Ancora una volta il punto debole di questa rivista si rivelano essere proprio le rubriche opinionistiche, e soprattutto l’editoriale, che dovrebbero dare tono e carattere ad un periodico. Invece di riflessioni sul momento artistico, (la scadenza bimestrale offrirebbe tempo a sufficienza per analizzare i fatti con una certa lucidità) o sul contenuto del numero, questa pagina si perde come al solito in sterili considerazioni su fatti di cronaca . Questa volta è toccato alle scuole non realizzate nel rispetto delle norme sismiche e statiche. Problema scottante, nessuno lo mette in dubbio, ma, e la domanda sorge spontanea, il luogo per discuterlo è una rivista d’arte?
A Mario Ceroli è dedicata un’ampia intervista interna, in cui lo scultore ripercorre gli anni della sua formazione, della scoperta del legno, della partecipazione alle prime mostra di arte povera, dell’attività di scenografo.
Nel complesso questo numero è dedicato in gran parte alle grandi retrospettive in corso.
Un altro grande scultore, Francesco Messina , è celebrato a Genova, dove si sta svolgendo, in vari parti della città, la più grande mostra antologica mai dedicatagli.
Il Reina Sofia di Madrid espone disegni e maquettes di Nouvel. Il celebre architetto francese ha rivoluzionato l’idea della progettazione degli spazi, definendo l’architettura “una forma di liberazione”, dove il gioco delle trasparenze, ossia del dialogo tra interno ed esterno, si fonde con la ricerca di forme fluide e metamorfiche. Reggio Emilia ospita invece un’antologica di Léger, di cui ci parla Luigi Lambertini in un articolo meramente informativo, mentre un pezzo appassionato di Claudia Sugliano ripercorre le vicende artistiche ed umane di Lam , in mostra a Milano, nella cui pittura si mescolarono suggestioni di culture diverse, che in lui dialogarono meravigliosamente, dando vita ad un universo di figure ancestrali.
Altra grande retrospettiva, sulla Transavanguardia, al castello di Rivoli. Il pezzo, ben documentato, mette a fuoco i principali motivi ispiratori del gruppo e il ruolo in esso svolto da Achille Bonito Oliva.
Laura Transini incontra Chuck Close nel suo studio di Manhattan, e discute con lui sulla novità della sua tecnica pittorica, in cui ritratti di familiari e amici sono realizzati giustapponendo piccole tessere, come in un mosaico.
Ancora ritratti ma dall’inquietante visionarietà, quelli di Andrés Serrano , sono esposti alla Reali Artecontemporanea di Brescia. Il fotografo ripropone le sue atmosfere violente, immagini orripilanti e macabre dalla vaga torbidità secentesca, ma straordinariamente attuali.
Infine da segnalare un articolo di Maurizia Tazartes sulla storia dei falsi in arte. Ricco di notizie sorprendenti e curiosità, è una “storia a puntate”. I curiosi dovranno aspettare due mesi per altre rivelazioni…
paola vitolo
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