La Biennale di San Paolo ha annunciato l’elenco completo dei 120 artisti che prenderanno parte alla sua 35ma edizione, la cui apertura è prevista per settembre 2023. Gli autori sono stati selezionati dai quattro curatori della mostra, Diane Lima, Grada Kilomba, Hélio Menezes e Manuel Borja-Villel, che hanno scelto di evitare la figura di un curatore capo e di agire quindi in modo trasversale, senza gerarchie. Questa edizione della manifestazione sarà probabilmente ricordata come la più diversificata, con il 92% degli artisti annunciati identificati come neri, indigeni e/o non bianchi e il 76% provenienti dal Sud del mondo o «Da località al di fuori del circuito egemonico», secondo quanto si legge nel comunicato stampa.
Tuttavia, saranno vari gli artisti già molto conosciuti a livello internazionale, come Igshaan Adams, Julien Creuzet, Torkwase Dyson, Ellen Gallagher, Duane Linklater, Trinh T. Minh-ha, Dayanita Singh, Pauline Boudry, Renate Lorenz. L’esposizione presenterà anche diverse opere di artisti ormai scomparsi, come i più conosciuti Stanley Brouwn, Elizabeth Catlett, Wifredo Lam e Santu Mofokeng ma anche gli outsider Arthur Bispo do Rosário e Judith Scott.Tra gli ultimi nomi annunciati, Charles White, Daniel Lind-Ramos, Guadalupe Maravilla, Ibrahim Mahama, Kapwani Kiwanga, Senga Nengudi, Simone Leigh, Sônia Gomes e Will Rawls.
La mostra, intitolata “Coreografia Impossibile”, sarà visitabile fino a dicembre 2023 e verrà allestita nel Padiglione Ciccillo Matarazzo, nel Parco Ibirapuera, mettendo insieme pratiche creative dissimili e inaspettate, tra arte, musica, cinema, danza, provenienti dai luoghi geografici più disparati. Al centro, la nozione del corpo, per esplorare nuovi spazi di resistenza e di libertà, dove le norme, le regole, vengono continuamente inventate e rinegoziate.
«La scelta degli artisti e delle opere è il risultato dell’incontro di quattro percorsi che a volte formano consenso e a volte dissenso», ci raccontava alcune settimane fa il curatore Hélio Menezes, in una nostra intervista. «Per noi non si tratta di un tentativo enciclopedico, né di coprire tutte le realtà o tutti i contesti. C’è un gran numero di artisti contemporanei viventi che producono ora, ma anche una presenza significativa di artisti storici che non sono più tra noi. E questa Biennale capisce che queste produzioni non si generano spontaneamente, non nascono dal nulla, ma hanno rapporti con altre genealogie, con altri antecedenti che non si adattano necessariamente a una certa storia dell’arte, a volte molto eurocentrica».
Ecco la lista completa degli artisti. I nomi con gli asterischi erano stati già annunciati.
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