Categorie: fiere e mercato

MiArt vista dal piccolo collezionista

di - 20 Maggio 2003

Come collezionista, sono sempre felice ed anche un po’ emozionato, oltreché molto curioso, all’ennesima visita ad una fiera di arte contemporanea. Il MiArt 2003 si propone come alternativa ed integrazione di ArteFiera di Bologna, ma soprattutto è l’alter ego di Artissima di Torino in quanto concentra l’attenzione, nel padiglione Anteprima, ai giovani artisti con età inferiore ai 35 anni. Si fa un bel parlare di crescita dell’arte contemporanea, ma i risultati tardano a venire. Sono un collezionista e grande appassionato d’arte: per questo, ho sempre provato un certo stupore, meraviglia ed anche rabbia nel frequentare le fiere poiché il rapporto che vorrei stringere con alcuni artisti e galleristi non mi è possibile, in quanto non risiedono nella mia città, Roma. Ora vengo al punto: da un rapido esame delle gallerie, circa 55, presenti nello spazio Anteprima, solo 10 provenivano dal Centro-Sud, di cui 5 romane, 4 campane ed 1 pugliese. Non c’è traccia dell’Italia insulare, sebbene la Sicilia sia una delle terre piùricche di artisti contemporanei, basti ricordare i bravi e conosciuti giovani Alessandro Bazan, Fulvio Di Piazza, Francesco De Grandi, Andrea Di Marco, Filippo La Vaccara, ai più recenti Marcello Buffa, Andrea Buglisi. Roma, che attende invano, secondo me, di essere una capitale internazionale dell’arte contemporanea, arriva al MiArt con una sparuta rappresentanza, mentre Milano fa da padrone con 20 gallerie ed tante altre nei Padiglioni Contemporaneo e Moderno. Come si può pretendere che a Roma un artista possa emergere se, per anni, le istituzioni pubbliche non hanno mai dato spazio ai giovani e dove ciascun gallerista coltiva il suo orticello senza cercare un’aggregazione culturale tra privati ed istituzioni pubbliche? Si spera che Roma possa crescere culturalmente con i nuovi centri pubblici MACRO e MAXXI, ma credo che nessuno abbia capito ancora il significato di creare, in ogni media e grande città, una “Kunsthaus”, cioè una Casa per gli Artisti come ce ne sono centinaia in Germania, dove un giovane riceve un aiuto, anche economico, a proporre ed esporre il proprio lavoro.
Tralasciando queste considerazioni, ritorno al mio girotra gli stand del padiglione Anteprima di MiArt 2003. L’obiettivo degli organizzatori è chiaro: si può rilanciare l’arte contemporanea in Italia se si punta sui giovani. Anteprima è all’ingresso principale, la prima tappa del percorso. Per la verità, si fa presto a capire che il mercato non offre molte novità e neanche grandi sussulti. Il livello qualitativo degli artisti non è eccelso, ma qualcosa si può apprezzare. Per esempio, il duo pugliese De Blasi-Moscara (Galleria Antonella Nicola) con le loro foto naturalistiche, un maturato Eugenio Tibaldi, ventiseienne rappresentato da Umberto Di Marino che le sue foto ritoccate dello squallido paesaggio urbano delle periferie, l’ottimo Christian Leperino, già vincitore del primo premio ad Arte Fiera 2003, pittore figurativo napoletano della Galleria Franco Riccardo, che possiede già una forte personalità artistica, una brava Antonella Cinelli, pittrice originale e raffinata nei suoi conturbanti nudi, da Guidi & Schoen di Genova, Alessandra Guolla, ventiquattrenne fotografa di grandi petali cuciti o spillati, sempre da Guidi & Schoen ed Il Traghetto di Venezia, la giovanissima Sabrina Milazzo, dal tratto iperrealista nelle sue intense tele di scene erotiche, dal toscano Piero Carini di S. Giovanni Valdarno, una