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exibart prize incontra Vittorio Pezzuoli

di - 3 Aprile 2023

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Sono un pittore autodidatta, dipingo dall’età dell’adolescenza, di ciò devo ringraziare mia zia che si è sempre interessata di arte come curatrice di mostre e scopritrice di nuovi talenti. Al suo fianco ho mosso i primi passi iniziando a dipingere con acquerelli e oli, fino a diventare più tardi, in età adulta, un momento intimo e personale.

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Dal 2000 circa mi sono diretto verso il processo di astrazione, nel come dire ”caos allegro” una frase che raccoglie quell’insieme di sensazioni che prendono forma dentro di me…tutto ciò che “incontro” nella vita lo immagino proiettato, inglobato ma mai imprigionato all’interno dei miei lavori…infatti essi sono sempre in movimento, contengono al loro interno altri lavori, altre sperimentazioni, altre sensazioni raccolte in ogni dove. Tutto ciò che mi circonda è sempre visto come in funzione di una potenziale opera pittorica, per cui amo dire che tutti i miei dipinti differiscono tra loro. Personalmente trovo sempre molto difficile dare un senso unico all’arte.

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

La pittura va vista come l’utensile che l’artista utilizza per plasmare ciò che è nel proprio intimo più profondo, il tutto finalizzato a far suscitare una qualunque emozione in chi la osserva. Ritengo personalmente inconcepibile chiedere ad un artista cosa interpreta un’opera cosa vuole rappresentare…è come voler mettere a nudo la propria intimità …è per questa ragione che secondo me la pittura diventa un stupendo strumento di cambiamento degli stati d’animo…

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Provare, provare, provare…cercare di comporre un dipinto partendo dalla materia fino alla realizzazione completa di essa, utilizzando sempre di più elementi che hanno una storia da raccontare un loro vissuto materiale, un passaggio attraverso il tempo.

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Le istituzioni dovrebbero predisporre in ogni nuovo edificio pubblico che sia esso una scuola o un ospedale, corridoi e stanze adibite al mostrare al divulgare l’arte in ogni sua forma certamente non attraverso concorsi inutili e finti cerimoniali, ma con la diffusione di spazi di vita dove tutti possano mostrare e semplicemente appendere i loro progetti artistici. In sostanza così come si pensa alla necessaria impiantistica di un edificio pubblico si dovrebbe pensare alla progettazione di spazi artistici emozionali liberi dalla burocrazia.

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