testi di filosofia, poesie e musiche, per raccontare, in frammenti, la storia del cinema. E infatti, gli estratti sono presi proprio da Histoire(s) du cinéma, l’opera in otto parti che Godard iniziò nel 1988 e terminò dieci anni dopo. Considerate che la salita dal piano terra al nono della Torre dura circa un minuto: potreste aver bisogno di chiedere al personale di servizio nell’ascensore molto più tempo per godervi un po’ di cinema in parole.
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