Piano-forte di Roberto Tedesco Ph Nicola Stasi
Un tris di coreografi doc, Roberto Tedesco, Giovanni Insaudo, Adriano Bolognino, giovani autori già insigniti del Premio Danza&Danza come emergenti e, oggi, sempre più affermati sulla scena italiana e non solo. Tre diverse cifre stilistiche, per una Serata d’autore – prima nazionale a La Fonderia di Reggio Emilia – costruita su cinque intensi danzatori della COB Opus Ballet, compagnia fiorentina diretta da Rosanna Brocanello da sempre attenta all’autorialità coreografica delle giovani leve.
Sui Notturni di Chopin per pianoforte, Tedesco gioca con la parola “piano” e “forte” – da qui anche il titolo della coreografia Piano-forte – e imbastisce un intenso duetto corporeo che fa della polarità degli opposti in cerca d’unità, il tema. Presenza e assenza, forza e fragilità, caduta ed elevazione. L’azione dei due danzatori – Ginevra Gioli e Matheus Alves De Oliveira, lei con body nero, lui bianco – è marcata dalla separazione che li vede muoversi, apparire e scomparire, entrare e uscire, dietro e davanti a un grande tulle.
Nel gesto rilanciato, respinto e ripreso sull’altro distante, prendono forma gli ossimori tradotti in movimenti a scatti, fluidi, tesi, a terra, con corse o al ralenti, accentuati da brevi interferenze sonore delle note pianistiche (sound design Giuseppe Villarosa). Nello scambio di postazione, nel tornare indietro in rewind e attraversare la scena, nel materializzarsi dal buio alla luce, nei brevi movimenti speculari o all’unisono, i due sembrano cercarsi, rincorrersi e, infine, mutando abito di ugual fattura e colore, trovarsi e congiungersi, ricomponendo una polarità inscindibile.
Giovanni Insaudo in Vespri si ispira a certe tradizioni popolari del Sud – della sua terra, la Sicilia – portandole, piegandole e aprendole sul gesto contemporaneo, su movimenti molto fisici che disegnano intrecci e frammenti corporei dentro una drammaturgia di stampo cinematografico e teatrale. Il focus è una festa di paese, vociante e fremente alla viglia dei preparativi notturni. Un grande baule trascinato da lunghe corde tenute dai danzatori, subito aperto, dà il via ad una coreografia dai tempi sospesi, dove immagine, suono, e movimento si fondono in un linguaggio compatto e personale. A rischiarare l’atmosfera lunare – prima accesa con fari laterali rasoterra -, sono degli archi luminosi ispirati alle luminarie delle feste popolari di paese.
Modellati sulla danza, nelle formazioni del gruppo – Rebeca Zucchegni, Gaia Mondini, Frederic Zoungla, Gioli, Alves De Oliveira – che si sovrappongono progressivamente, tenuti sopra la testa, manovrati in figurazioni plastiche, nel disporsi dei danzatori in linee laterali e frontali fino al proscenio, a terra come in alto, i cinque oggetti caratterizzano l’ultima parte dei trenta minuti della coreografia che amalgama musiche diverse – dal sound track iniziale da thriller con richiamo a delle campane e una voce in slow motion, alle percussioni da banda musicale, al vociare festoso sul loop di una canzone, quasi una preghiera, reiterata, astratta. E un finale festoso.
Behind you di Adriano Bolognino è un estratto del suo White room creato nel 2022 sempre per la COB Opus Ballet. Un duetto interpretato da Gaia Mondini e Frederic Zoungla, dai semplici e raffinati costumi di tute unisex. In uno spazio astratto dove domina il bianco, sono immersi dentro una brumosa atmosfera, un paesaggio di corpi trepidanti, dai gesti netti e fluenti, dalle linee continuamente rotte, da una calligrafia pennellata da braccia e gambe stilizzate, da figurazioni geometriche, da palpiti ritmati, posture oscillanti, accelerazioni e fughe. White room è la “stanza bianca” dove rivive, ispirato dall’opera pittorica Il ritorno dal bosco di Giovanni Segantini, l’inverno emozionale di anime inquiete e in attesa.
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