Lorenzo Missoni, Quello che resta è lindifferenza, 2019, Palinsesti
Sabato, 9 novembre 2019, è stata inaugurata la 27ma edizione della rassegna d’arte contemporanea Palinsesti a San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone, presso l’Antico Teatro Sociale G. G. Arrigoni, che si protrarrà fino al 19 gennaio 2020.
Quest’anno, un calendario ricco di appuntamenti, oltre al Premio in Sesto arrivato alla sua 11ma edizione, prevista anche la personale di Lorenzo Missoni e un interessante focus sull’arte emergente in una mostra collettiva con tre artiste. L’evento si sviluppa in quattro sedi differenti e coinvolgendo numerosi artisti, provenienti da diversi Paesi.
L’itinerario incomincia dal Castello di San Vito, con la mostra dal titolo “Tu che mi guardi”, titolo estrapolato dall’elaborato di filosofia della narrazione, del 1997, di Adriana Cavareto, Tu che mi guardi, tu che mi racconti. Il progetto espositivo analizza la relazione che si viene a creare tra l’arte e il femminismo, considerando l’emancipazione della figura della donna nel contesto odierno. Interpreti di queste tematiche sono Ana Pontel, Letizia Scarpello e Julia Schuster, con una mostra curata da Giorgia Gastaldon e Michele Tajariol. In concomitanza, sviluppata in tre incontri, la performance In Con Tra, curata da Giada Centazzo, in cui i visitatori sono chiamati a intervenire in prima persona.
La seconda sede coinvolta è l’Essiccatoio Bozzoli, in cui sarà presentata la personale, curata da Antonio Garlatti, di Lorenzo Missoni. All’interno dell’esposizione, troviamo anche un’opera site specific, Quello che resta è l’indifferenza, per far riflettere sui rapporti umani e quello che di nuovo possono portare.
Alla Fondazione Furlan di Pordenone possiamo incontrare le opere del decennale del Premio In Sesto, con i progetti e bozzetti delle opere vincitrici della scultura contemporanea per spazio urbano, dal 2009 ai nostri giorni. Un modo per far comunicare un borgo storico come San Vito al Tagliamento e l’attualità dell’arte contemporanea. Quest’anno, i temi del Premio in Sesto – Il luogo come arte, curato da Michela Lupieri, riguardano il rapporto di contaminazione tra arte e territorio, coinvolgendo artisti da tutto il mondo. La mostra sarà sviluppata presso le antiche Carceri e gli artisti coinvolti quest’anno sono Elisa Caldana con l’opera Monumento alle vie inesistenti, Marlene Hausegger con l’installazione Distant River e Ištvan Išt Huzjan con la scultura Time machine.
Il pubblico continua a essere coinvolto e, in questo caso, viene chiamato in causa per esprimere un giudizio sull’opera preferita e quella che riceverà un numero maggiori di voti verrà realizzata nel 2020. Infine, a Casa Furlan, una raccolta di opere realizzate negli anni precedenti, a cura da Giada Centazzo, per raccontare lo sviluppo e l’andamento di questo evento che ha avuto negli anni.
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