Il numero di settembre si apre su una riflessione cruciale. Stefano Zecchi, nella sua rubrica Le lettere, si interroga sull’arte: perché esiste? Perché si fa dell’arte? Un interrogativo che ci si è rivolti più volte e forse mai con una risposta definitiva. L’arte cambia in continuazione, muta con il tempo, si evolve e si trasforma e, oggi, ha un nuovo punto di svolta: il confronto con la tecnologia gli impone un nuovo linguaggio per comunicare ad una società informatizzata.
Entriamo nel vivo di questo numero di Arte con la rubrica Le Mostre, che è densa di appuntamenti decisamente interessanti. La mostra di Monet a Treviso, dal prossimo 29 settembre e fino al 10 febbraio 2002, vuole ripercorrere la vicenda artistica del massimo esponente dell’impressionismo, ripercorrendo le tappe geografiche della sua ricerca volta a ricreare il miracolo della luce. Le opere esposte provengono da oltre 60 musei e collezioni private del mondo.
A Palazzo Grassi a Venezia, dal prossimo 9 settembre, apre i battenti una grandiosa rassegna su Balthus. 250 opere raccontano la sua arte singolare e misteriosa, ricca di suggestioni e di vibranti atmosfere. La retrospettiva veneziana, curata da Jean Clair e allestita da Gae Aulenti, raccoglie le opere per temi e invita il pubblico e la critica a riflettere, attraverso le opere, su Balthus: è stato l’artista più importante del XX secolo?
Tra i grandi eventi Gloria Vallese segnala ed illustra la mostra su Bosch, allestita fino all’11 novembre al Museumpark di Rotterdam. L’artista olandese è oggetto di continui e approfonditi studi, eppure la sua personalità e la sua arte sono ben lungi dall’essere completamente comprese. Un immaginario gremito di simboli e riferimenti disorienta e affascina chi si imbatte nella sua originale e strabiliante pittura. Sappiamo poco della sua vita, le sue opere sono spesso prive di firma e non datate. La lettura dei dipinti ci svela una ricerca originale, ricca di spunti satirici volti a criticare la società cinquecentesca (l’artista morì nel 1516). C’è l’allusione alla corruzione del clero, il riferimento a stregonerie e riti satanici, ma il tema che domina tutta la sua produzione artistica, dagli esordi alla maturità e, comune agli umanisti nordeuropei, è quello della follia umana.
La mostrra milanese Picasso, 200 capolavori dal 1898 al 1972 ci offre una significativa sezione della ben più ampia collezione privata di Picasso. Una selezione di opere, dai bozzetti alle incisioni, dalle sculture ai dipinti, molto di quanto ha realizzato nel corso della sua vita e ha tenuto con sé fino alla morte, avvenuta nel 1973, ci svela l’aspetto intimo e privato dell’artista. Le opere ritraggono gli affetti più cari, la famiglia e gli amici. La mostra mette in rilievo il ruolo fondamentale che hanno giocato le donne nell’iter artistico di Picasso. Ad ogni donna che ha amato corrisponde una nuova fase artistica.
Passiamo ora a segnalare il contributo di Nicoletta Cobolli Gigli e Renato Diez che analizzano il mercato dell’arte contemporanea. Il quadro che ne scaturisce è quello di un mercato solido che vede in netta crescita le quotazioni di artisti italiani, quali, solo per citarne alcuni, Melotti, Ontani, Manzoni, Fontana e Boetti. I galleristi attribuiscono il loro successo alla notorietà crescente di questi nomi in relazione all’importanza che hanno avuto per la comprensione dell’arte contemporanea. Una curiosità : pittura e scultura sono alla ribalta, 21 miliardi per una scultura in cera su gesso di Bruce Nauman e 18,7 miliardi per tre oli di Francis Bacon. Sbalorditiva anche la quotazione di Koons, 12 miliardi per la porcellana Michael Jackson and Bubbles.
Sommario
Daniela Bruni
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