Street photography ma anche moda, reportage ma anche cinema, ritratti iconici di celebrità e oniriche composizioni astratte, tra New York, Roma, Mosca e Tokyo. A prescindere dal contesto, al di là degli schemi, delle vette stilistiche e delle ricadute nella realtà, l’importante, per William Klein, era rendere visibile il mondo, portare alla luce le sue superfici grezze, porose, impolverate, incise di storie, pullulanti di visi, di atteggiamenti e relazioni. Senza usare altri filtri se non quello di uno sguardo profondamente umano. Tra i fotografi più celebri e influenti del XX Secolo, William Klein è morto a Parigi, il 10 settembre 2022, a 94 anni e dopo 60 di onorata carriera.
Proprio in questi giorni, all’International Center of Photography di New York è in esposizione una retrospettiva che ne racconta tutto il percorso, anche al di là del mezzo strettamente fotografico, come pittore, grafico, scrittore, autore di libri, regista di lungometraggi. Il suo libro di Street Photography del 1956 “Life Is Good and Good for You in New York” rimane uno dei libri fotografici più idiosincratici e influenti del secolo scorso, con le immagini scure e sfocate e le folle di persone che si affastellano attraverso le pagine, con un ritmo inquietante ma anche penetrante.
Nato a Manhattan nel 1928, Klein da giovanissimo era un assiduo frequentatore dei musei d’arte della città e desiderava ardentemente arrivare in Europa. Nel 1948 si trasferì a Parigi dove studiò alla Sorbona e lavorò brevemente con l’artista Fernand Léger. Secondo quanto riferito, fu proprio Léger ad aver suggerito a Klein di uscire dalle gallerie, “Guarda gli edifici, esci in strada”.
Per decenni Klein si è destreggiato in incarichi in tutto il mondo con progetti nel campo della fotografia, del cinema, della pittura e dell’editoria. La sua produzione è stata prodigiosa anche sono state rare le sue mostre, almeno fino alla fine degli anni ’80, quando si iniziò a capire la portate della sua ricerca. Attirando l’ammirazione in particolare delle giovani generazioni, era considerato un vero maestro e alla notizia della sua morte, sui social network sono stati centinaia i post diffusi e condivisi, per ricordare le sue fotografie e citare le sue frasi, spesso altrettanto corrosive.
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