Categorie: Danza

A Modena, la Serata Stravinsky del Malandain Ballet Biarritz

di - 16 Marzo 2023

Sono due monumenti della storia della danza, due pilastri che reggono il dettame del tempo per la musica di Stravinsky, sempre innovativa. Partiture potenti del grande compositore, fonti di perenne ispirazione per i coreografi d’ogni epoca – dall’originale di Fokine e Nijinskji a Balanchine, Maurice Béjart, Pina Bausch, Mats Ek, Glen Tetley, Angelin Preljocaj, e l’elenco potrebbe continuare a lungo -, “L’uccello di fuoco” e “La sagra della primavera”, nati dalla rivoluzione artistica dei Ballets Russes, continuano a illuminare anche l’originale, aggiungendo nuove dimensioni, altre letture, pur rimanendo fedeli al tema primigenio.

Serata Strawinsky, Malandain Ballet Biarritz, ph © Rolando Paolo Guerzoni

Nella “Serata Stravinsky” (al Teatro Comunale di Modena), per “L’uccello di fuoco” Thierry Malandain con il suo Malandain Ballet Biarritz ha immaginato una coreografia misurata e raffinata, in contrasto con la partitura percussiva di Stravinsky. La trama, che sappiamo ispirata alle fiabe tradizionali russe col riferimento al mitico uccello di fuoco catturato dal figlio dello Zar, si allontana dalla tradizione slava per conferire al simbolico “personaggio” il ruolo di guida dall’oscurità verso la luce. Malandain lo affida all’interpretazione magistrale di Hugo Layer, che fa delle sue braccia ali dispiegate e spigolose, e, delle sue gambe divaricate e alzate, degli arti di volatili eleganti o quasi animaleschi.

Serata Strawinsky, Malandain Ballet Biarritz, ph © Rolando Paolo Guerzoni

Strisciando a terra o piegando il busto in piedi, si apre a raggruppamenti da stormo, che lo attornia o lo segue disegnando segmenti diagonali simili a processioni, corse circolari, gruppi frontali con le braccia e le mani unite quasi come un prolungamento delle ali. Presenza catalizzante dal vistoso costume rosso e ricamo dorato, fa la sua apparizione nella massa di danzatori dalle lunghe tuniche nere, mutate poi in ocra, in azzurro, e infine in bianco evocando così una luminosa Resurrezione. E al simbolo cristiano si rifà, nelle intenzioni, il coreografo francese il cui approccio “intende mettere in risalto ciò che gli uccelli simboleggiano, ciò che li lega al cielo e alla terra, vedere che la Fenice si decompone per rinascere, personificazione, nella religione cristiana, dell’immortalità dell’anima e della resurrezione di Cristo”.

Serata Strawinsky, Malandain Ballet Biarritz, ph © Rolando Paolo Guerzoni

Il balletto scorre fluido nelle linee neoclassiche e moderne dei 22 danzatori che si muovono come onde fluttuanti e compatte, tra passi a due, terzetti, ensemble geometrici, con gesti che rispondono l’uno all’altro, accompagnando l’Uccello nel suo morire, scomparire e rinascere dalle ceneri. Lo immortala la luminosa scena finale che lo vede, creatura spirituale, rimanifestarsi dallo sfondo di una tela dorata, in body color carne, tenendo in mano un grande uovo.

Serata Strawinsky, Malandain Ballet Biarritz, ph © Rolando Paolo Guerzoni

La seconda parte della serata, con “La sagra della primavera”, porta la firma di Martin Harriague, ballerino, musicista e pluripremiato coreografo francese, artista associato al CCN Malandain Ballet Biarritz. Rispettando il soggetto originale del balletto, Harriague ricalca, col suo nitido e dirompente linguaggio contemporaneo, la forza del rito pagano potenziando gli impulsi dell’uomo di fronte al potere della natura.

Serata Strawinsky, Malandain Ballet Biarritz, ph © Rolando Paolo Guerzoni

L’apertura è con un musicista che si avvicina a un vecchio pianoforte e inizia a suonare le prime note della partitura di Stravinsky. Improvvisamente, incalzati da una figura anziana ricurva, dall’interno dello strumento usciranno fuori, uno aduno, tutti i danzatori. Strisciando prenderanno forma nella verticalità, e, sollecitati dal ritmo dei piedi, daranno avvio al rito. Li caratterizza, sul bianco dei costumi, un piccolo nastro rosso stretto alle caviglie, preludio, forse, del sangue sacrificale.

Serata Strawinsky, Malandain Ballet Biarritz, ph © Rolando Paolo Guerzoni

L’energia selvaggia, l’impulso primordiale, il ritmo martellante si impossessa dei corpi, nei loro movimenti avvolgenti, esplosivi; nel formarsi di due gruppi contrapposti; nelle lotte e nei girotondi giocosi; nella paura notturna davanti a un faro accecante – il dio-Sole? – che li ipnotizza; nei cerchi rituali composti da blocchi di pietre; nelle prese e nei salti attorno alle donne per giungere alla prescelta indicata dai due anziani della tribù. Preparata da danze a corolla attorno a lei, nel respiro dei gesti ondeggianti a terra, l’atto sacrificale la vedrà ascendere, issata da una corda, col corpo nudo segnato da strisce rosse.

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