prepotente ed incisiva Marta Dell’Angelo (Le Case d’Arte), un giocoso e palpitante scultore-fotografo marchigiano Rocco Dubbini, visibile sia da Estro sia da Il Ponte, il giovanissimo pittore figurativo, di grande talento, Paolo Maggis da Nuova Artesegno di Udine, Barbara Nahmad, che ha preso nuovo vigore dalle ultime prove abbandonando le rappresentazioni erotiche, e Danilo Derenzis, raffinato pittore del viso umano, entrambi da Nicola Ricci di Pietrasanta, Giuseppe Restano, dalla marchigiana galleria Marconi, un inquietante e sarcastico scultore ceramista faentino, Andrea Salvatori, da Estro di Padova, che rappresenta sferrate scene di omicidio di Paperino ai danni di Topolino, un roteante e sempre più convincente scultore Stefano Calligaro (galleria Perugi di Padova) con le sue ruote verdi che invadevano il bellissimostand, un originalissimo e pulsante fotografo pugliese Carlo Michele Schirinzi, da Paolo Erbetta di Foggia, che rappresenta goffi ed arcaici personaggi, l’ottimo fotografo e videoartista Paolo Chiasera da Minini. Stupefacenti, come al solito, gli stand di Marella dove, nella sezione Anteprima, padroneggiavano gli artisti cinesi, con il fantastico fotografo Li Wei, in primis, con le prepotenti foto dell’artista con la testa incuneata nell’asfalto oppure in una lastra di vetro, mentre ottime prove di spessore artistico erano rappresentate dai già consolidati giovani Andrea Salvino (da Colombo) con un gigantesco e palpitante lavoro, Davide Nido (da Majorana di Brescia), Loris Cecchini (da Continua) che portava le sue porte in gomma, Gianni Caravaggio e la forte Maggie Cardelus dalla Kaufmann, l’affascinante pittore Luigi Presicce e il validissimo Federico Pietrella da Cannaviello, Dany Vescovi da Nuova Artesegno e da Della Pina, l’ammirato paesaggista industriale Alessandro Busci, dalla Jannone di Milano, con i suoi smalti ed acrilici su ferro arrugginito, l’incontenibile e straordinario Patrick Tuttofuoco, da Guenzani, che presentava una stampa Lambda alta circa 300 cm che sembrava un immenso albero genealogico. Tra gli stranieri, oltre ai cinesi, pochi tedeschi e giapponesi presenti. Di particolare gusto le opere degli sconosciuti, almeno in Italia, Hiroshi Kobayashi ed Hiroshi Oohashi, presso la Gallery Iseyoshi di Tokio, del giovanissimo tedesco Willeke (da Davide Di Maggio – Mudima2) che ha portato in fiera degli effervescenti acquerelli su carta di automobili o deliranti volti, e dell’efficace Yheudit Sasportass, giovane nativo in Israele, presentato dalla galleria 1000 Eventi di Milano. Una nota di merito va al giovane duo birmano-tedesco dei Dormice (da Carini e da Bagnai di Firenze), ormai naturalizzati in Italia, che, con impatto emotivo sempre più coinvolgente, esprimono quanto di meglio il panorama artistico sa offrire al giorno d’oggi.
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mauro di leo

[exibart]

Visualizza commenti

  • Ok signor collezionista.
    Ma come si fa ad apprezzare Caravaggio o Calligaro, e poi Vescovi (ottimi tessuti per divani)
    oppure i Dormice!!! c'è qualcosa che non quadra.
    E come se un esperto di vini mi viene a dire che gli piace un brunello di montalcino e anche un tavernello.

  • si! ci manca solo che diamo aiuti agl'artisti e magari anche ai galleristi del centro sud così giĂ  combinano poco o nulla figuriamoci poi......

  • PiĂą che una recensione mi sembra un elenco, non si legge il pathos che l'opera d'arte che veramente conquista dovrebbe trasferire.

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