La biennale di design belga Interieur rimandata al 2021, causa Covid-19

di - 27 Maggio 2020

Il Covid-19 ha avuto il suo impatto anche su Interieur, la biennale di design belga. La sua 27ma edizione, prevista per il 21 ottobre a Kortrijk, è stata rinviata al 25 ottobre dell’anno prossimo, aggiungendosi agli innumerevoli eventi annullati a causa della pandemia.

Le premesse per la fiera si presentavano bene, soprattutto per il nostro Paese: l’allestimento della Biennale, infatti, è stato affidato allo studio milanese Piovenefabi, fondato da Ambra Fabi e Giovanni Piovene. I due designer avevano progettato un percorso narrativo basato sul tema del “palazzo” ma per poterlo vedere dovremo aspettare il 2021.

La storia di Interieur, dal ’68 al Covid-19

La prima Biennale Interieur fu inaugurata nel 1968 ed è figlia di un’epoca di rivolte e ideali giovanili. La sua fondazione avvenne grazie alla Biennale Interieur npo, organizzazione no profit che opera nel campo del design, del prodotto e dell’innovazione.

Con gli anni, l’evento è cresciuto insieme al suo spazio espositivo, il Kortrijk xpo, diventando una delle fiere più importanti in Europa. Tra i nomi dei designer coinvolti ricordiamo Gio Ponti, Raymond Loewy, Jean Nouvel, Dieter Rams, Gillo Dorfles, Alessandro Mendini.

Dopo una storia di successi e strategie all’avanguardia, il coronavirus non sembrava essere un ostacolo così insormontabile. Come capitato anche per altri eventi, tra i quali la Biennale di Architettura di Venezia, inizialmente si è pensato che la pandemia potesse solo rimandare l’avvio dell’evento, ma alla fine è stato necessario ricorrere a misure più drastiche.

«L’impatto del Coronavirus è immenso. Come organizzazione, dobbiamo assumerci la responsabilità sia nei confronti dei nostri espositori che nei confronti dei nostri visitatori. Dato che vogliamo garantire il nostro noto livello di qualità, abbiamo deciso di rimandare la 27ma edizione della Biennale Interieur di un anno», ha dichiarato Jo Libeer, CEO della manifestazione.

Verso una nuova era artistica post Covid

Molti sono stati gli eventi artistici rimandati e sospesi a causa della pandemia.
Per alcuni è stato possibile riprendersi e riadattarsi tempestivamente a un nuovo sistema in un contesto inaspettato, come abbiamo visto per Frieze, Art Basel, Art Paris, che si sono spostati online. Ma non tutte le iniziative sono riuscite a sopravvivere su un canale virtuale. Per scelta o per impossibilità, fiere come la Biennale di Venezia, il Salone del Mobile e, appunto, Interieur, sono state direttamente rinviate.

Le conseguenze del Covid-19 si sono diffuse a macchia d’olio, creando un effetto domino in tutto il sistema dell’arte. Interieur è un altro tassello che è stato buttato giù e non ha potuto reagire prontamente ma dovrà aspettare prima di ripartire.

Nell’attesa, ci domandiamo impazienti come evolverà l’arte in reazione a questa condizione, come progredirà il design e in che modo questa prossima edizione di Interieur sarà diversa, rispetto a quelle precedenti. Intanto la biennale si rialza e si prepara a partecipare a una nuova era artistica, quella del post Covid.

Laureata in storia dell’arte con specializzazione in ambito contemporaneo all’Università La Sapienza di Roma. Durante la sua formazione ha studiato presso l’Universidad de Sevilla e Université Paris Sorbonne IV. I suoi studi si sono concentrati sull’arte andalusa contemporanea, sull’arte contemporanea femminile e gender studies. Ha svolto ricerche nell’archivio parigino AWARE, Archives of Women Artists, Research and Exhibitions, un'associazione co-fondata nel 2014 e diretta dalla celebre curatrice Camille Morineau. Tra il 2014 e il 2016 ha scritto per The Walkman Magazine e dal 2019 collabora con Exibart. In questi anni si è occupata di progetti di curatela come assistente di galleria e ha partecipato al Workshop Narrare per immagini al MAXXI e al progetto I had a dream, organizzato nel 2018 dalla Moleskine Foundation, insieme al curatore Simon Njami presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma.

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